Calle joshi

Biografie | By Poppo • 27-01-2021

Devil Masami, un'intrattenitrice a 360°

I viaggiatori più attenti che hanno visitato l'isola di Torcello si saranno accorti che, a breve distanza dalla fermata del vaporetto, sulla destra dell'unico sentiero percorribile si trova un piccolo ponte spesso "pattugliato" da un gatto nero simpaticamente chiamato Caliostro: come tutti i ponti pubblici veneziani anche questo ha la sua particolare toponomastica, viene chiamato Ponte del diavolo; non avendo alle spalle una documentazione sufficiente in grado di attestarne la storia effettiva, gli abitanti del luogo nel corso dei secoli hanno alimentato diverse leggende sulla sua costruzione, tra le quali la più suggestiva racconta di come esso fu un progetto del demonio in persona per dimostrare ai suoi adepti ed ai suoi sventurati sudditi di poter erigere un ponte privo di difetti, salvo venire scoperto prima del suo completamento venendo costretto ad abbandonare l'opera lasciandola priva delle spallette laterali.

Di Devil Masami esiste una documentazione talmente vasta da alimentare veri propri romanzi sulla sua vita, tuttavia per gran parte della sua trentennale carriera é stata non solo una leggenda del del wrestling mondiale, ma anche collegamento tra il passato ed il presente del movimento joshi, proprio come il Ponte del Diavolo.

L'occasione fa... la donna diavolo

Masami Yoshida fin da ragazzina amava la musica, al liceo di Fukuoka (prefettura in cui viveva a suo tempo) frequentava un club dove oltre suonare nella banda formata al suo interno, si esercitava nel canto, ricevendo spesso e volentieri l'apprezzamento da parte dei conoscenti. Un hobby che purtroppo non ebbe modo di venire coltivato adeguatamente, così come la sua stessa istruzione, entrambe bruscamente interrotte a 16 anni a causa delle cattive condizioni economiche della sua famiglia che la costrinsero a ritirarsi dal secondo anno di scuola superiore e ad abbandonare la nativa città di Kitakyushu per cercare maggiore fortuna.

La soluzione a questi problemi aveva un nome: All Japan Women's Pro-Wrestling, la federazione joshi che a metà degli anni settanta stava espandendo i propri affari grazie alle sue Beauty Pair Maki Ueda e Jackie Sato, due ragazze in grado di riempire le arene sia grazie ai loro combattimenti, ma anche e soprattutto grazie alle loro performance canore che le avevano trasformate in un fenomeno di culto con tanto di trasposizione cinematografica del loro sodalizio.

Un'opportunità lavorativa, non una passione nei confronti di un mondo molto distante dalle sue aspirazioni, più grandi di Sunpu Kaikan, piccolo paese che avrebbe ospitato il suo debutto ufficiale suscitando in lei un grosso disappunto. Nonostante ciò la sua determinazione era superiore rispetto a quella di molte sue coetanee che entravano nel mondo del wrestling per poi uscirne subito dopo averne appreso la durezza degli allenamenti.

Terminato l'addestramento venne assegnata alle cure di Yumi Ikeshita, colei che assieme a Shinobu Aso formava il duo rivale delle Beauty Pair,  le Black Pair, un binomio importante in quanto prima vera forma di antagoniste interpretate da lottatrici giapponesi, ruolo che fin dalle origini dello Zenjo era stato ricoperto dalle gaijin, le performer straniere (per la maggior parte americane) che avevano importato la disciplina e quindi rappresentavano l'ideale montagna da scalare per poter affermare la supremazia - individuale per la lottatrice e nazionale per il pubblico - nello stesso campo.

Nel 1978, anno di debutto di Temjin Masami, la rivalità tra le due bande era ancora molto forte e per strappare la famosa Red belt dalla vita di Jackie Sato, la Ikeshita aveva esteso la propria unit includendo una serie di giovani rookie in modo da formare una sottosezione chiamata Black Gundan  alla quale Temjin viene subito assegnata. Una scelta profetica con il senno di poi, di sicuro molto azzeccata dal punto di vista formativo, poiché questa affiliazione le aveva permesso di affrontare nei primi anni i top name del momento e a volte di fare squadra anche con le nordamericane: Dalle prime avrebbe appreso il modo di stare sul ring e le basi tecniche, assorbendo invece la presenza scenica ed il modo di relazionarsi con il pubblico dalle seconde, il tutto lavorando parallelamente con il gruppo di nuove leve su cui si sarebbe costruita la mitologia per gli appassionati del catch anni ottanta, ossia Mimi Hagiwara e la futura Rimi Yokota (ancora priva del suo ringname più famoso, Jaguar).

