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World Wonder Ring Stardom
Recensioni | By Poppo • 20-10-2021
Image Credits: World Wonder Ring Stardom

L'ultimo scontro tra Tam Nakano e Mayu Iwatani é stato una risposta indiretta alla Tokyo Joshi Pro...

Alla Jo Hall di Osaka é andato agli ormai archivi Osaka Mecha Stardom!, l'ennesimo pay per view  di quest'anno targato Stardom, un evento che ha regalato agli appassionati una serata in cui si sono visti dei buonissimi incontri e dove le recenti imperfezioni sono state limitate il più possibile dando finalmente l'impressione di aver trovato un equilibrio tra nuove e vecchie forze in campo.

Una vera e propria prova di forza quella offerta dalla controllata della Bushiroad, a voler essere maliziosi una risposta indiretta alla concorrenza, visto che l'incrocio con un Wrestle Princess II, l'altro spettacolo "di peso" allestito dalla Tokyo Joshi Pro Wrestling lo stesso giorno e il cui main event partiva da una serie di premesse molto simili al miglior incontro proposto dalla Stardom in questa occasione, la difesa del titolo di Wonder of Stardom da parte di Tam Nakano contro l'ex mentore Mayu Iwatani.

Dall'altra parte della barricata infatti, Miyu Yamashita e Maki Itoh hanno cercato di raccontare una storia molto simile: una ex idol convertita al wrestling in cerca della consacrazione definitiva di fronte agli occhi dell'ace della compagnia di appartenenza; in entrambi i casi il risultato finale é consistito in un rinvio dell'atteso happy ending a data da destinarsi, tuttavia la messa in scena da una parte ha funzionato, dall'altra no.

Merito della nuda e cruda azione proposta? Non solo, a fare la differenza é stata la somma delle capacità individuali unite modo con cui sono é avvenuta la messa in scena.

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Esperienza

Miyu e Mayu a parte l'assonanza dei nomi hanno davero poco da spartire, così come le rispettive carriere condividono giusto l'aver ottenuto affermazioni di valore all'interno del panorama indipendente degli Stati Uniti e appunto l'essere i 2 assi delle rispettive promotion, seppure il loro modo di interpretare il ruolo e il modo con cui sono arrivate a ricoprirlo sia diametralmente opposto. Il fatto di essere la ragazza presente fin dalla nascita della TJWP, ha spinto la Yamashita ad impostare i suoi incontri sull'essere sempre un paio di passi avanti all'avversaria, dominandole con la brutalità dei suoi calci o facendo leva sulla propria resistenza, al contrario l'icona della Stardom pur essendo anche lei parte di un nucleo fondativo ha dovuto sgomitare a lungo ed evolvere il suo personaggio a tal punto da aver acquisito la capacità di saper modellare il suo modo di lottare in base alla rivale di turno.

Proprio in virtù di questa caratteristica, a prescindere dal risultato finale del match, é molto probabile che chiunque venga messa davanti a lei, molto probabilmente farà una buona figura, perché nella maggior parte dei casi i suoi pregi verranno esaltati diventando il fulcro degli avvenimenti e non qualcosa di marginale al punto da diventare irrilevante al termine delle ostilità. Miyu ancora non ha trovato un equilibrio tra la sua veste da pluricampionessa indistruttibile ed il suo dovere di elevare le sfidanti al suo livello, un problema emerso prepotentemente nel momento in cui durante la sua ultima difesa ha iniziato a neutralizzare l'offensiva di Maki senza mai dare l'impressione che il suddetto lavoro l'abbia davvero messa in difficoltà. Al contrario Mayu pur avendo dominato buona parte della contesa ha avuto il pregio di lasciare che Tam si prendesse gradualmente la scena trasmettendo l'incrinarsi della sicurezza con cui si era approcciata alla gara.

