Calle joshi

World Wonder Ring Stardom
Recensioni | By Poppo • 03-04-2022
Image Credits: World Wonder Ring Stardom

A KAIRI sono bastate poche mosse per rubare la scena per rubare la scena nelle 2 serate di World Climax

In una sera di 5 anni fa, in quel piccolo "scantinato" corrispondente al nome di 1st RING presso la zona di Shin-Kiba, di fronte ad appena 400 persone Kairi Hojo prendeva congedo dalla Stardom, la promotion che l'aveva accolta altrettanti anni prima e che in quel frangente le aveva offerto l'ultimo metaforico saluto attraverso l'abbraccio di tutte le sue iscritte che una dopo l'altra hanno abbracciato una delle leader dello spogliatoio ormai prossima a solcare l'oceano per dirigersi verso gli Stati Uniti.

La scorsa settimana KAIRI é tornata ad essere ufficialmente a lottare per la sua vecchia compagnia, stavolta nella più prestigiosa Ryogoku Kokugikan, con più di 3000 persone presenti dal vivo e molte altre collegate in streaming per assistere al suo ritorno e contemporaneamente alle celebrazioni dell'undicesimo anno di attività di una società che usando questo secondo ingaggio della ragazza per cementare proseguire il proprio arrembaggio nei confronti del mercato internazionale.

Rotta verso casa

Era dall'inizio dell'anno che la Stardom stava alimentando il mistero relativo al nuovo nome reclutato all'interno delle sue fila e con il passare del tempo il battage pubblicitario a riguardo é divenuto così insistente da rendere sempre più concreta agli occhi degli appassionati l'ipotesi di del ritorno di Kairi, un qualcosa di non così scontato in realtà per molteplici fattori, in primis economico per via dell'azione per cui ha lavorato l'ex modella ha lavorato fino allo scorso anno, la WWE: seppure la multinazionale di Stamford in quel lasso di tempo si é limitata a considerarla al massimo con un futuro prospetto, ha comunque offerto alla ragazza soldi e visibilità che il gruppo guidato da Rossy Ogawa nel 2017 faticava solo a concepire.

Un divario ridotto (almeno in parte) nel 2019 grazie all'acquisizione della sigla nipponica da parte del gruppo Bushiroad, una realtà sufficientemente solida per consentire non solo il consolidamento delle attività dell'azienda rilevata, ma anche l'ampliamento degli investimenti legati all'organizzazione e alla distribuzione degli eventi e l'ingaggio dei talenti, nuovi e vecchi, il tutto avvenuto per uno strano scherzo del destino mentre gli americani dismettevano il proprio progetto di broadcasting e pubbliche relazioni presente nel territorio del Sol Levante e di cui faceva parte la stessa Kairi Sane dopo aver rinunciato alla vita da lottatrice on the road in cambio di un lavoro in patria in grado di consentirle di godersi la nuova vita coniugale.

La fine ufficiale del rapporto di lavoro verrà ufficializzata appena un mese dopo il primo annuncio, un evento che non ha certo colto impreparata la diretta interessata, tant'é che nel giro di poche settimane ha annunciato la nascita della sua nuova attività chiamata PARA-FIT24, una palestra sempre aperta nella rinomata area balneare di Shonan presso l'isola di Enoshima. Insomma non si può certo dire che la kaizoku princess necessitasse di rientrare a tutti i costi nel mondo del wrestling, un mondo che però non si é dimenticato di lei nel frattempo, specie il management della Stardom, desideroso di continuare a ricomporre da un lato i tasselli persi durante la precedente gestione per farsi forza grazie ai nomi che hanno contribuito a fondarla in passato ma al tempo stesso di incorporare dei profili in grado di attrarre un pubblico sempre più vario e in parte diverso da quello che l'aveva accompagnata a suo tempo.