Oltre ai notevoli miglioramenti dimostrati, alla dirigenza non era sfuggita la sua altezza (di circa 1 metro e 70 centimetri) ed il suo sviluppo fisico in termini di forza bruta, tutti fattori che uniti alla sua notevole agilità gli consentivano non solo di dare l'impressione di lottare alla pari con le più straniere più nerborute, ma anche di poter imporre questo fattore anche sulle più minute connazionali. Al terzo anno si creano i presupposti per il suo definitivo lancio: i grandi nomi erano stati "gentilmente accompagnati alla porta" per via della ferrea regola del limite d'età dei 26 anni, motivo per cui in sequenza la Ueda, la Ikeshita e la Sato erano state costrette al ritiro, la seconda in particolare aveva creato un vuoto della stable principale delle cattive che qualcuno doveva riempire, possibilmente qualcuno di altrettanto diabolico.

Con queste premesse nascono Devil Masami e le sue Devil Gundan formate da Masked Yu, Wild Kazuki (conosciuta anche nelle sue molte varianti, da Hiroe Ito a Taranchela) e Kaoru Matsumoto e alle quali spesso si aggregava la maggior parte delle gaijin ospitate.

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Le Devil Gundam. Da sinistra a destra: Hiroe Ito, Masked Yu, Mami Kumano, Devil Masami, Kaoru Matsumoto

Il nuovo connubio si rivelò da subito vincente, merito soprattutto della nuova leader divenuta ormai una vera maestra nel prendersi i fischi del pubblico utilizzando nei suoi incontri lunghissime fasi di rissa fuori dal ring dove le sue alleate si occupavano delle avversarie o distraevano l'arbitro, ma era sempre lei a prendersi la scena con la sua aggressività totalmente calcolata nelle movenze, nell'uso delle armi, ma soprattutto nelle espressioni facciali che la rendevano degna del nomignolo di devil sama, caratterizzandola ancora di più di quanto facesse il costume da Hannya con il quale si presentava nei match di cartello.

Un successo frutto anche del suo essere il perfetto contraltare per le altre nuove stelle che stavano nascendo: la Hagiwara con il suo fisico minuto ed il suo aspetto grazioso era il suo esatto opposto (non a caso spesso e volentieri le due finivano contro in singolo o in coppia), la Yokota invece rappresentava la rottura dal modo di lottare tradizionale incarnato da Masami, uno stile più dinamico e variegato frutto del suo bagaglio di conoscenze della lucha libre con il quale stava cambiando i canoni della promotion.

Tra le rivali del periodo c'era anche una delle lottatrici straniere, la canadese Monster Ripper, arrivata in Giappone nel 1980 da neofita della disciplina e  che si era rapidamente affermata grazie alla sua mole che la rendeva un pezzo unico all'interno del roster. Di fatto le due sono cresciute assieme e spesso e volentieri nei primi anni hanno lottato assieme essendo per molti versi strutturalmente simili, ma complementari nel loro interpretare il ruolo di forza dominante.

A metterle l'una contro l'altra però sarà la crescente popolarità della capitana delle Gundan: nel momento in cui la AJW stava estendendo la sua visibilità grazie ai contratti televisivi internazionali (Italia inclusa), un pubblico sempre più vasto poteva ammirare ed odiare le gesta del diavolo e - come successo ad altri grandi del business - la odiavano così tanto da finire per amarla. Un cambio di approccio che iniziò ad influire sull'atteggiamento del gruppo che mantenne le sue tattiche aggressive, ma allo stesso tempo iniziò ad affrontare altre lottatrici heel, tra le quali l'ex campionessa WWWA. La rivalità si svolge per la gran parte del 1983 ed avendo come protagoniste due "fuorilegge" si basò prevalentemente su incontri a stipulazione speciale tra cui il primo Chain match nella storia della compagnia, contesa che obbligava le due contendenti a legarsi a vicenda con una catena fino alla sconfitta di una delle due.