Passando alla controparte invece, Tam ormai é una performer fatta e finita in grado non solo di capire cosa occorre raccontare, ma anche di improvvisare in caso di imprevisti o di compensare le eventuali lacune delle sue sfidanti - come ben testimoniato dalla battaglia vinta contro Saya Kamitani - mentre Maki ancora si affida al suo estro e alle sue intuizioni del momento per creare delle situazioni interessanti, siano esse comiche o meno, ma il suo bagaglio tecnico limitato fa si che ciò si verifichi attraverso le sue espressioni, i suoi gesti o anche parlando direttamente al pubblico o direttamente con la nemica di turno. Non necessariamente si tratta di un difetto, ma questo modo di esibirsi necessita a maggior ragione di una spalla, di qualcuno che regga il gioco per un creare un botta e risposta, oppure di un copione fatto su misura. Pur non essendo questo il caso, Tam ha trovato un paio di espedienti appositi per funzionare anche in assenza di queste condizionitutti basati sullo scontro nervoso basato sugli schiaffi e di colpi diretti dalla cinta in su, oppure costruendo i suoi voli fuori dal ring in modo tale da vendere la fatica del momento, tutte sequenze elaborate grazie alle sue interazioni pregresse che in presenza di una narrazione di più ampio respiro come il kamikiri disputato con Giulia o come in questa situazione, rappresentano l'ideale per aumentare ulteriormente l'adrenalina del momento.

Interpretazione

Tornando all'aspetto recitativo, se a Wrestle Princess II é mancata in tutto e per tutto l'espressività tipica di Itoh chan in virtù dell'idea di impostare una contesa in apparenza più fredda e ragionata, in quel di Osaka é stato uno dei fattori preponderanti della sfida, un discorso he si ricollega alla duttilità delle forze in campo.

Mayu per prima ha agito apparente calma nelle prime fasi, abbinando a questa attitudine una certa cattiveria nello sferrare i suoi colpi, ponendosi idealmente come la cattiva della situazione. L'esempio ideale risiede quando ha spedito per la prima volta Tam fuori dal quadrato con un calcio apparentemente privo di rincorsa e di caricamento, ma scoccato con la giusta intensità per risultare letale ed esaltato dall'espressione seria dipinta sul volto dell'ex bicampionessa. Stesso modo di porsi applicato quando la Nakano ha provato il suo tipico crossbody dalla terza corda, contrattacato con un semplice movimento noncurante piazzato al momento giusto.

Da quel momento in poi la pupilla di Atsushi Onita é riuscita gradualmente ad applicare le sue trademark, ma sempre in risposta alle tecniche di Mayu, quindi senza avere effettivamente il controllo delle operazioni, in compenso ha continuato ad invocare l'aiuto del pubblico e ad esternare la sua frustrazione nei confronti della maestra, fino ad arrivare alla fatidica parità delle parti in campo, quando la fatica e la stanchezza hanno prevalso generando facce stravolte e movimenti a scatti dettati dalla sola adrenalina. Si potrebbe obiettare che questo fatto possa essere dovuto alla disparità di durata dei 2 incontri, tuttavia ciò non dipende dalla quantità di azione vista, ma dal modo con cui é stata condotta.

Assegnazione dei ruoli

Maki e Tam sono 2 facce della stessa medaglia, lottatrici che malgrado la loro esuberanza ed il loro afire spra le righe hanno costruito il loro successo sulle lunghe rincorse verso la gloria precedute da clamorose cadute, insomma il perfetto ritratto dell'underdog. Pur avendo già vinto il suo alloro e battuto la sua rivale, per la Nakano l'incontro con Mayu rappresenta l'ultimo grande ostacolo da superare per concludere il suo percorso iniziato 3 anni fa con il suo ingresso nelle STARS quando di fatto ha iniziato a camminare con le proprie gambe senza dover più fare affidamento ai suoi sponsor o alle sue allenatrici.

Coerentemente con il suo percorso di formazione e con quanto mostrato durante questo suo regno da white champ, Tam ha affrontato questa ennesima scalata senza snaturarsi o adottare particolari strategie e lo stesso ha fatto una Mayu che dal canto suo ha semplicemente fatto l'inverso di quanto visto contro Starlight Kid durante il 5 Star GP, dove invece ha recitato la parte della beniamina a causa del tradimento compiuto dalla picola wrestler mascherata avvenuto qualche tempo prima.

Tutto questo é stato raccontato non solo attraverso i segmenti ripresi al termine delle sfide, ma proprio grazie alle azioni attuale durante i combattimenti, senza affidarsi unicamente al cosiddetto aspetto extra ring e soprattutto senza cercare di stravolgere la narrazione assegnando compiti inediti o mal adatti al caso come avvenuto nel caso di Maki.