Nessuna più di Kairi ad oggi incarnava al meglio questo tipo di politica e il suo ingaggio annunciato il 18 Febbraio scorso - per quanto ancora poco chiaro in termini di durata e date previste - rappresenta anche una vera e propria prova di forza verso la concorrenza a livello nazionale (per quanto poca) e soprattutto estera, visto che oggi il panorama major statunitense vanta un soggetto in più con l'arrivo della All Elite Wrestling, la quale fin da subito ha puntato l'occhio verso il Giappone, seppure mancando ancora in termini di visione generale nei confronti della categoria femminile e volontà concreta di investirvi. 

Per il momento le uniche esibizioni certe di KAIRI - il nuovo ringname scritto appositamente in Rōmaji per sottolineare l'internazionalità da lei acquisita - sono quelle disputate la settimana scorsa nella 2 giorni dedicata al World Climax, rassegna organizzata sulla falsa riga di Wrestle Kingdom, il più grande evento della gemellata New Japan Pro-Wrestling, modalità replicata dalla WWE con la sua celeberrima Wrestlemania, sempre per rimanere in tema di obiettivi di crescita. Per questo motivo le prime apparizioni pubbliche della rientrante hanno avuto lo scopo di promuovere principalmente la rassegna, di dare maggiore enfasi ai suoi primi incontri di rientro ed in misura minore di lasciare qualche piccolo semino per delle eventuali future rivalità da mettere in scena, specie nei confronti di Saya Kamitani, attuale detentrice della cintura di Wonder of Stardom, il titolo che più di tutti ha simboleggiato la sua avvenuta maturazione in termini di performer e che le ha dato la spinta decisiva in termini di fama in qualità di "moschettiera" della compagnia assieme a Mayu Iwatani ed Io Shirai: le interazioni con la Golden Phoenix per ora si sono limitate a siparietti di carattere comico, ma sembra inevitabile che un nome così pesante nel lungo periodo verrà impiegato nei progetti di maggior rilievo in corso.

Intanto c'era da gestire la fase di rientro in scena, perché se é vero che per promuovere la sua nuova palestra KAIRI si é allenata dimostrando un'ottima forma fisica, l'ambiente joshi risulta essere molto più impegnativo da gestire in termini di durezza e minutaggio proposto all'interno dei suoi incontri e per quanto l'esperienza accumulata in un decennio ed il suo stile di combattimento basato sull'esecuzione di poche tecniche mirate al racconto di storie semplici ma efficaci, le incognite legate alla distanza dai ring e all'influenza dell'esperienza estera, pendevano su questo secondo debutto.

Con queste premesse si é cercato di far in modo che questo primo doppio impegno ruotasse attorno alla sua prima esperienza, cercando di integrare al minimo indispensabile gli elementi del nuovo corso della casa e infatti la sua prima sfida prevista é consistita in un match di coppia con l'altra moschettiera Iwatani, il modo perfetto di giocare sul ruolo di miti fondatori all'interno della compagnia e sul loro essere considerate ancora oggi le migliori atlete formate dal dojo in tutti questi anni. Ad affrontare questa ricomposizione parziale delle Threedom é stata scelta come contraltare la coppia di Idol composta da Tam Nakano e Unagi Sayaka, la prima molto più vicina al vecchio corso visto il suo percorso formativo e per certi versi affine a quello di Kairi, essendo entrambe ragazze provenienti da mondi diametralmente opposti a quel del wrestling, la seconda invece totalmente diversa e quasi fuori posto per via della disparità in termini di talento ed esperienze accumulate nel corso dei suoi 4 anni di carriera.

Per l'esordio in singolo invece, la serata conclusiva ha riservato a Kairi l'incrocio con una di quelle ragazzine che avevano salutato in lacrime il suo temporaneo abbandono, quella Starlight Kid che nell'ultimo anno ha visto cambiare radicalmente il suo personaggio e che ancora adesso sta cercando di modellarlo in modo da abbandonare la vecchia attitudine da piccola beniamina del pubblico tutta cuore e agilità per diventare una lottatrice più aggressiva e spietata come richiesto dal suo nuovo gruppo di appartenenza, l'Oedo Tai, lo stesso che ha "rovinato" l'annuncio della della sua senpai attaccandola fino a costringere l'interruzione momentanea delle trasmissioni.

