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Tokyo Joshi Pro Wrestling
Recensioni | By Poppo • 13-10-2021
Image Credits: Tokyo Joshi Pro Wrestling

Wrestle Princess II è stato un palcoscenico imponente ma privo dell'atteso gran finale

Per parlare di Wrestle Princess II - ultimo evento messo in scena dalla Tokyo Joshi Pro Wrestling - bisogna partire dal suo ultimo incontro in scaletta, una sfida non certo inedita e che per questo motivo presagiva la conclusione di una storia tanto apprezzata da parte di vecchi e nuovi fan della compagnia, quella dell'incoronazione di Maki Itoh.

Al termine dei giochi, questo momento non é giunto e Maki ha fallito ula sua grande occasione, alimentando di contro quello che a tutti gli effetti é diventata una maschera in grado di generare empatia con il pubblico, quella di perdente amata in virtù dello spirito con cui ha sempre affrontato i suoi insuccessi.

Stavolta però la portata dell'evento era talmente grande da non poter scatenare più di qualche mugugno su questa ennesima sconfitta sceneggiata dalla TJPW, ma le reazioni degli appassionati non devono deviare dal vero problema di questo main event, perché a un personaggio come quello della cutest idol in the world bastano sempre un paio di frasi e una vittoria al momento giusto per scrivere l'ultima parola della sua storia e fare felici i suoi tanti sostenitori, specie in un momento di espansione della promotion che porterà le sue ragazze ad esibirsi in un palcoscenico importante come quello dalla Sumo Hall l'anno prossimo.

Il problema semmai é consisito nel modo in cui é stata scritta ed interpretata questa débâcle.

Dove eravamo rimasti?

L'asso Miyu Yamashita ormai é diventata la bestia nera di tutte le lottatrici del roster che ambiscono alla sua cintura, da Rika Tatsumi a Yuka Sakazaki hanno tutte dovuto capitolare di fronte ai suoi calci letali e Maki non fa certo eccezione e forse ha anche più voce in capitolo avendo iniziato a perdere contro di lei fin dall'esordio per la compagnia di Akihabara.

Da allora sono passati 4 anni e i loro scontri sono stati tanto ciclici quanto lineari nella loro narrazione e ogni volta la Yamashita ha dominato per lunghi tratti, spingendo la rossa di Kyushu a dare fondo a tutto il suo spirito combattivo per cercare di rimanere in gara, per poi soccombere ugualmente con grande onore. Per certi versi il seguito della TJPW é cresciuto di pari passo con la loro storia: nel 2019, in occasione del loro primo incontro valido per il Princess of Princess, si era registrato il primo vero record di presenze superando le mille unità, mentre il successivo match avvenuto pochi giorno dopo si é svolto nella fastosa cornice della città di New York nel weekend più caldo della disciplina, quello di Wrestlemania; nonostante l'evento in questione fosse stato organizzato dalla casa madre (la DDT), si trattava comunque di un attestato di stima nei confronti della succursale femminile e delle sue 2 principali rappresentanti.

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Miyu Yamashita vs Maki Itoh - 4 Aprile 2019, DDT Is Coming To America (La Boom, New York City)

Un paese gli Stati Uniti che Maki ha saputo conqistare successivamente con le sue comparsate per la AEW, realizzando in parte il suo più grande sogno, quello di esibirsi per una grande società del nuovo mondo e che ha contribuito ulteriormente ad espandere il brand nipponico oltreoceano, il tutto senza snaturare la sua natura di perdente in favore di questa crescente popolarità, semmai giocando sul dare l'illusione di avvicinarsi ad un traguardo per poi fallire a pochi centimetri dal traguardo.

I presupposti per questo ultimo scontro sono stati creati da questo andirivieni di situazioni: alla fine dello scorso anno la Itoh a suon di tentativi era riuscita a portare la rivale quantomeno ad un pareggio per time limit, guadagnandosi un'ulteriore rivincita culminata nell'ennesima sconfitta patita; consapevole di non essere all'altezza di Miyu, Maki si era decisa a fare coppia le con lei per cercare di apprendere da lei una certa mentalità vincente e per acquisirne la forza, tant'é che il nome scelto per il loro team é 121000000, poiché assieme sarebbero diventate 121000000 volte più forti.

