Calle joshi

DDT universe
Recensioni | By Poppo • 10-07-2020
Image Credits: DDT universe

Non un match di wrestling, ma una vera e propria lotta

L'ultima volta che Syuri aveva messo piede in DDT correva l'anno 2011: la sua carriera era ancora agli inizi, ma aveva già avuto a che fare con altri ambienti stravaganti come la Hustle e la sua reincarnazione, la SMASH, sempre sotto l'ala protettrice dell'ex ECW e WWE Yoshihiro Tajiri; tutto ciò che la consacrerà nel panorama joshi come l'eterna rivalità con Kana, la vittoria dei titoli Divas (quello della SMASH, volontaria parodia di quello visto in America), REINA  e la conquista del titolo femminile del Consejo Mundial de Lucha Libre in Messico devono ancora arrivare, ma in quel momento parallelamente stava sviluppando l'altra sua passione che le aveva già dato (e le darà ancora) altrettante soddisfazioni.

La ragazza dal kimono d'oro

La ragazza venuta da Kanagawa (ma di origini filippine) fin dalla tenera età si era distinta per la sua abilità nelle arti marziali: alle elementari praticava già il Kata (una variante della Karate improntata su posizioni e forme da eseguire e di cui diventerà cintura nera), poi a partire dagli studi superiori si avvicina al kickboxing, disciplina da lei praticata ancora oggi. A 22 anni il suo percorso era già indirizzato su due binari: il wrestling e le arti marziali miste, dove lottava prevalentemente in Jewel e in Krush dove riuscirà ad ottenere titoli e riconoscimenti.

La svolta arriva nel 2016, ad un anno dalla partenza dell'amica/nemica storica in direzione WWE e con essa la fine del sodalizio con la Kana Pro, Syuri sceglie di concentrarsi sempre di più sulla carriera di fighter, prima lottando per la Pancrase dell'ex Minoru Suzuki per poi fare il grande salto passando in UFC dove però raccoglierà le fatidiche 3 sconfitte (in altrettanti incontri) che la riporteranno all'ovile, ma non prima della seconda parte del 2019.

Syuri posa con il suo titolo Krush Kickboxing

Quella che 9 anni dopo farà il suo ritorno in DDT per sfidare Saki Akai all'interno della sua Okibariyasu è una lottatrice totalmente diversa: dismessi i panni della piagnucolona che interpretava in SMASH, ora è diventata non solo una wrestler più moderna per via della sua contaminazione con le MMA affinate con il passare degli anni, ma soprattutto una veterana, un nome di prestigio con la quale le nuove generazioni devono giocoforza confrontarsi.

Per Saki quindi un'avversaria di spessore decisamente più elevato rispetto alla precedente sfida con la novizia Miranda Gordy, ma la difficoltà non sta soltanto nel notevole gap di status ed esperienza, ma anche per via dello stile di lotta diametralmente opposto a quello scenografico proposto dalla wrestler/attrice di Kyoto.

Quella che andrà in scena sarà una lotta vera e propria.

KO tecnico

Il match è stato mostrato tre mesi fa in occasione dell'evento APRIL FOOL 2020 per l'occasione svolto senza pubblico e trasmesso in streaming sul DDT Universe.

L'incontro infatti era stato registrato precedentemente presso il Dojo Ochanomizu di Tokyo dove la Tokyo Joshi Pro aveva già trasmesso alcuni eventi dello stesso tenore durante il periodo di lockdown. La prima cosa che spicca all'occhio da subito è la forma fisica di Syuri: al suo ritorno nel mondo del puroresu era apparsa molto più magra rispetto anche all'ultimo periodo in cui ha lottato nlla magggior parte delle promotion esistenti (dalla Stardom fino alle Sendai Girls'), pur avendo sempre sfoggiato un fisico molto asciutto dovuto ai regimi alimentari adottati pre rientrare nella categoria delle 115 libbre; il periodo di inattività causato dalla pandemia unito all'uscita di scena dalle MMA hanno sortito l'effetto di irrobustire il fisico dell'ex fighter senza però stravolgerne la struttura longilinea e a conti fatti questo è un ulteriore vantaggio rispetto al fisico altrettanto magro ma "da modella" della sua sfidante.

Tutto questo si traduce in un match quasi a senso unico, dove fin da subito la Kondo esibisce il suo repertorio bloccando a terra Saki e prendendone di mira il braccio destro. La malcapitata passerà quasi tutto il resto della contesa al tappeto, salvo le uniche due fiammate di tutto l'incontro: un veloce scambio di calci dove riuscirà a prendersi un leggero break di vantaggio ed il comeback finale in cui come nelle altre occasioni cercherà di andare a segno con la sua Quetzalcoatl, venendo però facilmente respinta e rovesciata nella micidiale Suzaku, la variante di Armbar di Syuri in grado di danneggiare contemporaneamente il braccio interessato e la schiena.

In 8 minuti scarsi la sfida è già terminata: per modalità e tempistiche si direbbe di aver assistito all'incontro di una trainee appena uscita dal dojo contro la veterana di turno; Saki in un certo senso lo è poichè pur non essendo una rookie da diversi anni, in questa serie di incontri si sta confrontando con rivali e tipologie di lotta molto diverse da quelle affrontate finora, incluso lo stile iper-realistico di Syuri. Si sono visti finora i suoi pregi e difetti principali, un ottimo acting e la propensione a fare poche cose ma centrate sulla storia da raccontare sul quadrato ma di contro una certa difficoltà a raffinare la sua azione affidandosi ad un canovaccio di mosse predefinito e troppo rigido per poter funzionare contro avvversarie di diversa connotazione.

Con ancora due sfide da giocarsi, Saki dovrà fare ancora di più se vorrà ben figurare con una sfidante contemporanea ma più affermata, l'ex campionessa agZ Saori Anou.