Una ciurma che stando al risultato finale si é dimostrata funzionale al varo della nave ammiraglia, per meriti propri, ma anche perché la stessa nave si é dimostrata degna della riverenza mostrata.

Tam Nakano sfida KAIRI durante la conferenza stampa in cui é stato annuunciato il suo ritorno (Photo credits to World Wonder Ring Stardom)

Spiegare le vele

Molti incontri che prevedono un ritorno o una rievocazione tendono ad affidarsi ad una formula ben precisa: il celebrato si presenta in pompa magna sul ring, dopodiché questo viene messo in difficoltà per consentire al pubblico di immedesimarsi con le difficoltà del ritorno sulle scene ed esplodere nel momento in cui queste vengono superate; l'elemento iniziale in questo caso é stato seguito puntando soprattutto sulla rielaborazione di "Last voyage", la sua vecchia musica di ingresso che ha subito qualche leggero ritocco con l'inserimento di alcune parti corali per aggiungere un senso di maggiore drammaticità ed importanza alle note più spensierate ispirate alla fortunata saga cinematografica dei "Pirati dei Caraibi".

Nella seconda serata é stato aggiunta addirittura una performance ballata con il gruppo idol GANGBaby, lo stesso che dieci anni fa aveva accompagnato Kairi al suo ingresso sul ring inscenando un piccolo duello di spade, esattamente con gli stessi costumi da defunti muniti di falce mietitrice, una coreografia particolarmente elaborata alla quale però la piratessa ha contribuito con una il suo modo di presentarsi a metà tra il solenne e lo spavaldo per il suo modo di prendersi il centro della ribalta mettendo in ombra chiunque si trovasse attorno.

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Ingresso in scena di KAIRI durante la seconda serata di World Climax

Quanto al lottato invece, le 2 sfide hanno seguito spartiti radicalmente differenti, a cominciare dal primo incontro, dove il trionfo delle rappresentati della Stardom non é mai stato in discussione nemmeno per un secondo: se Tam negli anni si é guadagnata una posizione di tutto rispetto nella compagnia anche grazie al suo essersi legata a doppio filo a Mayu, stavolta il suo impiego é stato limitato al minimo indispensabile, senza nemmeno provare a riprendere almeno in parte i recenti screzi con la sua mentore e limitandosi giusto ad un intenso scambio di parole e sguardi con la festeggiata, dando la sensazione di poter riprendere il discorso in maniera più spinta un futuro, se gliene verrà data l'opportunità.

A rimanere per la maggior parte del tempo in qualità di parte attiva della storia é stata dunque Unagi, ma contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, il suo ruolo é stato solo quello di subire lo strapotere e l'esperienza delle avversarie prima in maniera comica a causa del suo iniziale eccesso di fiducia per poi limitarsi a venire messa in ridicolo dalla facilità con cui i colpi delle più minute KAIRI e Mayu hanno fatto breccia sulle sue esigue difese, esaltando il legame di lunga data delle 2 vecchie amiche, anche se ciò é stato dovuto più al nettissimo dislivello di capacità merso più che per le capacità di "vendere" l'abilità altrui dell'avvenente membro delle Cosmic Angels.

Un monologo interrotto da qualche temporaneo intervento della compare, ma non sufficiente a dare la sensazione del possibile risultato a sorpresa nonostante un minutaggio riservato piuttosto abbondante (18 minuti), forse anche troppo visto quanto raccontato al fin della fiera, ma bisogna pur considerare che si é trattato di uno di quei casi in cui più che la forma contava la sostanza e in tal senso la Kairi vista é sembrata non aver perso nulla in termini di brillantezza e modo di porsi sul ring, completando così i requisiti richiesti per soddisfare il pubblico, ossia la presentazione ed il risultato finale che non poteva non concludersi con la vittoria attraverso il suo celebre Elbow drop.

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Battute finali dell'incontro tra KAIRI e Mayu Iwatani contro Tam Nakano e Unagi Sayaka

Il secondo incontro invece é stato molto più impegnativo e probabilmente é stato quello in cui si é rivista di più la "vecchia" Kairi ed i suoi pregi più evidenti: la capacità di creare empatia con il pubblico subendo e dando risalto all'offensiva avversaria, ma anche il modo di colpire il nemico in maniera mirata a dare il massimo risalto alla sua gomitata volante, cioè colpendolo principalmente alla schiena, il punto in cui la gomitata va sempre ad impattare con la massima violenza.