Si tratta di un'altra esperienza fatta di alti e bassi, alti per via del raggiungimento della finale dell'annuale torneo di coppia, bassi perché neanche a dirlo anche stavolta era arrivata una delusione, ancora più cocente dato che Saki Akai (assistita dalla fida Mei-Saint Michel/Mei Suruga) aveva schienato non Maki, ma Miyu, colei che doveva essere la più forte del duo.

Archiviato momentaneamente il progetto, Maki si é ripresa recentemente vincendo la Tokyo Princess Cup, ottenendo la possibilità di lottare nuovamente per la cintura - riconquistata nel mentre dalla Yamashita -  e ritagliandosi finalmente un grande riconoscimento in carriera. Nonostante l'avvicinarsi di questa nuova sfida, le 2 hanno cercato di mantenere salda la loro alleanza lottando nuovamente insieme, riuscendo però a peggiorare la situazione venendo sconfitte a sorpresa da una squadra improvvisata e di poco appeal come quella composta da Yuki Aino e Marika Kobashi.

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Maki Itoh & Miyu Yamashita vs Yuki Aino & Marika Kobashi - TJPW Tokyo Joshi 2021 Summer (Itabashi Green Hall)

Ma quindi dove siamo arrivati?

Con un rinnovato network di trasmissione voluto da parte dell'emittente Cyberfight e una rinnovata produzione in grado di fornire tra le altre cose il commento in inglese, Wrestle Princess II é stato presentato come una rassegna con tutti i crismi del grande evento, a partire dalle varie invitate di lusso che hanno presenziato, come Ram Kaicho, ASUKA, Riho e l'immortale Aja Kong. Questi nomi non sono stati le uniche novità, dato che la ex Veny é stata protagonista di un'elaborata entrata in scena al fianco dell'alleata Yuki Kamifuku, elemento scenico portato all'estremo più tardi dalle NEO Biishiki-gun, apparse assieme ad un trono girevole in un tripudio di petali di rose e giochi di luce. Se l'America al momento non é raggiungibile a causa della pandemia, Cyberfight per ora ha dimostrato di voler comunque rinforzare la presenza in patria per cercare di tenere testa alla promotion attualmente più competitiva, la Stardom.

Paradossalmente si tratta di dettagli curati molto di più per gli incontri che hanno preceduto l'incontro di cartello che non per l'incontro stesso, dato che Maki e Miyu si sono presentate seguendo le rispetticve consuetudini, la prima con la sua coreografia ballata (ed in parte cantata) della sua theme, la seconda mantenendo il solito sangue freddo. Una scelta probabilmente dettata dal non voler in qualche modo sminuire l'importanza della contesa scadendo nell'esagerazione, per quant possa suonare strano in riferimento alla sfidante, spesso in passato protagonista di gesti volutamente esagerati.

Di riflesso lo svolgimento di questo nuovo capitolo é stato improntato sul lottato allo stato pure, tralasciando per la maggior parte del tempo la maggior parte degli elementi esterni all'attuazione delle varie mosse in sequenza, come la gestualità, la mimica, le schermaglie verbali ed i vari mind games assortiti. Contrariamente al passato l'azione é stata piuttosto bilanciata per i trequarti del tempo effettivo, trovando una chiave di lettura nei continui contrattacchi effettuati da Maki in modo da annullare sistematicamente i calci della campionessa ed al tempo stesso di cercare di colpire la schiena per applicare le sue 2 sottomissioni principali, la Itoh Special e la Itoh Deluxe e quando questo non é stato possibile ha spostato l'attenzione fuori dal ring per utilizzare l'ambiente esterno a suo vantaggio.