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Devil Masami vs Monster Ripper - AJW, 1983

Come da prassi spettava alla straniera grande e grossa il ruolo di antagonista da superare, l'ideale per mettere la nipponica nella condizione di venire tifata in maniera unanime dal pubblico, tuttavia Masami si rivelò perfettamente in grado di portare da sola la gente dalla sua parte, vendendo la forza dell'avversaria grazie all'uso sapiente della catena per poi esplodere in una veemente reazione riuscendo a far sanguinare la gigantessa e poi a colpirla con alcune impressionanti powermoves. Leggere modifiche al suo modo di lavorare, identico risultato.

La progressiva scalata ai vertici della federazione l'aveva portata in un paio di anni a conquistare in ordine di importanza le varie cinture: la AJW belt, i titoli di coppia (assieme a Kazuki) fino alla seconda cinta, la All Pacific; rimaneva l'alloro massimo, ma per arrivarci sarebbe dovuta passare prima per la nuova generazione imposta dai rigidi limiti d'età già citati.

Il 1985 é stato l'anno che ha visto esplodere definitivamente il fenomeno Crush Gals, le eredi spirituali delle Beauty Pair, due ragazze in grado di abbinare wrestling e musica e che grazie al loro aspetto ordinario e semplice erano riuscite a connettere con il pubblico di giovanissimi che vedevano in loro un esempio positivo con il quale immedesimarsi facilmente. Tra Chigusa Nagayo e Lioness Asuka era la prima a godere della maggior considerazione, sia per un discorso anagrafico essendo più giovane che per il maggior riscontro ricevuto nel corso degli spettacoli: sia durante le esibizioni canore che tenevano all'inizio degli eventi che durante i suoi match, nutriti gruppi di ragazzine si facevano sentire a gran voce per urlare il suo nome.

Il successo paradossalmente aveva ridato la possibilità alla Yoshida di tornare a cantare dal vivo proprio durante quei concerti d'apertura, anche perché il successo ottenuto sul quadrato le aveva permesso di ritentare la carriera musicale incidendo la canzone Moetsukirumade nell'ambito di un album dedicato a varie sigle televisive del 1982. Non sarà l'unica sua digressione musicale, anni dopo comporrà un album intero chiamato Red secrets in collaborazione con la compositrice Noriko Watanabe.

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Le due "cantanti" si erano già incrociate diverse volte prima della nascita ufficiale delle Gals e la Nagayo non era mai riuscita ad avere la meglio della più esperta Devil, merito del mix di esperienza e complicità esterna alla base dei suoi successi. Il primo vero grande scontro tra di loro però é quello del 22 Agosto 1985: in palio la White belt detenuta dalla veterana, la seconda opportunità per Chigusa dopo due anni di attesa dal primo assalto che l'aveva vista andare vicinissima alla corona detenuta al tempo dalla Hagiwara, salvo non riuscire a concludere l'opera chiudendo con un doppio K.O. Risultato notevole, considerando la poca esperienza ottenuta fino ad allora.

Ne esce una vera e propria guerra dove Masami riusciva ad annullare buona parte dell'offensiva rivale per mezzo delle sole abilità tecniche, obbligando la Nagayo a variare il suo canovaccio prima attraverso l'uso di calci e poi adottando un approccio da boxer con una serie di montanti diretti con lo scopo di mandare al tappeto la più coriacea campionessa, il cui orgoglio però la porterà a rispondere per le rime per dimostrare di poter vincere sul suo stesso campo.

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Devil Masami vs Chigusa Nagayo - 22 Agosto 1985, AJW Summer Night Festival In Budokan

Lo stesso orgoglio manifestato quando, superata la fatidica fase di rissa fuori ring decise di rinunciare all'utilizzo della sua fidata mazza da Kendo: nessuna scorrettezza per battere una sfidante più giovane ma così determinata, tanto da resistere al ritorno della detentrice ed alle sue mosse più temute, inclusa la patentata electric chair dalla seconda corda. Dopo più di mezz'ora di scontro e dopo aver subito da ambo le parti tutto il repertorio di mosse disponibili, entrambe non riescono a rialzarsi al conteggio dell'arbitro, facendo scattare il doppio K.O.