Uno spartito visto tante volte in Stardom e negli U.S. e che necessita di un lavoro altrettanto valido da parte della controparte, cosa non scontata visto che Kiddo da mesi fatica ancora ad impostare degli incontri che era solita mettere in piedi all'interno della categoria High speed, contese basate sulla velocità e la fluidità delle mosse, spesso ignorando elementi come la mimica o sacrificando ogni velleità di verosimiglianza nel mostrare i danni riportati in un determinato punto del corpo durante il corso degli eventi, una cosa che spesso ha cozzato con quello che la sua nuova maschera dovrebbe rappresentare, forse anche per via del suo fisico, più basso e minuto della maggior parte del roster, una sorta di predisposizione che spesso la porta paradossalmente a lavorare come farebbe la stessa Kairi, ossia subendo per larghi tratti per arrivare infine al colpo risolutivo.

Stavolta però la lottatrice mascherata - diventata il giorno prima campionessa di coppia con Momo Watanabe, seppur facendo il minimo indispensabile per preservare le forze - ha abbracciato questo ruolo, certo subendo inizialmente il maggior carisma nelle fasi iniziali durante il primo confronto faccia a faccia, ma mostrando con il passare dei minuti quel pizzico di aggressività in più rispetto al solito, anche solo nel cercare l'insulto verbale o la provocazione attraverso gli schiaffi oppure inveendo contro l'avversaria mentre si trovava a terra, cercando quindi di rievocare la sua miglior prova fornita da quando fa parte delle antagoniste, il match disputato durante il 5 Star contro l'ex compagna Mayu Iwatani. Un esame di maturità per molti versi superato, per quanto non esente da pecche, in primo luogo perché la troppa foga ha finito per giocare un brutto scherzo a causa di un manrovescio che é costato una frattura del timpano per KAIRI - cosa che non ha impedito la prosecuzione della gara, ma che sicuramente getta qualche ombra sul suo calendario da qui in avanti - e poi perché pur valorizzando maggiormente il suo personaggio, non é stata abbastanza convincente nell'esibire i metodici colpi alla schiena messi in campo dalla rivale attraverso le sue tecniche di sottomissione ed i suoi colpi diretti. Anche in questo caso c'é ancora molto lavoro da fare.

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Fasi dell'incontro tra Starlight Kid e KAIRI

Copione diverso dunque, ma con lo stesso esito, lo stesso minutaggio ed alcuni difetti tecnici che però non hanno inficiato sulla resa finale e sull'intenzione di proporre agli spettatori un qualcosa di prevedibile magari, ma degno delle aspettative e con possibili benefici non solo per questo nome di ritorno, ma per tutto lo spogliatoio: lavorare con una worker con le qualità ed il bagaglio di conoscenze di KAIRI può solo aiutare a crescere molti dei prospetti della Stardom, oltre a poter garantire agli spettatori incontri e storie di ampio respiro, come potrebbe tranquillamente avvenire per Kid, la cui sconfitta può rappresentare una lezione importante per il futuro ed un possibile spunto da riprendere tra qualche tempo per arrivare a traguardi più importanti, magari aiutata anche dal possibile rientro nei ranghi della fondatrice Nanae Takahashi, presente anche lei per presentare il main event della seconda giornata tra Syuri e Mayu Iwatani ed è significativo a proposito che al termine dello scontro la stessa KAIRI si sia ripresentata sul quadrato per effettuare il discorso conclusivo, sfoggiando si il suo nuovo vocabolario di parole inglesi, ma facendo anche riferimento alla storia e alla sua appartenenza alla compagnia.

Alla Stardom il compito di scrivere e gestire al meglio questo nuovo innesto, ma se vale il proverbio secondo cui "una nave ben governata non va mai in secca", allora si può partire con una certa tranquillità, visto che KAIRI di navi se ne intende, così come se ne intende di wrestling.