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World Wonder Ring Stardom
Recensioni | By Poppo • 29-09-2021
Image Credits: World Wonder Ring Stardom

L'edizione 2021 del 5 Star Grand Prix, tra momenti memorabili ed altri piuttosto dimenticabili

Per la Stardom il secondo torneo 5 Star Grand Prix targato Bushiroad é andato ufficialmente agli archivi: con ben 3 pay per view a supporto, un calendario piuttosto fitto, e gli annunci della prima comparsata delle ragazze sul portale NJPWorld e del ritorno di Hazuki, e infine gli ingaggi delle nuove reclute Mai Sakurai e Waka Tsukiyama; la controllata del colosso dell'intrattenimento ha saputo mantenere alta l'attenzione su di sé, sommergendo gli appassionati di spunti e domande sulle prossime mosse in programma nei prossimi mesi.

Tanti cambiamenti che giocoforza si stanno riflettendo sul tipo di proposta della compagnia, visto che da una parte si verifica l'esigenza di dare il massimo risalto possibile a questa nuova sequela di eventi a pagamento che tanto ammiccano al pubblico americano abituato a quelli della New Japan (ed in misura minore a quelli delle major statunitensi), ma dall'altra parte le ultime acquisizioni hanno letteralmente spaccato a metà il roster dimostrando una netta divisione tra un gruppo di ragazze omrai abbastanza mature da alimentare autonomamente le proprie narrazioni ed un altro che invece ha dimostrato di essere acerbo per via dall'inesperienza o di veri e propri limiti qualitativi.

Uno scompenso che si é riflettuto sull'andamento di quest'ultima rassegna, dove per la quasi totalità delle serate si sono visti 1 o 2 ottimi incontri preceduti (o susseguiti) da un susseguirsi di contese prive di contenuto, di un pattern o almeno di quella leggerezza in grado di migliorare la fruizione di questo lungo mese e mezzo di manifestazione.

Una bocciatura quindi? No, ma certamente qualcosa con cui la Stardom dovrà in qualche modo fare i conti da qui in avanti.

Traiettorie stellari

Nel 2019 ai blocchi di partenza del 5 Star si era presentata una giovane gaijin australiana chiamata Avary, la quale, malgrado fosse relativamente inesperta e non avvezza al modo di lottare giapponese, era riuscita a caratterizzare il suo percorso nel torneo con una semplice trovata: a inizio match si leccava le mani e poi le porgeva all'avversaria per esortarla ad eseguire le canoniche prove di forza che si vedono solitamente; la rivale di volta in volta reagiva diversamente, in questo modo i suoi brevi combattimenti risultavano caratterizzati, facili da comprendere e in parte da memorizzare, perché di volta in volta creavano una piccola tessera nel mosaico della sua partecipazione. L'anno prima Natsu Sumire era stata protagonista di un bizzarro tentativo di battere per count out Mayu Iwatani chiudendola fuori dal palazzetto, mentre l'Oedo Tai nell'edizione 2017 aveva imbastito una serie di situazioni che avevano visto interagire gli allora membri Kagetsu, Kris Wolf e Hana Kimura in modo da arrivare all'ultima giornata ad un passo dall'autodistruzione per poi ampliarsi con il reclutamento di Tam Nakano.

Tam entra ufficialmente nell'Oedo Tai al termine dell'ultima giornata del 5 Star Grand Prix 2017

Un mix tra scrittura e capacità delle attrici principali di sfruttare le proprie qualità nel lottato e nel cosiddetto extra ring che qust'anno sono mancate per la maggior parte del tempo, in primis perché la Stardom si é presa troppo sul serio imbastendo tante sfide dal sapore competitivo, spesso avvicinandosi alle soglie del tempo limite a disposizione o giocando sulla difficoltà reciproca delle partecipanti nel superare l'avversaria, finendo così per ripetere spesso lo stesso canovaccio; se l'avversaria era una delle debuttanti (Ruaka, Mina Shirakawa, Unagi Sayaka), il tutto si é ridotto a lunghi scambi di mosse variegate ma prive di un legame specifico - nel migliore dei casi, esegeguite pure male nel peggiore - dando una sensazione di pesantezza acquito dal fatto che ad inizio spettacolo sono stati proposti incontri molto simili dovuti all'iniziazione delle nuove arrivate Mai e Waka e cui si aggiunge Lady C, ferma a queste latitudini da ormai un anno. Decisamente un modo poco accattivante di riempire le card, ancor meno di far risaltare queste ragazze, a cui probabilmente occorrerebbe un tratto caratterizzante come un personaggio vero e proprio o una gag ricorrente per potersi distinguere. Per il momento si tratta di esperienza acquisita sul campo - cosa assolutamente legittima - ma considerando che la maggior parte di esse ha superato i 30 anni di età, non si può certo concedere i benefici del dubbio e le attenuanti che si potrebbero avere verso le più giovani Rina e Hanan, 2 che fino allo scorso anno erano confinate in quella sorta di ghetto rappresentato dal tag o 3 way di apertura riservato alle pari grado.

