Calle joshi

Tokyo Joshi Pro Wrestling
Recensioni | By Poppo • 07-07-2021
Image Credits: Tokyo Joshi Pro Wrestling

TJPW Inspiration e un piccolo raffronto con il passato

Il secondo episodio della serie Inspiration targata Tokyo Joshi Pro ha proposto come incontro di cartello una stipulazione che affonda le radici in una corrente importante della storia del puroresu, quella degli shooter, i cultori dell'aspetto più agonistico della disciplina, dell'approccio tecnico e regolamentare assimilato dalle altre discipline delle arti marziali e coloro i quali, a turno, nelle varie diramazioni di questo movimento si sono autodefiniti i veri interpreti del pro wrestling.

Con il solito approccio a metà tra la volontà di mettere in scena rappresentazioni originali e quella di formare le proprie atlete, la compagnia dell'Akihabara dopo aver spinto Hikari Noa a sperimentare il mondo dell'hardcore, ha tentato di iniziare l'altra giovane Mirai Maiumi allo stile UWF mettendola contro la migliore performer a disposizione, la campionessa Princess Miyu Yamashita, anche lei però alla prima esperienza in questo campo.

Dare un giudizio in questi casi non é semplice dato lo stile particolare di queste contese e probabilmente nemmeno centrato rispetto a questa volontà di modellare in qualche modo i talenti coinvolti, tuttavia ci si può fare un'idea recuperando quanto successo in passato e facendo ciò si può sempre scoprire qualche dettaglio in più in grado, se non di far apprezzare, quantomeno capirne le dinamiche, visto e considerato che ancora oggi altre realtà provano ancora ad emulare la vecchia federazione dove lottava Akira Maeda (ultima in ordine temporale la GLEAT di Kiyoshi Tamura).

Mixed

In tal senso l'esperimento più duraturo in ambito femminile é rappresentato dalle Ladies Legend Pro Wrestling, una compagnia che come é noto era nata in maniera molto simile alla UWF, ossia dopo una violenta scissione da una compagnia più orientata - a detta delle coinvolte - verso l'entertainment e più in generale verso un approccio più tradizionalistico nei confronti del business. Una visione radicale che però non si é sempre concretizzata: se é vero che molte volte le LLPW si sono distinte per il coinvolgimento di nomi legati ad altri sport (in particolare il judo da cui proveniva la co-fondatrice Shinobu Kandori) e per i diversi tornei organizzati sulla falsariga delle più moderne MMA, é pur sempre vero che più di una volta questa compagnia ha "ceduto" alla necessità di generare interesse grazie a personaggi bizzarri (come la morta vivente Eiger) o appoggiandosi alla federazione che aveva di fatto creato il movimento joshi, la All Japan Women's Pro-Wrestling. Praticamente una ripetizione dell'alleanza avvenuta a suo tempo tra la New Japan Pro Wrestling e la UWF International (la seconda incarnazione della compagnia), un tentativo di rilancio che aveva portato visibilità nelle sue fasi iniziali per poi soffocare gradualmente la forza più piccola in gioco, vistasi prima snaturare dal contesto e poi svalutata dalle molte sconfitte patite dai suoi atleti di punta (in tal senso la piccola promotion della Kandori si prenderà invece diverse soddisfazioni).

Un tentativo avvenuto invece nel corso del nuovo millennio é stato fatto da una promotion maschile, la Battlarts, una delle incarnazioni successive della UWF, seppure dichiaratamente meno legata alla vecchia ideologia e più propensa ad integrare elementi tipici delle varie etichette con cui collaborava (come ad esempio la Big Japan Pro Wrestling con i suoi deathmatch), ma senza rinunciare ad un realismo derivato dall'avere al suo interno diversi reduci della vecchia esperienza, come gli highlander Yoshiaki Fujiwara e Masakatsu Funaki.