Chigusa avrà tempo e modo di rifarsi e di incrociare di nuovo l'icona, ma per quest'ultima era arrivato finalmente il momento della vera incoronazione, ma come ultimo ostacolo avrebbe dovuto affrontare il suo passato nonché il futuro della AJW: in un nome Kaoru "Dump" Matsumoto.

La sua ex discepola infatti era passata nel corso degli anni dalla posizione di assistente a bordo ring all'essere uno dei prospetti più interessanti del nuovo corso, grazie alla fortissima personalità con la quale aveva reinterpretato lo stile della sua maestra, ma in chiave più esplicita, riducendo all'essenziale le tecniche di lotta e puntando tutto sull'interpretazione e sull'uso delle armi e delle scorrettezze, tanto da venire disconosciuta dalla stessa Devil Masami.

Una mossa che le costerà la perdita delle altre alleate, dando origine alle Gokuaku Doumei, una nuova formazione sempre ad immagine e somiglianza della nuova capo branco: giacche in pelle, pettinature di ispirazione punk fatte di creste e colori variopinti e tanti riferimenti agli orientamenti più estremisti, tanto che in più di un'occasione la Matsumoto sfoggerà sulla fronte una svastica e le sue associate indosseranno cappucci bianchi vagamente somiglianti a quelli del Ku Klux Klan.

Questa scissione era stata una delle trame principali dell'annata 1984, una lunga sequela di colpi bassi reciproci che avrebbero trovato il loro culmine dopo 365 giorni in una cornice particolarmente significativa: Jaguar Yokota aveva reso vacante la Red belt dopo aver raggiunto il limite d'età e scegliendo di continuare la sua avventura come allenatrice sempre per lo Zenjo; per la riassegnazione viene scelte due nuove contendenti, la campionessa All Pacific e la Matsumoto. In gioco quindi non solo la chiusura della loro faida, ma anche la possibilità storica di detenere le due cinture più importanti del mondo femminile (almeno per la serata, non essendo ancora prevista la possibilità di tenere due singole contemporaneamente).

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Devil Masami vs Dump Matsumoto - 12 Dicembre 1985, AJW - TV-Show, Tokyo

L'ultima grande fatica, affrontare la sua copia riveduta e corretta facendo i conti con il nuovo che avanza: per la gran parte dell'incontro Masami subisce lo stesso trattamento che riservava alle sue avversarie agli albori del suo successo, i cavi del monitor, la catena, tutte le armi usate in passato le si sono ritorte contro, persino le sue mosse più comuni come il piledriver, il backdrop ed il vertical suplex, tutto il suo passato le é stato riversato addosso.

L'unico modo per vincere quella battaglia era completare la sua trasformazione nella beniamina del pubblico tutta cuore e grinta che aveva sempre combattuto, tirare fuori i colpi diretti sfoderati durante la precedente battaglia con Nagayo, ma anche un pizzico l'antica perfidia come dimostrato attraverso i morsi rifilati all'ex allieva per liberarsi dalle sue tecniche da terra. Mai come in quell'occasione il pubblico aveva intonato il coro "DEVIL-U, DEVIL-U", degna colonna sonora di una lunghissima rincorsa culminata con un inedito splash dal paletto, la mossa della disperazione con la quale riesce a beffare Dump e socie, diventando finalmente la "regina del tatami" declamata affettuosamente dal nostro commentatore Tony Fusaro.

Ade, andata e ritorno

Dopo un anno da sovrana però l'anagrafe diceva che il giorno del suo ritiro forzato era ormai prossimo, sicché come accaduto in passato, la nuova generazione era pronta a prendere il sopravvento ed accompagnarla alla porta.Il suo addio alla AJW però é avvenuto prima dei fatidici 26 anni, precisamente all'inizio del 1987 e stando a quanto riportato da alcune indiscrezioni dell'epoca pare che non si sia trattato di un abbandono amichevole ma piuttosto di una rottura causata da una serie di litigi dietro alle quinte sfociato in un alterco fisico con un arbitro, storia però mai confermata da nessuna fonte ufficiale e forse creata ad arte per rafforzarne il mito.

