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Lady's Ring
Biografie | By Poppo • 20-11-2021
Image Credits: Lady's Ring

La tragica storia di Emiko Kado e della sua maestra Mariko Yoshida

Alla Korakuen Hall, la serata del 14 Aprile 1999 stava volgendo al termine e Mariko Yoshida, come ormai di consueto, aveva difeso con successo il proprio titolo di Queen of Arsion dall'assalto della giovane rampante Mikiko Futagami (oggi più conosciuta come GAMI) dopo una contesa partita in totale controllo con la sua raffinata tecnica e conclusa con grande fatica a causa della prepotente reazione della rivale, capace addirittura di sfidarla sul suo punto di forza, le tecniche di sottomissione.

Finite le ostilità, Mariko aveva preso il microfono per salutare il pubblico presente, ma il suo discorso non filava proprio risultando frammentato, quasi strappato a forza dalla sua bocca e non solo a causa della fatica appena portata a compimento. Dopo questo breve congedo era tornata nel backstage, seguita dal cameraman: la breve distanza dalla parete era bastata per consentire finalmente alla sue lacrime di fuoriuscire libreramente dai suoi occhi, gli stessi che qualche settimana prima avevano visto per l'ultima volta la sua allieva Emiko Kado.

Lo spettacolo di quella sera era il primo avvenuto dopo l'annuncio della morte a soli 23 anni, una fatalità causa non da negligenza o volontarietà, bensì da una caduta, una delle tante che si vedono di solito e che la stessa Yoshida aveva ed ha effettuato e subìto a Iosa nel corso della sua carriera, ma che diversamente dal solito era sfociata in un atterraggio avvenuto di alcuni centimetri in più: la distanza che separa un semplice bump da un dramma che ancora oggi aleggia sulla disciplina.

Mariko Yoshida in lacrime al termine dell'evento di commemorazione di Emiko Kado

La rincorsa

L'ultimo anno del vecchio millennio rappresentava per molti versi il primo vero banco di prova per la Hyper Visual Fighting Arsion, la creatura fondata poco meno di 2 anni prima da Aja Kong e Rossy Ogawa, la quale dopo un primo anno di presentazione, puntava dichiaratamente a portare un quantitavo di gente agli spettacoli in grado di avvicinarsi alle 5000 unità che la GAEA con una certa regolarità a casa. Un traguardo più facile a dirsi che a farsi con il senno di poi, dato che se é vero che erano stati fatti diversi investimenti a livello di marketing e promozione, dall'altro lato gran parte delle ragazze arruolate erano giovani di belle speranze e gaijin poco conosciute (ad eccezione della forzuta Reggie Bennet, che aveva goduto di una certa considerazione in All Japan Women's Pro-Wrestling), tanto da reggersi perlopiù sulle spalle della fondatrice e della stessa Yoshida.

Dato che la Kong per sua stessa ammissione non era intenzionata a prendersi totalmente la scena, a Mariko spettavano gli incarichi di maggior responsabilità, non tanto per il suo passato in AJW - dove peraltro aveva ricoperto ruoli marginali, anche a causa del gravissimo infortunio che le aveva fatto perdere un'intera annata nel 1992 - quanto per le sue indubbie qualità dietro le quinte che le avevano garantito il ruolo di capo allenatrice ed alcuni riconoscimenti al di fuori dello zenjo, dove sul finire degli anni novanta veniva preferito uno stile di lotta improntato sulle risse e le stipulazioni in grado di esaltare l'uso di armi e gabbie.

In un contesto in cui si guardava come modello di riferimento più al Messico che ai gloriosi anni ottanta del movimento nazionale, la "donna ragno" aveva finalmente trovato il terreno adatto per esprimere tutto il suo potenziale, fungendo da perfetto contraltare alle acrobazie aeree messe in campo da quelle ragazze che avevano potuto assaggiare la lucha libre ed all'estilo de llaveo che in egual misura fa parte di quello stile e di cui lei era senza ombra di dubbio la più elegante esponente in gioco. Poco prima della sua incoronazione a prima campionessa della compagnia - avvenuta verso la fine del 1998 - presso la sua palestra si era presentata una giovane ragazza ventiduenne, magrolina, caschetto arancione, proveniente dalla prefettura di Osaka, chiamata Emiko Kado.

Emiko aveva terminato gli studi, ai tempi frequentava il club scolastico di softball e qualcuno le prospettava una carriera a livello professionistico in quello sport, ma a lei piaceva soprattutto l'azione, essendo un'appassionata dei film di Bruce Lee, anche come altre coetanee abbinava a questa carica un lato più giocoso e giovanile, come testimoniato dalla sua affezione per il cartone animato Doraemon ed il suo protagonista, l'omonimo gatto-robot. In occasone di uno spettacolo svolto presso il Prefectural Gymnasiumm cui aveva assistito dal vivo, la ragazza era stata convinta ad aggregarsi al gruppo e ad iniziare ad allenarsi per ottenere l'idoneità ad esibirsi, raggiunta dopo 4 mesi di preparazione.

