Calle joshi

BBM
Match | By Poppo • 13-04-2022
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La fine del regno da campionessa Oz Openweight di Maya Yukihi ha dimostrato le tipiche difficoltà di programmazione delle piccole realtà

Nel precedente articolo é stato trattato l'argomento del problema riguardante la formazione delle giovani lottatrici da parte di una piccola realtà nipponica la SEAdLINNNG e di come costoro nella pur breve vita di questa realtà siano quasi sempre state relegate al semplice ruolo di comparse.

L'articolo riprenderà questo tema, però ribaltando la prospettiva dal punto di vista di un'altra promotion, per la precisione la più antica attualmente in attività, la Oz Academy guidata dalla feroce Mayumi Ozaki, un luogo nato all'interno della famosa Gaea e che nel tempo é divenuto la casa di molte "reduci" da quell'esperienza e da quell'altra dell'altra sigla nobile del movimento joshi, la JWP.

Una sorta di ritrovo per veterane, ma a momenti alterni dei suoi quasi 25 anni di vita questa compagnia é stata anche una palestra per talenti di grande prospettiva, una vocazione che negli ultimi mesi é sembrata tornare in auge a queste latitudini grazie alla consacrazione della stella più luminosa a disposizione della Oz, Maya Yukihi, ma non solo: una serie di buoni propositi, i quali però devono fare i conti con le difficoltà dell'attuale periodo storico.

Braccia giovani

Pur non essendoci rookie o performer formate in casa negli ultimi anni, gli spettacoli messi in piedi dalla Academy dallo scorso Dicembre si sono contraddistinti dalla presenza di molte ragazze provenienti dal mondo delle freelance che hanno contribuito ad abbassare notevolmente l'età media delle partecipanti e a garantire una maggior vivacità nella proposta in generale. I nomi in questione peraltro sono in grado di portare visibilità essendo tra i più gettonati in circolazione, come la vivacissima Mei Suruga - fresca della sua mini incursione sul suolo statunitense tra le fila della All Elite Wrestling - e Ram Kaicho, la quale a sua volta si sta facendo strada nell'orbita della DDT, inoltre in occasione dell'ultimo evento Battle Big Bonus, ha fatto il suo esordio la promettente Momoka Hanazono, una delle ultime figlie del prolifico territorio di Osaka.

Ma non ci sono solo baby prodigi, infatti dall'esterno é tornata in visita Rina Yamashita, forte del suo status di specialista nel settore hardcore e della conquista recente dei titoli di coppia con la veterana Hiroyo Matsumoto e nel mentre c'é da registrare la presenza fissa di Yuu, ex dominatrice della Tokyo Joshi Pro inseritasi ormai da 3 anni nelle dinamiche della compagnia in quanto parte integrante del gruppo Beast Friends sotto la tutela dell'inossidabile Aja Kong e della girovaga ventiquattrenne Itsuki Aoki, altro nome fortemente focalizzato sulla categoria tag team in grado di portare brio nei match di metà card dove ha fatto anche la sua prima comparsa una nuova cintura chiamata OZ Academy pioneer - la quale non ha ancora un preciso ambito e di conseguenza bisognerà attendere qualche mese per poterla inquadrare - altro segno di una certa volontà di rinnovamento.

E infine ci sono le 2 "figlie adottive" della Ozaki, le allieve raccolte un paio di anni fa durante la loro fase di maturazione e che grazie alla nuova maestra hanno sviluppato il loro lato più oscuro all'interno della formazione delle Seiki-Gun, da una parte la campionessa Maya, dall'altra Saori Anou, protagonista silenziosa delle ultime vicende principali della promotion: fin dalla vittoria della cintura Openweight da parte della compagna, Saori ha accumulato una serie di piccoli screzi con il resto del gruppo, prima scontrandosi apertamente in un paio di occasioni con l'altra senpai Yumi Ohka e poi nonostante la riappacificazione é stata la principale vittima di alcuni errori di comunicazione interna nel corso dei match di squadra che le sono costati diverse brutte figure, soprattutto le ultime che hanno portato agli sviluppi più importanti; il primo scivolone le é costato l'opportunità di ottenere il titolo di prima sfidante di Maya, il secondo avvenuto il 3 Aprile é costato a lei e alla Ozaki la vittoria dei titoli di coppia, più un paio di giorni di pulizia per ripulirsi il viso dai segni del liquido rosso spruzzatole involontariamente dalla maestra.

Segnali che sembrano comunque presagire un futuro da protagonista vera e propria, anche se prima dell'ultimo show parevano indirizzati alla costruzione dello showdown finale con Maya, l'ideale scontro tra talenti cristallini già affermati nelle rispettive realtà a cui sono state parallelamente legate fino poco tempo fa, la Ice Ribbon e le Actwres girl'z, nidi materni abbandonati con fortune alterne, visto che é dall'inizio dell'anno la Yukihi sta accumulando commesse di spessore e progetti autonomi, mentre la Anou continua a rimanere nel limbo delle scene indipendenti, ma senza trovare una vera e propria fissa dimora al di fuori della Oz Academy.

Uno scenario bruscamente interrotto dal main event di Battle Big Bonus, dove la seconda difesa di Maya prevedeva l'assalto da parte della stagionata AKINO, nome di punta tra le fila delle beniamine del pubblico di casa, ma da diversi anni relegata principalmente alle lotte tra la sua fazione (le Mission K5) e le altre 2 unit già citate, facendo perlopiù da spalla all'altro grande nome del passato, Sonoko Kato. Un'apparente formalità sulla strada del rinnovamento, invece lo svolgimento ed il finale dell'incontro hanno raccontato un vero e proprio diètro frónt.