Trovandosi fuori dal palcoscenico principale di inattività che fino ad allora non aveva mai amato davvero, pareva inevitabile che il ritiro diventasse effettivo, ma a quel punto due vecchie conoscenze sono intervenute dando alla sua carriera una sterzata inaspettata: al termine dei suoi impegni con i Matsunaga infatti erasubito contatta dalla sua vecchia amica canadese Monster Ripper, o meglio Rhonda Singh il suo vero nome. Rhonda era stata allenata dal trainer Ron Hutchinson e al suo ritorno dal Sol Levante (immediatamente successivo alla conclusione del suo programma con la stessa Masami) era riuscita a procurarsi un ingaggio semi fisso presso la Stampede Wrestling della famiglia Hart ed avendo appreso la notizia, aveva colto la palla al balzo per proporle una serie di date con la compagnia per la quale lavorava.

Un viaggio che si rivelerà una rinascita per la giapponese: oltre a stringere nuove amicizie si troverà di fronte ad una realtà molto diversa dove si stava formando una nuova generazione di lottatori come Brian Pillman, Gama Singh, Mr Hito e la punta di diamante Owen Hart.

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Mika Komatsu vs Devil Masami - 14 Agosto 1987, Stampede (Calgary)

Una serie di nuovi stimoli in grado di rinnovare veramente la sua passione per la disciplina, spingendola a non mollare del tutto l'attività al suo rientro in patria, dove la attendeva il vecchio volto della AJW, Jackie Sato.

La Sato aveva trovato una soluzione tutta sua al ritiro forzato, cioé fondare una propria compagnia joshi libera dalle forti restrizioni imposte dallo Zenjo sulla vita privata delle sue atlete. Il nuovo soggetto, la Japan Woman Pro-Wrestling, nato l'anno prima del ritiro di Masami, aveva un roster molto ridoto e formato prevalentemente da ragazze giovani e provenienti da altri sport come Shinobu Kandori ed Eagle Sawai e un solo allenatore, Kotetsu Yamamoto la cui esperienza fu molto breve a causa dei suoi metodi di allenamento e delle tecniche insegnate alle allieve, giudicate più consone al wrestling maschile. Queste difficoltà sommate all'evidente dislivello mediatico con il concorrente diretto stava mettendo a serio repentaglio la sopravvivenza stessa di un progetto che stentava a generare introiti dal botteghino, così Jackie decise di prendere due piccioni con una fava proponendo alla Devil il duplice ruolo di allenatrice e di lottatrice di punta.

L'offerta viene accettata e l'investimento si rivelerà decisivo per ridare slancio alla compagnia ed al tempo stesso per formare i nomi che avrebbero retto la baracca in futuro o almeno quelle decise ad ascoltare i suoi consigli: lo spogliatoio infatti era letteralmente dilaniato da una faida interna venuta allo scoperto a pochi mesi dal suo insediamento in occasione del famigerato Quarrel match tra la fondatrice e Shinobu Kandori, dove quest'ultima iniziò deliberatamente a colpire l'avversaria con colpi e prese di sottomissione reali per vendicare l'infortunio all'occhio subito proprio per mano della Sato poco tempo prima.

Questa vendetta causerà il definitivo ritiro della Beauty ed il suo totale abbandono delle scene, tanto che la sua morte a soli 40 anni verrà resa pubblica solo diversi anni dopo, ma le conseguenze si espanderanno anche sul resto delle affiliate dividendo le performer ideologhe del wrestling inteso come disciplina iper realistica capeggiato dalla stessa Kandori e quelle fedeli alla tradizione rappresentate dalla stessa Masami e bollate dalla controparte come attrici.

La convivenza tra le due anime terrà fino ai primi mesi del 1992, quando le strade si divisero definitivamente: le shooter fonderanno la Ladies Legend Pro-Wrestling, le entertainer manterranno la vecchia sigla cambiando l'acronimo in Japanese Women Pro-Wrestling, in modo da avere una sigla di cui detenere i diritti. Le condizioni della nuova JWP non erano affato migliori rispetto al 1986, specie la quantità di atlete sotto contratto: erano rimaste Dynamite Kansai e l'ex Idol Cuty Suzuki e le ultime aggregate, la più giovane Hikari Fukuoka, Bolshoi Kid, Plum Mariko e Mayumi Ozaki, per la maggior parte ragazze scartate dai sovraffollati provini o dal dojo della AJW.

