Calle joshi

Match | By Poppo • 13-03-2022

Il debutto di Miyu Amasaki é stato affidato ad una ex rookie atipica

La prima edizione di New Blood é andata rapidamente agli archivi, se non altro perché nel giro di 2 giorni la Stardom ha messo in piedi altri 2 spettacoli, in linea con il suo fitto ed ambizioso calendario, ma rispetto alla normale programmazione, in questo frangente l'obiettivo non era quello di mettere in scena incontri esteticamente "belli" o raccontare storie particolari, bensì quello di esibire, mettere in mostra potenziali nomi per il futuro, ma ancora prima la forza economica della compagnia leader del settore.

Si sono visti molti prospetti già consolidati all'esterno come Haruka Umesaki e le ragazze della Just Tap Out, in perfetta continuità con la politica di ingaggio perpetrata nell'ultimo biennio, un modo di agire che ha quasi fatto scordare il ruolo formativo svolto dalla promotion fin dalle sue origini, così come il fatto che il suo dojo sia ancora in attività e forse anche per questo motivo la serata si é conclusa con il debutto dell'ultima ragazza che ha ricevuto il nulla osta per entrare a far parte del roster, la giovane Miyu Amasaki.

Un battesimo con vista su una platea sempre più ampia, ma che in questo momento storico rischia di perdersi in mezzo a questo viavai di volti nuovi e vecchi che si riaffacciano su questo specifico palcoscenico, specie in assenza della necessaria capacità di crescere e di adattarsi in fretta al contesto e anche di una certa accortezza nella gestione complessiva da parte della stessa Stardom. Praticamente si tratterebbe di replicare quanto accaduto alla senpai scelta per Miyu, Utami Hayashishita.

Farsi largo

Quando la figlia di Big Daddy ha disputato il suo primo match era l'estate del 2018 e il gruppo guidato da Rossy Ogawa stava vivendo una fase di riorganizzazione interna dopo l'abbandono della storica coordinatrice Fuka Kakimoto, figura di spicco fin dalla nascita della compagnia dove ha ricoperto i ruoli di booker e soprattutto coordinatrice e responsabile degli allenamenti. Dopo l'addio avvenuto in maniera burrascosa con la fondatrice Nanae Takahashi, Fuka é stata determinante nella selezione e nella formazione dei talenti provando ad ammorbidire i rigidi metodi di allenamento (se così si può dire), ma senza abbassare i requisiti minimi richiesti alle aspiranti wrestler per poter competere.

Nonostante la popolarità acquisita durante l'infanzia, Utami si é guadagnata il suo posto ottenendo il massimo dei punteggi in tutte le categorie nella valutazione finale, legittimandosi quindi prima come lottatrice agli occhi dei suoi nuovi datori di lavoro prima ancora di venire considerata come un personaggio pubblico, mantenendo questo standard anche durante l'insediamento di Kagetsu in qualità di nuova responsabile per arrivare ai giorni nostri dove si sta vivendo una sorta di autogestione interna all'interno della quale infatti escono pochissimi dal vivaio interno, ma al tempo stesso il suo buon nome é stato tenuto alto dalla stessa Utami grazie alle sue performance sul ring, specie la serie di incontri disputata con la veterana Syuri.  

Un processo di maturazione supportato sicuramente dal talento della rossa proveniente dall'isola di Amami, ma anche dal modo con cui la Stardom l'ha proposta sin dal suo esordioun evento il quale pur non trattandosi del main event di giornata, era stato promosso con una certa insistenza a livello pubblicitario, con tanto di coinvolgimento del più famoso genitore e di tutto il parentado con il quale aveva condiviso l'esperienza televisiva di Tsukai! Big Dady.

Utami con la sua famiglia (in basso a destra il padre). 12 Agosto 2018,  Stardom X Stardom 2018 (Korakuen Hall). Photo credits to World Wonder Ring Stardom

Anche nel suo caso l'avversaria scelta non corrispondeva al tipico profilo utilizzato tradizionalmente, ossia quello della veterana, piuttosto si era optato per uno di quei talenti ritenuti già svezzati e pronti per fare il grande salto, in quel caso Jungle Kyona, la quale per una certa ironia della sorte aveva accumulato grossomodo gli stessi anni di attività raggiunti da Utami oggi.