Finire in secca

Alle soglie dei 50 anni, AKINO ha perso la brillantezza fisica che in gioventù tra le file dell'Arsion le avevano permesso di affermarsi con uno stile di lotta molto vicino a quello della lucha libre, unendo una certa padronanza delle tecniche di llaveo (chiavi articolari) all'incorporamento di sequenze basate sulla pura agilità, non a caso la ragazza in passato ha lottato più volte in Messico ed é stata spesso abbinata a lottatrici provenienti da quel mondo. Per sopperire ai segni del tempo quindi, le sequenze volanti sono state sostituite dalla predisposizione allo scontro fuori ring, alla rissa basata sulla fisicità e sulla volontà di incassare quanti più colpi possibili, anche per adattarsi meglio a quella tipologia di wrestling proposto dalla compagnia molto orientato alle mode joshi di metà anni ottanta.

Se quest'ultimo aspetto ha aiutato a sviluppare il racconto di questa sfida, é stata la fase tecnica iniziale a rappresentarne il suo vero e proprio tasto dolente: ogniqualvolta Maya ha provato ad effettuare degli scambi a terra, AKINO é sembrata estremamente impacciata, come se facesse fatica anche solo ad intuire i movimenti dell'avversaria e a seguirli in maniera articolata ed armonica, tant'é che in più di un frangente si é visto la campionessa girarle attorno mentre lei rimane quasi totalmente immobile.

Maya Yukihi tenta di mandare a terra AKINO utilizzando le proprie gambe e ruotandole intorno (photo credits: Oz Academy)

A toglierla dall'imbarazzo ci ha pensato uno degli elementi imprescindibili degli incontri di cartello della Oz Academy, il cosiddetto overbooking, ossia la presenza di molte situazioni poco verosimili volte ad enfatizzare l'infrazione delle regole e ovviamente le protagoniste sono state le compari della Yukihi con il consueto carico di scorrettezze, mosse in combinata in pieno sfregio della presenza dell'arbitro (di fatto un mero ornamento) ed uso esagerato delle armi, come la tipica frusta usata da Maya, le sedie usate per colpire violentemente al capo AKINO in diverse occasioni, aiutata da parte sua solo dalla presenza della Kato, anche se questa si é rivelata più che sufficientemente visti i già citati problemi verificatisi in corso d'opera.

Un metodo di scrittura estremamente caratteristico in grado di dividere il pubblico tra favorevoli a questa visione anche "americana" per certi versi, che trova ancora cultori tra le sue fila in Giappone e che infatti viene tuttora proposta anche da realtà più grandi come la New Japan Pro-Wrestling ad esempio - basti pensare al Bullet Club, uno dei suoi marchi di fabbrica che hanno contribuito alla sua espansione negli ultimi anni - ed i puristi amanti della visione più "sportiva" e realistica della disciplina.

Saori Anoue e Yumi Ohka posizionano la testa di AKINO sulle sedie (photo credits: Oz Academy)

Sta di fatto che per trequarti della rappresentazione, più che assistere ad un incontro é sembrato di vedere uno di quei lunghi segmenti basati sulle risse che si usano per costruire le rivalità, sia per la gran quantità di persone coinvolte che per la partecipazione totalmente  passiva della sfidante, risvegliatasi giusto nelle battute finali, quando si é trattato di scambiare con la campionessa dei semplici colpi diretti fatti di calci e pugni basati solamente sull'adrenalina accumulata.

In questo caso l'immobilismo di AKINO é stato quasi funzionale a mostrarne la determinazione e la voglia di resistere nonostante la fronte sanguinante ai letali calci di Maya ed al tempo stesso é riuscita a portare a segno finalmente dei colpi di pari intensità, seppure anche in questo caso la Yukihi ha dovuto lavorare per entrambe cercando di valorizzare da sé al tempo stesso la sua offensiva e quella dell'avversaria, trovando finalmente il giusto sincronismo proprio quando AKINO ha sferrato il suo colpo decisivo, una bella ed elegante Frankesteiner in grado di consentire all'arbitro di effettuare il conteggio decisivo.

Praticamente la mezzora complessiva di questo match é consistita in 25 minuti di "recita" ed i restanti di incontro "normale".

Maya intenta a portare a segno una sequenza di superkick consecutivi (photo credits: Oz Academy)

La scelta del passaggio di consegne non é certo da leggere come una bocciatura nei confronti di Maya o di un premio ad AKINO, ma piuttosto sembra voler intendere che i tanti impegni esterni di Maya ridurranno nel lungo periodo le possibilità di impiego da parte della Oz Academy, basti pensare che nelle prossime settimane continuerà a lavorare con la DDT (di cui é stata protagonista grazie alla rivalità con la ragazza simbolo del gruppo Saki Akai), sarà impegnata nel main event per le celebrazioni della nascita della storica Korakuen Hall e a metà del mese promuoverà assieme alla rediviva Natsu Sumire e Miyuki Takase  il progetto Nomads, uno show autoprodotto incentrato sulle principali freelance giapponesi.

Riconoscimenti frutto di anni di lavoro, del talento e dell'ambizione dell'ex Azure revolution, tutte cose che ormai l'hanno resa il proverbiale pesce troppo grande per quel metaforico stagno rappresentato dalla compagnia della Ozaki e dal suo piccolo mondo antico che molto fatica a reggere il passo con la modernità nonostante le buone intenzioni messe in campo recentemente, pertanto non é strano quanto avvenuto e molto probabilmente sarà qualcosa che si rivedrà più e più volte ancora in futuro.

Come dice il proverbio tipico veneziano, Remo cùrto, barca picola, se si ha un remo piccolo, non si può certo governare una barca grande, perciò tocca accontentarsi, volenti o nolenti.