Era il 6 Febbraio e da giusto una settimana aveva compiuto gli anni e finalmente la sua presentazione ufficiale si era compiuta di fronte allo sparuto pubblico di Chiba: un breve discorso durante la passerella iniziale ed un altrettanto breve incontro di esibizione di 5 minuti contro la Futagami, il tutto superato con una certa sicurezza e sufficiente abilità per garantirsi il debutto vero e proprio la volta successiva nella più prestigiosa Korakuen Hall, dove sicuramente avrebbe trovato più pubblico ad attenderla ed anche un'avversaria di maggior spessore, nientemeno che la leggendaria Aja Kong. Una sfida molto più probante, ma affrontata con un entusiasmo travolgente, come il suo german suplex con cui aveva scaraventato a terra come se nulla fosse la bestiona che ha dettato legge ovunque abbia messo piede.

Emiko Kado colpisce Aja Kong con un german suplex

Chiaramente il resto della contesa si sarebbe tramutato nel consueto massacro ad opera della veterana nei confronti dell'esordiente, ma quelle poche movenze facevano tradivano una forte personalità ed un ottimo potenziale e probabilmente sarebbero state un ottimo highlight anche se le cose non fossero finite in maniera così tragica.

La caduta

Grazie alla fitta programmazione della Arsion, nel corso delle settimane successive Emiko aveva avuto modo di misurarsi con le altre componenti del roster e seppure a livello di risultati avesse seguito il canonico percorso fatto di sole sconfitte, le sue prestazioni stavano creando una certa fiducia nella dirigenza, tanto da garantirle un minutaggio crescente ed un maggiore coinvolgimento nei compiti assegnati. Quel mese abbondante purtroppo, é tutto ciò di cui si può scrivere di lei per quanto concerne questa sua esperienza.

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(Dal minuto 3) Emiko Kado vs Hiromi Yagi - 16 Marzo 1999, Starlet Tour 99 (Korakuen Hall)

Il 31 Marzo si stava svolgendo quello che sarebbe diventato il canonico Starlet Tour della compagnia e a metà serata la Yoshida e la Kado si erano trovate davanti di nuovo in un tag team match in cui erano coinvolte rispettivamente GAMI (la senpai di Emiko) da una parte e l'ex FMW Michiko Omukai dall'altra. Maestra ed allievasi erano affrontate ufficialmente solo un paio di volte prima, ma dietro alle quinte aveano lavorato spesso assieme prima e dopo il debutto della rookie.

L'incontro si era svolto regolarmente fino a quando Mariko aveva lanciato all'indietro Emiko eseguendo un backdrop: il troppo slancio della ragazza aveva fatto si che il suo peso non fosse sufficientemente bilanciabile in fase di sollevamento, causando una caduta sbilanciata risultata fatale in seguito: la rappresentazione si era chiusa regolarmente, ma al suo termine la Kado aveva manifestato fortissimi dolori ed un certo spaesamento, tanto da allertare le colleghe ed il personale medico presente; la disgraziata storia di Plum Mariko che si era verificata 2 anni prima aleggiava ancora minacciosamente in tutto l'ambiente, anche per questo motivo si era deciso di portarla in ospedale per sottoporla ad ulteriori accertamenti. Purtroppo il trauma a livello cerebrale era piuttosto grave ed aveva portato all'immediato ricovero, ma dopo 9 giorni il verdetto finale si era rivelato il peggiore possible.

Se nel caso di Plum c'era stata una totale sottovalutazione del problema prima e dopo il misfatto, in questo caso si era trattato di un semplice errore di calcolo, uno di quelli che affiorano alla mente degli appassionati quando si sentono dire che si tratti di una disciplina "finta", come se lottatori e lottatrici fossero di gomma ed in grado di subire qualsiasi colpo senza conseguenze, quando invece i loro corpi spesso sono soggetti a traumi e danni causati anche dalla più banale delle cadute volontarie. Il fatto che molti di loro non paghino le conseguenze nell'immediato non toglie nulla alle difficoltà a cui vanno a livello fisico, ancor di più quando si tratta di centimetri, di istanti, di coordinazione e fiducia nella persona a cui si sta mettendo in mano il proprio corpo. Un banale errore come questo é stato sufficiente a stroncare una giovane vita, anche se questa si era affidata ad un'eccellenza del campo con cui era a stretto contatto quotidianamente.

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14 Aprile 1999, Starlet Tour 99 (Korakuen Hall)

Così quella sera del 14 Aprile il gruppo aveva celebrato la propria compagna caduta, tutte si erano presentate con una maglietta recante il suo nome, compiendo diversi gesti di commemorazione, dal consueto minuto di silenzio all'esibizione da parte di Ayako Hamada del suo pupazzo preferito, quello di Doraemon, per concludersi con il pianto straziante di Mariko Yoshida, la stessa che avrebbe perso anni dopo un'altra allieva nella sia IBUKI, seppure per altri motivi non del tutto riconducibili al wrestling.

Lei più di altri ci racconta come a volte le sventure peggiori sono causate dal momento sbagliato o ancor peggio da una maledetta manciata di centimetri.