Tra di loro solo la Kansai aveva ricevuto un trattamento vagamente simile a quello di main eventer sotto la precedente gestione (seppure con il nome di Miss A) e anche il nuovo corso intendeva puntare su di lei per consolidarla ancora una volta grazie alla sua stella più importante che da parte sua aveva mantenuto il suo doppio incarico.

Ma prima era necessario ricostruirsi un proprio pubblico e fortunatamente quello era il periodo ottimale per farlo, visto che le compagnie stavano iniziando a collabroare tutte assieme, a partire da quella All Japan che aveva messo da parte l'ascia di guerra dopo la dipartita della figliuola prodiga. Le poche atlete a disposizione erano sufficienti ad allestire degli incontri d'interesse per il pubblico e l'istituzione delle proprie cinture (inclusa quella principale, la JWP Openweight) aveva reso possibile l'interscambiabilità con le altre compagnie elevandone il valore grazie all'eccezionalità delle difese.

In queste occasioni Masami rivestiva il ruolo di autentica leggenda, pertanto nelle occasioni di ritorno in AJW spesso veniva messa contro lottatrici del suo calibro, le stesse che in un modo o nell'altro aveva cresciuto come Chigusa Nagayo (al ritorno sulle scene dopo anni di inattività) e Bull Nakano, quest'ultima erede di Dump Matsumoto ed in un certo senso anche di Chigusa essendo diventata in breve tempo la principale beniamina del pubblico. Volendo essere maliziosi si può leggere in questi abbinamenti dei nomi che si stavano avvicinando al pensionamento o che non erano più funzionali al progetto ai quali stava venendo concessa un'ultima passerella finale.

Nel frattempo per i primi due anni di vita della JWP, l'Openweight era rimasta saldamente alla vita della Kansai, la prima campionessa ad essersela aggiudicata dopo un torneo di assegnazione e fino al 1994 non l'aveva mai difesa contro la Masami: anche perché le due si erano scontrate nella precedente incarnazione della sigla, ma al tempo stesso erano i due nomi di punta in una piccola realtà e dovevano essere gestite con cautela, motivo per il quale le loro interazioni erano state limitate ad un breve regno di coppia.

La soluzione sarebbe consistita in un restyling a tutti gli effetti: nella nuova era non bastava essere devil di nome, occorreva esplicitarlo anche nel look, un po' come aveva fatto la Matsumoto dopo il suo "tradimento" trasformandosi in una ribelle. Quale occasione migliore quindi per poter presentare al mondo Super Heel Masami?

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Dynamite Kansai vs Devil Masami - 18 Settembre 1994, JWP  Yokohama Bunka Gymnasium

Il nuovo personaggio veste di nero, ha un vistoso trucco bianco sulla faccia e non tradisce alcuna emozione o dolore durante il combattimento: chiunque abbia visto almeno una volta questa sua versione non può non accostarla all'americano Undertaker e per molti versi la somiglianza é giustificata, seppure l'elemento soprannaturale non emergerà mai in JWP, sebbene l'intenzione iniziale fosse quella di esagerare il suo aspetto, come dimostra l'aggiunta di una spada tra i suoi accessori (ironia della sorte, la stessa arma usata dalla "sua" Dump).

Il faccia a faccia é la classica battaglia senza quartiere di Masami, malgrado i tentativi della Kansai di mantenere l'azione sul ring, la Super Heel trova sempre il modo di uscire dal quadrato per attaccare sfruttando armi e barricate, anche se la velocità e le movenze sono molto più limitate e non solo per via della gimmick: 16 anni di carriera ininterrotta iniziavano a lasciare il segno sul suo fisico e questa caratterizzazione riuscivano a coprire in parte queste limitazioni. Ma gli acciacchi non le impedivano ancora di poter incassare le poderose portate della sua rivale, inclusa la sua mossa più devastante, la Splash Mountain, in più l'agilità le permetteva ancora di tirare fuori dal cilindro mosse volanti da bordo ring o dalla seconda e terza corda, inclusa la conclusione, un legdrop dalla corda più alta sufficiente a chiudere la battaglia facendole raggiungere un record importante, quello di aver vinto i titoli massimi (3) in tutte le promotion in cui aveva militato finora.