Diversamente, in questo contesto hanno ben figurato quelle ragazze in grado di saper dare coerenza e varietà alla propria azione sul ring: Utami Hayashisita per tutto il torneo é stata la fortezza da espugnare per via della sua forza e assieme alla sua rivale di lungo corso con Maika sono riuscite a creare un nuovo capitolo della loro personale saga, dove grazie all'inversione dei ruoli l'ex JTO é riuscita finalmente a sconfiggere la red champ dopo una battaglia di sofferenza e difficoltà. La stessa é stata perfetta nel far risaltare le altre carneadi in gara, l'ospite della Marvelous Takumi Iroha e la filippina Syuri, protagonista di una delle uniche 2 storie raccontate dal torneo, quella del suo conto in sospeso con la stessa Utami per via del loro chiacchieratissimo pareggio di qualche mese fa, replicato furbescamente durante il secondo scontro avvenuto proprio durante il corso del girone.

L'altro racconto in gioco ha visto evolversi il passagio al lato oscuro di Starlight Kid, inizialmente costretta ad unirsi al nuovo Oedo Tai dopo essere stata schienata per ultima nell'ultima battaglia con le sue ex STARS e diventata dopo poco tempo la nuova leader del gruppo dopo l'infortunio patito da Natsuko Tora, dopo che questa l'aveva convinta ad abbracciare la nuova realtà ponendole l'obiettivo di superare l'antica maestra Mayu Iwatani.

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Le prestazioni della ragazzina mascherata sono state per la maggior parte del tempo piuttosto inconsistenti, soprattutto per quanto concerne l'interpretazione del nuovo personaggio, dimostrando poca cattiveria ed una tendenza ad adagiarsi sugli interventi esterni ad inizio o fine incontro per lottare invece nella stessa maniera con cui si esibiva prima della sua trasformazione, finendo spesso per venire oscurata dalla maggiore incisività delle colleghe, specie contro le rispettive coinquiline Saki Kashima e Fukigen Death. Per lei il match della verità doveva per forza di cose all'ultima giornata, dove avrebbe affrontato proprio Mayu Iwatani: non solo c'era in palio la vittoria del "girone Rosso" e la conseguente qualificazione alla finale, ma si trattava del classico incontro con l'ace che non si può fallire se nutrono ambizioni da zona main event.

Collisioni

Non c'é 5 Star senza imprevisti e questa edizione non ha fatto eccezioni: la favorita del blocco blu Giulia ha deciso a metà torneo di dare forfait a causa delle sue cattive condizioni fisiche (e in parte psicologiche), stravolgendo quello che pareva il copione più verosimile, ossia lo scontro con Syuri nella riproposizione della finale del Cinderella dello scorso anno, la competizione che di fatto ne aveva decretato la consacrazione. Lo stesso gruppo aveva già visto le parziali defezioni (sempre per infortunio) di Momo Watanabe e Himeka, giunte entrambe inaspettatamente a giocarsi la vittoria del gruppo all'ultima sera, dove Momo avrebbe dovuto finalmente regolare i conti proprio con la italo-giappo-inglese, essendo stata a lungo vittima delle sue battute sarcastiche circa la sua forma fisica.

Questi inghippi hanno sicuramente inciso sull'atto conclusivo, riempito per l'occasione da un match aggiuntivo (uno dei famigerati 3 way con Rina e Hanan e la Watanabe in veste di rimpiazzo) ed altri incontri dei gironi che a conti fatti potevano tranquillamente svolgersi in precedenza come Azumi-Ruaka e Saki Kashima-Fukigen Death, Mina Shirakawa-Natsupoi, i quali sommati al disastroso scontro tra la Sakurai e la Tsukiyama hanno avuto il difetto di rallentare un evento che sarebbe dovuto essere un crescendo di emozioni e che invece é stato danneggiato dalla mancanza di cose da dire o dalla stessa qualità con cui sono state dette. Anche gli altri 2 incontri decisivi per le sorti dei gironi sono stati decisamente brutti: Unagi e Saya Kamitani hanno replicato la loro brutta performance di inizio anno facendo esattamente lo stesso incontro e commettendo gli stessi errori, dall'inutile lavoro alla gamba dell'ex idol alla ricerca esasperata di un'epicità mai trasmessa dall'intesità dei colpi, tantomeno dalle espressioni faciali o dalla capacità di aggiungere qualche trovata estemporanea, a conferma del fatto che il ruolo assegnato ad entrambe sia decisamente sproporzionato rispetto alle loro attuali capacità; quello tra Himeka e Koguma invece é stato un incontro mediocre, penalizzato molto dalla difficoltà della Jumbo princess di mettere in scena la sua dominanza fisica e di controllare di conseguenza gli incontri, tant'é che Himeka quasi sempre occupa gli incontri tenendo l'avversaria a terra con una Single leg Boston Crab, senza che poi questa abbia conseguenze ai fini dell'incontro, dato che i danni alla gamba (o alla schiena) inferti all'avversaria, traducendosi in un mero riempitivo per occupare il tempo, cosa piuttosto dannosa, specie se i minuti a disposizione sono meno di una decina.