Verso la fine 2008, la compagnia aveva optato per aprirsi al mondo femminile organizzando degli eventi chiamati Queen Bee, dove le joshine freelance potevano cimentarsi in incontri più tradizionali o a tema shoot, non diversamente da quanto avvenuto la settimana scorsa. Il fondatore della Battlarts Yuki Ishikawa credeva nel progetto, essendo allenatore di talenti ed avendo una buona intesa con un'altra formatrice specializzata nel genere, Mariko Yoshida. La "donna ragno" da 3 anni gestiva la sua personale attività chiamata IBUKI e ormai poteva vantare diverse allieve al suo seguito, molte delle quali erano state messe a disposizione di Ishikawa per questa iniziativa e una di queste era Chihiro Oikawa, lottatrice che nella sua breve esperienza (appena 2 anni prima di ritirarsi dopo essersi sposata) ha diviso i ring di varie come la Ibuki e la JWP con le gabbie della Jewells, tanto da guadagnarsi una certo nomea di combattente d'elite e guadagnarsi la possibilità di competere con i maschietti della Batlarts. Ad affrontarla nel primo main event di questa iniziativa c'era la migliore allieva dello stesso promoter, una che in futuro avrebbe fatto dell'iper realismo sul ring uno dei punti cardini del suo controverso manifesto, Kana.

Un mix esplosivo, in grado di mettere in scena un combattimento duro, molto tecnico ed orientato all'utilizzo di prese a terra e scambi di calci e pugni, ma senza per questo rinunciare ad una certa teatralità nelle espressioni e nel dimostrare la foga della battaglia, tanto che a metà incontro le due contendenti finiscono per rotolare fuori dal ring per non dover rompere la presa perdendo il possibile vantaggio.

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Kana vs Chihiro Oikawa - 26 Ottobre 2008, Queen Bee Vol.1 (Shin-Kiba 1st RING)

Purismo

Flashforward ai giorni nostri: le due partecipanti portano in scena il proprio bagaglio tecnico, da una parte il judo di Maiumi - molto esibito nei continui tentativi di rovesciamento a terra, come spesso capita ad altre praticanti come Maika e Utami Hayashishita - dall'altra il karate di Miyu, limitato ai suoi ormai notori calci. anch'essi però messi in soffitta per gran parte della sfida. Questo perché il focus della gara é stato rivolto alla stipula stessa, sicché le 2 più che concentrarsi sulle loro trademark o cercare di raccontare una storia legata alle loro carattersitiche, hanno cercato di mettere in risalto le regole in vigore, concentrandosi sull'accumulo dei punti: attraverso le prese a terra e le rispettive fughe hanno infatti accumulato rispettivamente 1 e 2 punti, così come ciascuna ha ottenuto un ulteriore premio per aver neutralizzato un tentativo di colpo diretto.

I due punti di contrasto tra le due, ossia le differenza di fisico e di esperienza, non sono assolutamente emerse, si é trattato di una esibizione in piena regola, molto equilibrata per via del modo di procedere molto metodico da parte di entrambe nel passare da una presa all'altra un po' come se stessero impostando un match regolare, ma limitato all'essenziale. Ciò che é mancato dunque é stata la naturalezza delle situazioni, l'adrenalina nel cercare di rompere i rispettivi blocchi, il guizzo nell'invertire la situazione, una cosa che si é verificata giusto quando Mirai ha bloccato un colpo di Miyu utilizzando un pregevole lariat e non a caso é stata l'azione più riconoscibile di tutto l'incontro, assieme al primo ed unico calcione rifilato dall'asso della TJPW all'avversaria, più che sufficiente per chiudere i giochi dopo una decina di minuti. Anche Kana quella volta aveva concluso con un calcio al volto della rivale, ma primo di esso gliene aveva rifilati altri due, continuando fino a costringere la povere Chihiro a rimanere a terra.

Questo Inspiration comunque resta un'esperienza utile: per consentire di provare nuove soluzioni a Miyu e per tentare di indirizzare maggiormente la Mirai verso il pattern tecnico che le ha consentito di mettersi in mostra sia durante la scorsa annata che in questa, una figura che manca all'interno del roster dai tempi di Yuu e che potrebbe aiutare molto a diversificare l'offerta degli spettacoli TJPW.

Quanto all'originalità, in un periodo in cui anche altre realtà estere (come i Bloodsport di Josh Barnett o la Combat Fights Unlimited dove lotta Masha Slamovich) per svettare in questo senso occorre una maggiore qualità. E quale modo migliore, se non studiando i migliori?