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Ice Ribbon
Match | By Poppo • 01-12-2021
Image Credits: Ice Ribbon

Tsukasa Fujimoto e Tsukushi si inseguono da 10 anni

Questo articolo in origine doveva celebrare uno dei migliori incontri di questa annata, l'ennesimo capitolo di un sodalizio, quello tra Tsukasa Fujimoto e Tsukushi Haruka, che nell'arco di 10 anni ha raccontato la crescita, le gioie ed i dolori di coloro che ormai sono il cuore e l'anima della Ice Ribbon.

Eppure proprio nella giornata di oggi un'ombra piuttosto pesante ha coperto le luci della ribalta appena prese da quest'ultima prodezza realizzata: con un comunicato stampa piuttosto scarno, la compagnia di Saitama ha annunciato che a partire dall'inizio del prossimo anno, Risa Sera, Mochi Miyagi, Akane FujitaHiragi KurumiThekla e Suzu Suzuki non saranno più ufficialmente sotto contratto, inoltre Maya Yukihi lotterà ancora, ma in qualità di freelance; in un colpo solo se ne andranno dunque una colonna del gruppo, 2 lottatrici esperte di lungo corso e 3 giovani prospetti su cui ormai si erano create grandi aspettative per il futuro.

Una decisione piuttosto drastica che lascia dubbi sulla tenuta economica di una promotion che fino ad oggi era sembrata piuttosto solida nonostante le perdite causate dalla situazione sanitaria, al punto tale che l'unico taglio operato fino ad oggi riguardava l'allestimento degli spettacoli minori, i cosiddetti P's Party ideati a loro tempo da Tequila Saya.

Dove porteranno questi sviluppi ora come ora é tutto da capire, di certo, se prima dell'annuncio Tsukasa e Tsukushi si erano già da tempo prese sulle spalle le sorti della Ribbon, da qui in avanti il loro compito sarà quello di tenere salda la rotta, proprio come la loro storia: un cammino fatto di perdite e di rincorse, ma affrontato sempre con determinazione e voglia di crescere insieme.

Aspettami!

Relatività del tempo: oggi Tsukushi ha giusto un solo anno in più rispetto all'allora debuttante Fujimoto, eppure avendo iniziato a praticare a soli 12 anni ed essendo parte del roster da altrettanto tempo, ormai nelle gerarchie interne ricopre un ruolo appena inferiore a quello dell'ace della compagnia.

A conti fatti il tempo con loro si é divertito parecchio a giocare i suoi strani scherzi, basti pensare che ai loro albori era la ragazza proveniente da Kamisu a venire considerata la stella nuova stella nascente: era il 2011 ed Emi Sakura era ancora a capo della sua creatura ed il progetto parallelo ideato da Sayaka Obihiro chiamato 19 O'clock Girls ProWrestling stava cercando di portare a maturazione i vari talenti scovati dalla fondatrice nel corso degli anni. Il primo alloro messo in palio da quello spettacolo trasmesso in streaming era l'odierna cintura IW19 e a contenderselo c'erano l'ex attrice scoperta dopo una serie di apparizioni presso una trasmissione  dell'emittente locale chiamata Venus Muscles e dall'altra il più giovane prodigio.

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Tsukasa Fujimoto vs Tsukushi - 22 Marzo 2011, Ice Ribbon 19'O Clock Girls Pro Wrestling #65 (Sapporo)

A prevalere era stata la seconda dopo una sfida di destrezza e velocità nel piazzare la giusta contromossa al momento opportuno, da provette atlete junior.

Nello stesso anno si era avvicinata a loro la figura che avrebbe plasmato il resto della loro carriera: la grande Manami Toyota era arrivata in pianta stabile in Ice Ribbon e aveva deciso di lavorare proprio con Tsukushi. Ne nasce una simpatica rivalità in cui la novizia aveva iniziato a tributare il giusto rispetto verso la leggenda copiandone sia le mosse che il costume di scena indossando la celebre tuta nera. Brevi scontri, ma ripresi con una certa frequenza anche in coppia con Tsukka, in quelle che sono le origini del loro longevo tag team chiamato Dropkickers anche in onore della mossa utilizzata in tante varianti dalla stessa Toyota.

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Manami Toyota vs Tsukushi - 24 Settembre, Ice Ribbon #326 Yokohama Ribbon

Alleate o avversarie, si trattava pur sempre di un triangolo da cui le due performer contemporanee potevano trarre beneficio in termini di visibilità e infatti nel 2013 - ad un anno dall'inizio del nuovo corso inaugurato con l'addio della Sakura - erano presto arrivate nelle posizioni apicali della promotion: Tsukushi avava vinto la cintura ICEx60, mentre Tsukasa aveva conquistato l'allora che aveva sfiorato a suo tempo contro la rivale; entrambe le cinte erano viste come retaggi della vecchia gestione e per questo motivo si era deciso di unificarle creando l'attuale titolo Ice Cross Infintiy.

In questa rivincita a fare la differenza non era stata tanto la velocità di esecuzione quanto la maggior durezza dei colpi ed una maggiore malizia figlia dell'esperienza che stava andando ad accumularsi girando per il paese, sicché la vittoria quella volta era arrisa alla Fujimoto. Eppure la sconfitta continuava a rimanere la prima delle favorite di Manami finendo spesso a lavorare con lei portandosela in giro nelle sue numerose apparizioni per le altre etichette.