Ma come nelle precedenti esperienze, anche in questo caso ci saranno altri personaggi che plasmeranno la propria immagine sull'ormai iconica figura di Masami e Mayumi Ozaki (e Hikari Fukuoka) ne rappresenta ancora oggi l'esempio più riuscito. Le due avevano avuto occasione di lavorare assieme al di fuori dei palazzetti nel 1991, quando vennero selezionate per recitare nella pellicola Angel Fighters con protagonista l'idol Yuma Nakamura nella parte di una motociclista in guerra contro una banda rivale; Hikari e Masami pattegiavano per i cattivi, la Ozaki interpretava una delle amiche della Nakamura, lo sviluppo della trama genererà diverse sequenze di lotta tra le parti.

La rivalità vera e propria inizierà successivamente alla nascita della Super Heel: la giovane Ozaki era ancora una lottatrice che faceva della velocità d'esecuzione abbinata alla tecnica il suo punto forte sulla falsariga della moda vigente che stava prendendo piede fortemente influenzata dai successi di Manami Toyota o delle Jumpin Bomb Angels. Gli scontri con la diavolessa, incluso quello con la sua stipluazione, il chain match daranno il via ad una graduale trasformazione in regina dell'estremo e proprio la catena verrà adottata dalla OZ come nuova arma principale, gettendo le basi per la futura nascita del Brand Oz Academy. La rivalità costruita arà il motivo principale dell'ennesima riproposizione dei loro scontri in occasione del ventesimo anniversario dell'inizio della carriera di Masami.

A scombinare ulteriormente il panorama arriva la GAEA, la nuova promotion di Chigusa Nagayo forte dell'estrema popolarità della sua fondatrice e presidentessa e dell'immediato contratto TV strappato a GAORA. Decisa asuperare la concorrenza, anche la Nagayo punta sulla collaborazione con la JWP anche grazie agli ottimi rapporti con la sua ex compagna di spogliatoio, l'elemento ideale per creare quel mix di gioventù e star power necessario al suo scopo.

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Zero vs Devil Masami - 20 Settembre 1997, GAEA Double Destiny (kanagawa)

Nel 1997 la rete di contatti della Nagayo aveva ormai superato i confini nazionali da tempo arrivando in Canada e negli Stati Uniti, soprattutto negli states era riuscita ad ottenere proficui accordi con la WCW dove le sue ragazze avevano formato il cuore della nuova divisione femminile (tanto da istituire una cintura secondaria per la categoria Cruserweight usata solo in Giappone). La prima campionessa della divisione era stata Akira Hokuto, laureatasi campionessa dopo aver sconfitto Madusa nella finale del torneo di assegnazione. La leader delle Cachorras era divenuta popolare grazie all'apparizione a WCW World War 3 del 1995, ma gli impegni divisi tra i due continenti avevano di fatto impedito al suo regno di prendersi la giusta vetrina ed il colpo di grazia era arrivato dai suoi problemi di salute (sfociati anni dopo nel tumore al seno) costrinsero la compagnia americana a revocare il titolo ma visto che l'interesse per esso stava calando, la riassegnazione venne delegata alla GAEA.

Inizialmente ad affrontarsi dovevano essere la Hokuto e la Masami, ma un ulteriore infortunio (un nervo entrato in contatto con le ossa) costrinse a stravolgere i piani sostituendo la Blast Queen con Zero, la campionessa AAAW, il titolo principale della GAEA. Zero altri non era che la nuova identità della Nagayo, costretta ad usare uno pseudonimo dopo aver perso un match per il controllo della compagnia contro l'ex alleata Lioness Asuka, un personaggio per molti versi simile a quello della Super Heel, con un vistoso trucco, un costume nero ed un'attitudine violenta e silenziosa con una vaga somiglianza con quanto proposto dalla WCW con Sting.

In realtà nemmeno Masami avrebbe dovuto esserci in quell'occasione: qualche mese prima in occasione di uno show JWP aveva annunciato a sorpresa l'intenzione di ritirarsi, costringendo il presidente Masatoshi Yamamoto ad implorarla pubblicamente di rinunciare al suo intento. I commentatori dell'epoca erano divisi tra chi riteneva l'annuncio una storia e chi invece lo riteneva legittimo, sta di fatto che nel corso degli eventi successivi si era resa protagonista di gesti difficili da interpretare e in più di un'occasione era scoppiata in lacrime al termine del proprio incontro. Ad ogni modo la data del ritiro non venne mai ufficializzata e qualsiasi riferimento ad essa venne a mancare dopo il 15 Agosto, la tragica notte della morte di Plum Mariko.

