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Tony Fusaro "il fantastico mondo del catch" (Pagina Facebook)
Storia | By Poppo • 15-05-2020
Image Credits: Tony Fusaro "il fantastico mondo del catch" (Pagina Facebook)

Una rivisitazione (anti nostalgica) dei match femminili trasmessi durante il catch

Sulla trasmissione Catch the catch, e in particolare sulle telecronache di Tony Fusaro si è già scritto e parlato tantissimo, tanto che ormai anche i giovani - bene o male - hanno qualche familiarità con quella che si può chiamare la sua mitologia. Scherzosamente, ma non troppo.

Lo stile da cronista sportivo improvvisato, la finzione del commento in loco, i termini inventati come il celeberrimo "laccio californiano" (o per rimanere in tema la "schiacciata californiana"), i soprannomi quali la celeberrima "farfallina bianca" Mimi Hagiwara e la sua repentina sparizione dalle scene fanno di Fusaro un personaggio cult rimasto nell'immaginario collettivo della cultura pop italiana, tanto che ancora oggi lo ricordano anche coloro che non sono appassionati di wrestling.

Questo articolo non intende fare celebrazioni del passato, tantomeno cadere nella retorica nostalgica; l'intenzione è quella di affiancare il commento di Tony Fusaro e Cristiana Piras di alcuni match famosi, fornendo ciò che mancava quasi totalmente ai loro racconti: il contesto in cui si svolgevano gli incontri.

1982: Best 2 of 3 falls - Mimi Hagiwara & Yukari Omori & Jaguar Yokota vs Devil Gundan (Devil Masami & Wild Kazuki & Masked Yu)

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Partire da Mimi Hagiwara è quasi obbligatorio: oltre a dargli il soprannome i due commentatori hanno contribuito a renderla una vera e propria diva del ring, anche più di quanto i piani alti dello Zenjo intendevano venderla. Mimì, si era si già tolta la soddisfazione di vincere il titolo All Pacific un anno prima di questo incontro, lo stesso in cui aveva inizata a calcare anche le scene cinematografiche, tuttavia non era lei la lottatrice di punta, bensì Jaguar Yokota. Tra le due allieve di Jakie Sato era la Yokota a ricoprire le zone più importanti degli eventi, del resto in questa occasione era già campionessa mondiale da lungo tempo, lo sarà anche due anni dopo quando difenderà per la prima volta il titolo mondiale contro una lottatrice messicana, La Galàctica (che farà altrettanto con il suo titolo); le due intraprenderanno una faida abbastanza lunga. Ad affiancarle Yukari Omori, esperta di tag e che spesso faceva coppia con loro essendo anche lei una delle lottatrici "buone".

Dalla parte opposta il Team Masami, ossia le Devil Gundam, la prima affermata stable heel interamente incentrata sulla sua capitana, Devil Masami. Le gregarie invece vengono trattate di conseguenza, tanto che la povera Yu verrà rinominata "U" e a nulla varrà il cambio di ring name, sarà sempre condannata ad essere una singola lettera. Altra ironia della sorte, Kazuki (nell'incarnazione precedente a quella mascherata dal nome storpio, Taranchela) si ritirerà assieme alla Hagiwara, le due si affronteranno in un breve ma commovente incontro finale nel giro di pochi anni.

Le Devil Gundam al completo

La cronaca dell'incontro è riassumibile nella frase <<La nostra Mimì è in difficoltà>>. Nonostante la struttura estremamente classica in cui le babyface si alternano a subire cercando l'hot tag, i commentatori vedono, anzi soffrono, solo per lei. Quando entrano la Yokota e la Omori si avverte chiaramente un calo di tensione della narrazione che va scemando fino alla rassegnazione finale dovuta alla sconfitta della beniamina per mano delle cattivone "prive di tecnica" che almeno in quest'occasione hanno la compiacenza di non schienare la favorita (o meglio viene schienata anche lei assieme a Yukari, ma era quest'ultima la lottatrice legale). Inutile dire che la Masami sopravviverà benissimo a queste insinuazioni, tant'è che sarà la stella polare di moltissime altre lottatrici in futuro, compresa Kaoru Matsumoto (qui presente solo a bordo ring). La Jaguar Yokota avrà anche lei una carriera lunga, anche di più visto che ancora oggi fa qualche apparizione sul ring, vincendo addirittura qualche titolo, come successo l'anno scorso in Diana.

Nota finale: questo match è stato scelto volutamente perchè la livrea di Mimi non è il celeberrimo costume bianco.

1984: Best 2 of 3 falls - Crush Gals (Chigusa Nagayo & Lioness Asuka) vs Jumping Bomb Angels (Noriyo Tateno & Itsuki Yamazaki)

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La qualità è orribile, ma online non si trovano versioni accettabili

Il binomio Gals/JBA va ben oltre la scena tag team di quegli anni: è uno scontro di ideologie tra il fighting spirit duro e puro della Nagayo e l'high flying dei due angeli, due stili che influenzeranno l'intera generazione successiva, basti pensare che furono le Angels ad ispirare la grande Manami Toyota e che Chigusa allena ancora oggi. I due team coinvolti non avevano ancora raggiunto l'apice dei loro successi, però questi incontri prepareranno il terreno per i loro migliori scontri, inoltre va detto che nel caso della Gals, la connessione con il pubblico era già in piena sintonia.