Una sorta di apprendistato spezzato del tutto nel 2017, l'anno in cui la carriera di Tsukushi sembrava essere giunta al capolinea: in quella maledetta sera di Dream Joshi Puroresu, la ragazza aveva cercato di pugnalare una collega che aveva deciso di sporgere una denuncia anonima (il cui profilo più accreditato pare sia quello di Kagetsu) portando al suo arresto con conseguente reclusione di 6 mesi e soprattutto la perdita dello spettacolo di ritiro di manami Toyota, l'ultima occasione di poter condividere il ring con la sua beniamina.

Al suo ritorno in punta di piedi, ad aspettarla sul quadrato c'era sempre Tsukasa ad attenderla: un incontro breve, come se si trattasse di una sfida tra una novizia ed il nome di punta del roster; L'anagrafica diceva il contrario, ma di fatto questa era la strada designata, poiché Tsukushi aveva deciso di ripartire da zero comportandosi esattamente come se fosse un'atleta alle prime armi per espiare le proprie colpe, mentre la Fujimoto era diventata l'erede ufficiale di Manami Toyota e si era aggiudicata il premio come lottatrice dell'anno da parte della rivista Tokyo Sports, chiudendo il cerchio di questo lungo scherzo della sorte.

Tsukasa Fujimoto vs Tsukushi - 31 Dicembre 2017, Ribbonmania 2017 (Korakuen Hall)

Presa!

Venendo ai giorni nostri, l'ultimo capitolo disputato qualche settimana fa ha visto la storia ripetersi nuovamente, mettendo di fronte le cinture Infinity e IW19 - riesumata durante il picco di pandemia dello scorso anno - l'una contro l'altra, stavolta detenute dalle rispettive vincitrici inaugurali in quella che é l'ennesima citazione del passato in questo quindicesimo anno di attività.

La decade di scontri - replicati all'inizio di quest'anno oltretuttto - nella maggior parte dei casi potrebbe porre il rischio di ripetitività delle situazioni e delle storie raccontate, forse anche per questo motivo le 2 contendenti hanno optato per introdurre in questa occasione alcuni elementi legati alle rispettive esperienze recenti, in particolar modo al loro viaggio in Messico. Le prime fasi di gara infatti hanno alternato una serie di scambi diretti volti a mostrare la tensione dettata dalla conoscenza reciproca all'uso di tecniche proprie della tradizione luchistica, citando alcuni dei maestri incontrati nei loro viaggi, su tutti Negro Casas e la sua casita ed Ultimo Guerrero.

Queste tecniche hanno costituito anche un modo per dare maggiore profondità alla guerra psicologica in atto, dove ogni mossa é stata replicata a parti invertite cercando di aggiungere una maggiore cattiveria per prendersi una sorta di vantaggio ideale, colpi diretti come i calci al volto - a terra e sulle corde, sequenze alle quali la campionessa ha aggiunto una certa coreografia portandosi la sfidante in giro per il quadrato - e gli stessi uppercut in pieno petto che in qualche modo si sono agganciati all'ultima battaglia vinta da Tsukka contro Ibuki Hoshi

Tsukushi dal canto suo ha messo in campo tutta la grinta e la propensione per il gioco sporco che hanno rilanciato il suo personaggio negli ultimi anni, aggiungendo alla lista delle sue tattiche l'utilizzo della sedia fuori dal ring, un espediente da lei quasi mai utilizzato e che testimonia la sua volontà di imporsi, così come foga di eseguire i suoi stomp a terra in pieno volto di Tsukasa rischiando di scivolarle addosso con possibili conseguenze peggiori.

Per cercare di rompere il sostanziale equilibrio del match, Tsukushi ha cercato anche di utilizzare un trucco messo in pratica da un'altra sfidante che l'ha preceduta, Hiroyo Matsumoto: come aveva cercato di fare la godzillessa durante l'incontro dell'anniversario, anche lei ha cercato di rubare il Japanese Ocean Cyclone Suplex, la mossa finale della Fujimoto, la quale essendo stata in passato la mossa brevettata dalla Toyota assume in questo caso un valore storico aggiuntivo, a maggior ragione poiché la stessa era presente in mezzo al pubblico per assistere all'ennesima battaglia tra le sue favorite. Come nel precedente però, Tsukka é stata in grado di reagire uscendo dalla tecnica prima del conteggio di 3 e successivamente ha cercato di sfruttare la stanchezza della nemica per applicare le sue trademark principali come il Venus Shot, l'Ace Crusher con cui si era aggiudicata i principali scontri passati ed infine, come ultima risorsa, il Japanese Ocean Cyclone Suplex, addirittura per 2 volte, cosa successa rarissime volte data la quasi infallibilità della tecnica.

Ennesima ironia del caso, a costarle la sfida é stata la variante di questa tecnica, ossia il Japanese Ocean eseguito da terra e senza il sollevamento utilizzando le spalle: l'errore di applicazione ha permesso alla sfidante di far esplodere tutta la sua cattiveria colpendola senza esitazione con tutte le mosse possibili, inclusa una triplice ripetizione dell'infinity, la DDT modificata di Tsukasa anch'essa utilizzata spesso per concludere i suoi incontri, ma stavolta occorreva vincere su tutti i fronti, così la futura campionessa si é presa la soddisfazione di far calare il sipario utilizzando il Japanese Ocean, fornendo un motivo in più a Manami Toyota per presentarsi a fine serata per allacciargli la cintura alla vita sotto allo sguardo soddisfatto dell'ormai ex campionessa, ilquale per alcuni istanti é sembrato dire "ben arrivata amica mia".