Miyu dal canto suo ha svolto quello che ormai é il suo consueto canovaccio, subendo per buona parte l'avversaria di turno per poi emergere alla distanza creando una situazione in cui il suo strapotere fisico risalta sulla stanchezza della rivale. Un marchio di fabbrica che a parti invertite avrebbe anche potuto funzionare, ma di contro ha tolto terreno di manovra al racconto a chi invece doveva raccontare il termine della sua lunghissima rincorsa. Maki con questa prestazione non é riuscita a dare fino in fondo la sensazione di potersi avvicinare alla vittoria più di quanto già accaduto in passato, al contrario é parsa allontanarsi progressivamente, con l'aggravante di non aver attinto dalle tante battaglie passate per cercare di dare maggior profondità alle sequenze presentate.

Oltre alla mancanza di continuità, ciò che ha influito negativamente sull'esecuzione é stata la carenza di pathos dovuta all'eccessiva fretta di passare da uno spot all'altro. Un primo esempio si può notare durante la mossa più impattante della gara, la Attitude Adjustement applicata da Miyu direttamente dalla terza corda: una powermove dura e spettacolare che necessiterebbe del giusto tempo a terra successivamente all'impatto per venire "venduta" al pubblico, oppure di un'adeguata interpretazione per far vedere che le contendenti hanno superato il trauma grazie all'adrenalina del momento; nessuna delle due cose é avvenuta, sicché dopo pochi istanti le 2 hanno ripreso a scambiarsi colpi diretti quasi come se nulla fosse successo. L'accentuazione del dolore é mancata poi da parte di Miyu quando si é trattato di mostrare i danni riportati dai colpi alla schiena subiti in precedenza, cosa avvenuta solo a metà incontro per una breve frazione di tempo, per poi venire abbandonata durante il proseguo. Quello del realismo non é certo l'unico canone vigente nel wrestling, ma il non aver "spiegato" questo dettaglio - con un'espressione del volto piuttosto che con altri espedienti - ha di riflesso danneggiato il lavoro di Maki, risultato quindi inutile ai fini dell'incontro, specie considerando che la tecnica a terra e lo striking non sono certo i dei suoi punti di forza, perciò di fatto si é sottratto tempo prezioso che si sarebbe potuto utilizzare per qualcosa di più coerente con la storia pregressa.

Non é un caso che la parte finale - quando Miyu ha preso il totale controllo della gara - é risultata essere la più facile da identificare e più densa di emozioni, perché entrambe sono tornate a fare ciò che sanno fare meglio, da una parte la campionessa spietata, dall'altra la sfavorita piena di orgoglio che al pugno rivolto contro oppone il suo immancabile dito medio. Un'immagine perfetta per i fotografi, ma che per diventare epica avrebbe avuto bisogno di maggiore enfasi nella quindicina di minuti precedenti e probabilmente di qualche sussulto in più in quelli successivi, dato che gli ultimi scambi hanno visto prevalere senza troppe resistenze l'attuale detentrice del titolo.

Dunque un problema di messa in scena ancor prima che di scrittura, per quanto la TJPW non sia esente da colpe, in primis per aver tirato troppo la corda con la storia delle sconfitte di Maki, o almeno non riuscendo ancora a metterla in condizione di raccontare come si deve questa sua sequenza in maniera genuina e non forzata, anche perché interpretare il ruolo di perdente risulta difficile da fare nel corso degli anni, specie in un'epoca in cui si viene bombardati da informazioni e nuovi lottatori emergenti ed é facile perdere la ribalta quando arrivano proposte nuove (come ad esempio Lulu Pencil in Gatoh Move) e se é pur vero che non é ancora chiaro se nel medio termine la ragazza emigrerà definitivamente negli U.S.A. sponda AEW, questo non poteva escludere una meritata soddisfazione finale, almeno per una serata.

Anche perché come si dice a Venezia, chi se tira col cuł in drio finisse dentro al rio e rischiare di cadere in canale non é solo Maki, ma anche la stessa Tokyo Joshi Pro.