Il vero inizio del pay per view può tranquillamente essere considerato il derby tra Mayu e Kiddo, una bella sfida in cui la giovane ha finalmente mostrato la giusta cattiveria provocando la sua vera mentore per tutto il tempo attraverso la gestualità, gli insulti e cercando di rubarle tutte le mosse, incluso il moonsault a cui ha opposto un'inaspettata resistenza andando oltre le aspettative della Iwatani, seppure alla fine la piccola ha dovuto cedere al maggior tasso tecnico dell'asso. Una sconfitta però che vale quasi come una vittoria, essendo un'ottima motivazione per spingerla ad un'ulteriore evoluzione in ottica futura. Anche Maika e Konami hanno fatto un ottimo lavoro giocando ancora una volta sulla grande capacità dell'allieva di Kana di saper proporre delle sottomissioni sempre diverse e di sposarsi bene con la fisicità e l'impatto devastante delle powermoves di Maika (paradossalmente una risposta alla compagna di unit Himeka), così come le campionesse Tam e Utami hanno costruito il loro scontro in maniera molto lineare, rispettando il ruolo di dominatrice della Hayashishita e la resistenza fatta di cuore e grinta della Nakano, senza inventarsi nulla di nuovo e puntando solo ed esclusivamente sui rispettivi punti di forza reciproci.

Raramente una campionessa viene data come papabile finalista o vincitrice del torneo, pertanto é stato strano vederle disputare l'ultima gara del programma, ma quest'anno Utami, contrariamente a chi l'ha preceduto é rimasta in corsa fino alla fine, segno di una certa cautela nel volerla proporre da parte del management, ma anche di una certa dose di coraggio nella proposta che di certo ha aiutato a dare un minimo di varietà rispetto al passato, ad ogni modo difficilmente si poteva immaginare un finalista diversa da Syuri o Takumi Iroha per il blocco blu. Queste ultime hanno dovuto forzatamente dilatare il proprio scontro inserendo una lunga fase di studio nella prima parte di incontro, dove é successo poco o nulla per il timore reciproco di concedere un vantaggio alla rivale, ma nel momento in cui hanno iniziato a riempirsi di calci alla nuca, la battaglia ha assunto il suo vero senso nel disperato tentativo da parte di Takumi di ottenere la vittoria necessaria per raggiungere la finale e soprattutto quello di preparare Syuri al successivo sforzo, dato che avrebbe dovuto poi affrontare nell'ultima sfida una Momo Watanabe bella "riposata" .

Su questa contrapposizione si é giocata la tanto agognata finale: pur non mostrando subito la ruggine accumulata, la fighter é stata messa sotto dalla furia con cui la Watanabe si é gettata nella mischia per cercare di chiudere la pratica quanto prima, un furore privo di strategie, come dimostrato dal fatto che si sia da subito prestata allo scambio di calci che ha contraddistinto tutte le loro interazioni fin dal debutto della Kondo in Stardom e che aveva dominato il loro precedente inconto valido per il suo titolo SWA. Questo suo prestare il fianco però ha avuto l'effetto di accendere progressivamente la furia della veterana, la quale con il progredire dell'incontro ha gradualmente recuperato dalla fatica diventando sempre meno vulnerabile ai colpi avversari e sempre più devastante nella sua offensiva, mentre al contrario Momo si é affievolita trovandosi nella situazione opposta diventando la sfavorita della contesa, perdendo lucidità, tanto da sfogare la propria frustrazione - assieme alla nemica - sul malcapitato arbitro durante il loro scambio di pugni  terra fuori dal ring. Se nel già citato precedente però le fasi di striking erano state alternate da un reciproco scambio di sottomissioni (culimate poi in quella decisiva da parte di Syuri), in questo caso l'aspetto tecnico é stato limitato al minimo e solamente come diversivo per interrompere le rispettive fasi di controllo, un tratto distintivo nel caso della più longeva white champ, la quale spesso usa la chickenwing per preparare la sua Peach sunrise, ma che in questo caso invece ha solo cercato di fermare la crescente avanzata avversaria, per poi cercare in un secondo momento di connettere prima con la suddetta mossa e poi con la nuova finisher inaugurata durante il primo incontro del torneo contro Mayu, la Peach bomb.

La nuova finisher di Momo, la Peach Bomb

Purtroppo per lei l'esito non é stato quello sperato e a quel punto il seguito é stato inevitabile, forse troppo, poiché inella sequenza finale é mancato quell'attimo di esitazione o di estrema resistenza che avrebbe potuto dare una sapore più epico ad una sfida comunque molto intensa e per certi versi "intima" data la lunga serie di rimandi tra le due contender, ma alla fine ancora una volta Syuri ha vinto in maniera netta e dominante, come a dover giustificare la nuova sfida contro l'indistruttibile Utami.

Una rivalità da grandi occasioni, ma anche una linea molto netta che le nuove arrivate devomo osservare con attenzione, perché al momento le vere stelle brillano ad una distanza siderale.