Enfasi

Come citato nell'articolo precedente, il grosso difetto visto nello scontro tra Miyu e Maki é stata lo scarso pathos riservato agli spot principali, in particolare al superplex dalla corda più alta culminato in un nulla di fatto. Dovendo lottare per mezzora, Tam e Mayu hanno sicuramente dovuto cercare di risparmiare le energia e distribuire con più calma le singole sequenze, ma il pregio del match - non semplice da ottenere - é consistito nell'essere riuscite a farlo senza dare l'impressione di far passare appositamente il tempo: molti incontri in Stardom risultano facili da prevedere a causa della presenza di una forte quantità di chain wrestling applicato ad inizio incontro e privo di riscontro e continuità con il proseguo della storia. Stavolta invece come accaduto nel celebrato match tra Utami e Syuri, gli scambi a terra sono stati finalizzati a creare un clima iniziale di botta e risposta, con la giusta durata e la giusta presenza scenica citata in precedenza.

La durata non ha inficiato sui tempi di esecuzione degli spot, così come sulla durata delle pause utilizzate per "vendere" le mosse più potenti, prima quelle aeree e poi gradualmente le varie proiezioni (che rappresentano poi la armi più significative dei rispettivi arsenali), inizialmente meno importanti a causa della reciproca conoscenza e poi man mano più impattanti con il calare dei tempi di reazione. Questione di realismo, ma anche di citazionismo.

Continuità

L'ultima gara una contro l'altra tra le 2 era infatti avvenuta ad inizio anno ed aveva visto un canovaccio molto simile, seppure in quel frangente Tam era stata molto più aggressiva in virtù del suo successivo allontanamento dalle STAR, ma la sequenza finale vista quella volta é stata molto simile a quella proposta 2 settimane fa, ossia la proposta in sequenza delle finisher sviluppate nel corso degli anni, il Tiger suplex prima per passare immediatamente al Twilight Dream, arrivando a quest'ultima mossa a pochi istanti dal suono della campanella, prima del conteggio di 3.

Rispetto al precedente stavolta i tentativi sono arrivati prima e stavolta sono stati neutralizzati durante i primi tentativi (compreso un tentativo di furto del Dragon suplex, la mossa finale più efficace di Mayu) per poi venire subiti nella parte finale. Queste mosse non sono state solo dei tentativi  di chiusura del match, ma in qualche modo hanno fatto da trait d'union con le altre sfide pregresse: Il Tiger suplex era nato durante il 5 Star del 2019 e Mayu era riuscito a disinnascarlo costando la finale del torneo alla sua sottoposta, mentre il Twilight ha rappresentato la tecnica messa a segno con grande difficoltà che potenzialmente potrebbe sconfiggere la Iwatani, ma che oggi come lo scorso Gennaio non é arrivata al momento giusto e quando accadrà potrebbe rappresentare il capitolo conclusivo di questa rivalità.

Di conseguenza, se é vero che qualcuno può aver storto il naso per non aver visto una conclusione netta di questo incontro, bisogna comunque riconoscerne l'ampio respiro del racconto ed il fatto che i futuri scontri in un modo o nell'altro dovranno fare riferimento a quanto fatto vedere in quest'ultimo capitolo. In caso contrario si rischia di vincolarsi troppo al mero risultato finale, una trappola in cui la Tokyo Joshi Pro é caduta più di una volta quest'anno.

In conclusione, se é vero che il piccolo mondo della TJPW non é ancora pronto per reggere un confronto qualitativo con la più rodata realtà della Stardom per quanto concerne il talento delle singole lottatrici, la compagnia di Cyberfight deve cercare di ritrovare l'antico punto di forza, quello di saper costruire i propri incontri e saper anche mettere le pedine al posto giusto. Non si tratta di mettere in piedi incontri da mezzora da 5 o 10 stelle, ma di mettere i propri talenti in condizione di rendere in base alle proprie capacità, aiutandoli dove possibile e lasciandoli libertà laddove in grado di muoversi autonomamente.

Non resta che attendere la prossima risposta