I 15 anni passati dal loro primo incontro si vedono tutti in questo nuovo scontro, il tempo passato pesa come un macigno ed i nuovi costumi lasciano intravedere solo sprazzi del glorioso passato (letteralmente vista la scelta di usare per l'illuminazione dei neon violacei intermittenti) ed il risultato é una semplice rissa senza storia né anima conclusa dopo 10 minuti scarsi senza alcun pathos. Non esattamente la cornice ideale per la vittoria del quarto (e del quinto, visto che entrambe le cinture erano in palio) titolo mondiale conquistato dalla Devil, un'impresa mai riuscita a nessun'altra nella storia. Sarà anche l'ultima volta in cui la cintura WCW cambierà proprietaria, in assenza di piani verrà silenziosamente ritirata e dimenticata dalla storia, sorte opposta alla sua dato che l'anno successivo entrerà ufficialmente nell'arca della glora della AJW assime alle più grandi del wrestling giapponese femminile.

Con il passare del tempo la sua attività in prima linea andava diminuendo per concentrarsi sul ruolo di formatrice: Carlos Amano, Azumi Hyuga e Ran Yu Yu, come la maggior parte delle nuove leve passavano attraverso le sue cure, questo però non le impedirà di fare qualche altra esperienza prima di ritirarsi definitivamente. Nel 2005 Nobuhiko Takada con la sua HUSTLE aveva fatto irruzione con la sua carica demenziale ed un mucchio di soldi alle spalle che avevano portato stelle mondiali del calibro di Kevin Nash e Scott Hall al suo primo evento in assoluto. Denaro che er astato speso anche per la divisione femminile con l'ingaggio di Aja Kong e di Kia Stevens e della rediviva Jaguar Yokota, tornata dal ritiro ad inizio del nuovo millennio prima come proprietaria della JDStar e poi come lottatrice a tempo pieno.

Promo televisivo di Madama Devil

Nell'universo immaginario della HUSTLE, la Yokota interpretava una creatura mezza umana e mezza vampira di nome Jaguar Y, asservita alle forze del male capitanate dallo stesso Takada. Visto il passato comune, la Masami venne inserita in un programma con lei e ovviamente le venne assegnato un personaggio in sintonia con l'ambiente: Madama Devil, la sua versione ispirata alla Madama Butterfly di Puccini. Una breve esperienza dove si é limitata ad affiancare le altre compagne, ma sempre aggiungendo il suo carico di carisma e recitazione la fece risaltare nonostante l'impiego al minimo sindacale.

Il tempo dei saluti giunge nel 2008, a 30 anni dai suoi esordi, la lottatrice più longeva decide di ritirarsi -stavolta davvero - con uno show prodotto assieme alle compagne di una vita: Chigusa Nagayo, Dump Matsumoto, Dynamite Kansai, Mayumi Ozaki e l'ormai "Command" Bolshoi, anche le grandi delle generazioni successive che hanno solo intravisto la sua figura come Manami Toyota ed Aja Kong fino alle ultime arrivate Kana, Kyoko Kimura, Kaori Yoneyama e le altre allieve addestrate in JWP, tutte vogliono porgergli il doveroso tributo e lei ricambia concedendo di farsi schienare da Toshie Uematsu, una delle prime pupille della Nagayo in GAEA e che aveva mosso i primi passi anche in JWP nel 1995.

Ai giorni nostri Masami é finalmente riuscita a tornare nella sua Kitakyushu e a godersi la vita da casalinga dopo diversi anni spesi a fare da manager di un supermercato.

Nemmeno il fan più accanito riuscirebbe a scorgere in quel viso i tratti dell'antico demonio, ma in fondo non poteva che andare così: la beffa più grande che il diavolo abbia mai fatto è stato convincere il mondo che lui non esiste, magari costruendo ponti incompleti che nascondo e lasciano trasparire questo diabolico mistero che rimane impresso negli osservatori.