Abbinamento a parte, una volta terminate le foto di rito e messi da parte gli omaggi floreali, l'incontro aveva seguito il più tipico dei canovacci: Kyona per la maggior parte dell'incontro ha imposto la sua tipica fisicità piantando a terra l'avversaria con una serie di prese a terra per indebolirne la schiena, terminando sul nascere ogni tipo di velleità schiantandola violentemente al tappeto, consentendole il solito minuto di gloria in cui solitamente la novellina deve mostrare tutta la sua grinta. Il pregio di quel breve lasso di tempo disputato era consistito nell'essere riuscito a presentare Utami in maniera ben definita: l'atterramento rivale attraverso la tecnica da judoka, la forza fisica con cui era riuscita a ribattere momentaneamente al punto forte dell'avversaria, tutti punti sui quali ha lavorato nel tempo rendendoli i pilastri del suo modo di lottare. Più passavano i minuti e più la ragazza della jungla ha dovuto elaborare la propria offensiva per mantenere il controllo, facendo lentamente passare in secondo piano il fatto che si trattasse di un'esibizione e dando la sensazione di combattere un match normale tra due regular.

La sfida si era poi conclusa dopo un quarto d'ora con Utami letteralmente avvinghiata allo stivale di Kyona per riuscire a strappare almeno il pareggio, missione portata a casa tra lo stupore generale non solo per questo risultato così insolito, ma anche per lo spazio che questa esordiente era riuscita a ritagliarsi al debutto. Se le luci della ribalta avranno sicuramente spinto almeno in parte la Stardom a evitare la solita sconfitta iniziale, non si può certo parlare di favoritismo, piuttosto di promozione e valorizzazione in ottica futura, sempre però partendo da un presupposto, quello di dimostrare piena padronanza sul quadrato.

Jungle Kyona vs Utami Hayashishita - 12 Agosto 2018,  Stardom X Stardom 2018 (Korakuen Hall). Photo credits to World Wonder Ring Stardom

Un paradigma che la nuova gestione targata Bushiroad sta cercando di adeguare alle proprie mire espansionistiche, infatti se é vero che Utami rimane un punto fermo per quanto concerne la scrittura delle storie che ruotano attorno alle cinture principali, é anche vero che oggi si possono vedere lottare per esse anche lottatrici come Mina Shirakawa e Unagi Sayaka, performer lontane dal vecchio standard qualitativo ma molto redditizie grazie alla loro popolarità sui social network e alle loro qualità estetiche. Facce di una stessa medaglia se si parla di intrattenimento, ma che più di qualche volta hanno faticato e faticano ancora a dialogare all'interno degli spettacoli offerti.

Con queste premesse la domanda da porsi é: dove si colloca Miyu Amasaki?

It's hard to be a rookie in Stardom

Per la diciannovenne proveniente da Kyoto il cui nome é stato pure modificato prima del debutto passando da Miyu Matsuda (derivato dal suo vero nome Mitsuyoshi Matsuda) all'attuale Miyu Amasaki, l'essere stata affiancata ad Utami all'esordio vuol dire non solo essere stata messa nelle mani di uno dei nomi di punta, ma soprattutto di poter lavorare da subito con qualcuno di più malleabile nei confronti di una ragazza con pochissimi mesi di allenamento e poca esperienza pregressa nel mondo delle arti marziali: Syuri e Mayu Iwatani in tal senso sono delle worker che richiedono rispettivamente conoscenza tecnica, velocità d'esecuzione ed una certa predisposizione a voler rischiare di subire qualche colpo rischioso in più del normale; la rossa invece, pur con sfumature diverse, possiede stile e caratteristiche simili a Jungle Kyona e come lei ormai sa adattarsi perfettamente all'avversaria di turno riuscendo a metterne in luce i punti di forza anche attraverso un tipo di azione meno elaborato ma basato essenzialmente sul modo in cui riesce a "vendere" la difficoltà con cui le sue rivali si rapportano con la sua forza fisica.