Purtroppo l'audio ambientale veniva ridotto molto nella riedizione italiana, ma sarebbe stato davvero bello se la coppia di commentatori nostrani fosse stata davvero presente al tavolo di commento avendo alle spalle le scatenatissime fans della Crush Gals e soprattutto nelle orecchie le loro temutissime grida. Anche oggi guardando questi incontri da dvd o occasionalmente da Youtube continua ad essere impressionante quanto sia rimasta intatta l'atmosfera di tifo sfrenato per la Nagayo, a tal punto da far perdere gran parte del loro fascino se si volesse guardare a basso volume; cosa quasi impossibile in certi casi, davvero troppi decibel. Anche in questo caso il racconto è apertamente schierato dalla parte delle più amate, quindi le Gals godono del favore di Fusaro (addirittura in maniera bilanciata, senza quindi sminuire la più "anziana" Lioness); non in maniera così smaccata come nel caso della sua Mimì, tuttavia anche qui mette in campo alcuni stratagemmi per favorirla al pubblico, non ultimi i commenti sull'arbitro "distratto", nonostante le avversarie siano tutt'altro che scorrette. Nel complesso un incontro più basato sulla tecnica sembra essere più nelle sue corde, poichè è più semplice rispettare i tempi dell'incontro, anche grazie agli ormai collaudati nomi inventati delle mosse, sicchè anche se i ritmi sono sostenuti come in questo caso, le chiamate sono quasi sempre sul pezzo. Vincono alla fine le Gals, ma le JBA si consoleranno in futuro con i successi in patria e all'estero successivamente, arrivando persino alla Hall of Fame della WWE nel 2018. A conti fatti più di tentativo di dare una parvenza di interesse alla nuova categoria tag femminile della federazione americana, ma quelli sono dettagli.

1985: Devil Masami & Jumbo Hori & Yukari Omori vs Dump Matsumoto & Desiree Petersen & Dawn Marie

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A Dawn Marie la WWE non concederà particolari onori, si limiterà ad organizzarle un angle di dubbio gusto sul funerale di suo padre.

Anche questo incontro è molto importante, perchè racconta la nascita del gruppo più importante degli anni ottanta e della sua leader, l'antieroina per eccellenza Dump Matsumoto. Le Gokuaku Doumei devono ancora nascere, per il momento Dump sta solo cercando di prendere il controllo dell'ormai vecchia Devil Gundam e per farlo, come spesso accade, deve passare per la sua mentore Masami. Se è vero che la cosiddetta Atrocious Alliance attirava per via del look da banda armata uscita dal fumetto di Ken il Guerriero, i loro atteggiamenti riprendevano pari pari l'attitudine di Masami, estremizzandola solo per la differenza di armi (probabilmente la Matsumoto è anche l'unica ad aver usato davvero come arma una spada!). Certo, avere poi come avversaria una super eroina come la Nagayo aiuta, però partire con una leggenda consolidata come la Devil è altrettanto importante.

La formazione originale delle Gokuaku Doumei, da sinistra Dump Matsumoto, Masked Yui, Crane Yu. In basso l'arbitro Shiro Abe

Nonostante i nomi coinvolti l'azione rimane sul ring, almeno per una parte di incontro e contrariamente al primo incontro visto ci sono molte più azioni combinate e meno scambi individuali. Il turn face in corso da questo punto di vista aveva giovato moltissimo a Devil Masami, forse perchè finalmente era libera dal dover ricorrere ai vari shenanigans per far infuriare il pubblico potendosi concentrare di più sulla sua tecnica esplosiva; questo però non le risparmierà alcune frecciatine da parte di Fusaro sul suo passato nelle file dei cattivi.

In fondo era proprio questo il motivo per cui l'incontro ad un certo punto degenerò in rissa: la Devil conosceva il mestiere, tanto da averlo tramandato alla sua ex discepola, in primis la generazione del cosiddetto heat (tradotto in reazioni negative) nei confronti pubblico facendo gazzarra fuori dal ring, magari usando tutte le armi a disposizione, dando così una sensazione di caos e disordine. Un peccato capitale in una società apparentemente ordinata come quella giapponese.

Una confusione riversata di riflesso sul commento del povero Tony, il quale di punto in bianco pareva non capirci più nulla, perché se è vero che l'azione si può codificare in maniera precisa, le risse (soprattutto quando sono coinvolte molte più persone) sono molto più difficili da inquadrare attraverso licenze poetiche come la "giravolta della morte". A sua parziale discolpa bisogna però dire che la regia in questi caso non aiutava per niente e per quanto si potesse benissimo immaginare il count-out finale, non era comunque semplice spiegarlo in ottica "sportiva".

Com'è facile intuire la Matsumoto si prenderà la vittoria finale di questa faida e a quel punto si disegnerà una svastica in fronte, inizierà a picchiare gli arbitri prima dell'incontro e prenderà le sottoposte della Masami rinominandole con nomi animaleschi quali Condor Saito e Crane Yu.

O meglio Crane U.

Tornando alla premessa, questo articolo non vuole essere nemmeno un atto di accusa o una presa in giro nei confronti del lavoro dei due cronisti dell'epoca, del resto anche loro più o meno come Masami hanno tramandato uno stile ripreso (ed estremizzato) dai commentatori che gli sono succeduti: da Dan Peterson alle coppie Valenti-Recalcati e Posa-Franchini. Semplificare un linguaggio come quello del wrestling o del puroresu è pur sempre un'opera meritoria se ne consente la diffusione tra gli appassionati, sta a loro saper cogliere e distinguere dove inizia la storia vera e propria e dove invece si trovano le invenzioni del narratore e può essere molto divertente.

L'importante però è capire com'è andata la storia alla fine.