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(dal minuto 1:56:00) Utami Hayashishita vs Miyu Amasaki - 11 Marzo 2022, New Blood 1 (Shinagawa Intercity Hall)

Nella decina di minuti messi a disposizione, la senpai ha messo in piedi una gara simile a quella del suo esordio facendo leva su una serie di prese a terra basilari per mantenere un ritmo basso fino al fatidico ritorno di fiamma della giovane novizia, rinunciando alla quasi totalità delle sue tecniche più impattanti per evitare di schiacciarla e metterla in cattiva luce e portandola ad usare perlopiù delle movenze che non le si vedono usare spesso, come i dropkick, quasi a voler "alleggerire" la sua offensiva .

Miyu dal canto suo non potendo giocarla sul piano fisico a causa del dislivello in altezza e muscolatura, ha seguito le direttive cercando inizialmente di prendere alla sprovvista Utami con qualche ribaltamento improvviso per poi cercare gloria al momento opportuno: nell'insieme non é emerso un tratto distintivo netto in grado di incasellarla dentro un determinato stile di lotta o una tipologia di arte marziale e per tutta l'esibizione la si é vista cercare di concentrarsi sull'esecuzione di poche tecniche di base, riuscendo a portarle a compimento senza particolari sbavature.

Un cantiere dove comunque si é intravista una certa volontà di provare mosse coreografiche, come la gomitata rotante eseguita mentre Utami si trovava all'angolo o la DDT  eseguita di rimbalzo dopo essere stata sollevata dall'avversaria in un tentativo di proiezione. Piccole cose dettate dalla voglia di lasciare una traccia all'interno di un'occasione importante, laddove non c'erano premesse per giustificare un altro risultato a sorpresa: il divario tra le due era troppo netto e l'assenza di tratto d'unione tra i loro modi di combattere ha imposto un andamento lineare ed un risultato altrettanto lineare dall'inizio alla fine, quando la rookie è stata abbattuta senza grossa resistenza con un German suplex, una delle prime tecniche finali dell'ex campionessa mondiale, ma ha ricevuto lo stesso le lodi della sua superiore e l'accettazione all'interno del suo gruppo, le Queen's Quest.

La strada di Miyu quindi sembra indirizzata verso un percorso da giovane allieva che si fa le ossa partendo dal basso per diverso tempo nei match di apertura e lavorando in gruppo con la sua unit occasionalmente fino a quando non sarà ritenuta autosufficiente, un qualcosa che da altre parti o nella stessa Stardom di qualche anno fa sarebbe stato considerato canonico, quasi scontato, ma che oggi in assenza di una vera guida tecnica e con un roster in continua espansione rischia di limitarne i margini di crescita sia in termini di abilità spicciole che di visibilità. Per una giovane oggi come oggi le vere palestre per evolvere le proprie abilità sono le promotion più piccole come la Just Tap Out o la Diana, ma anche le più grandicelle come Sendai Girls' ed Ice Ribbon, luoghi composti da gruppi storici più contenuti ma suddivisi con rigore gerarchico e con metodi e calendari più consoni alla formazione e la crescita personale: ironicamente non dovrebbe essere la Stardom a raccogliere i talenti, ma piuttosto li dovrebbe mandare in giro per apprendere da queste realtà da cui ormai la promotion sembra essersi distaccata per cercare un rischioso modello di riproduzione che ricorda tanto quello attuato dalla WWE con il progetto NXT, con tutti i danni che ne sono seguiti nel tempo sia per la compagnia di Stamford che per il panorama circostante.

Se Miyu vorrà andare lontano, la neoarrivata dovrà quindi mettersi alle spalle questo incontro alla svelta e cercare di lavorare il più possibile per costruire e caratterizzare il proprio personaggio: la Stardom di oggi non é più una scuola e i debutti da predestinati sono altri.