Calle joshi

Match | By Poppo • 25-08-2021

L'esordio di Tiger Queen: ennesimo omaggio a Sayama, ma nel suo piccolo anche una possibile novità

Sono passati 40 anni dalla prima volta in cui Satoru Sayama indossò per la prima volta una delle maschere più famose al mondo, quella di Tiger Mask, il nostro uomo tigre i cui combattimenti sono stati ammirati da tanti ragazzini sia nella finzione del celebre cartone animato che nella realtà.

Una storia la sua che come le grandi fiabe é stata ripetuta nel tempo in più versioni, variando gli interpreti ed aggiungendo altri personaggi di contorno, ma che inevitabilmente é sempre girata e rigirata attorno dal suo padre fondatore, la cui ultima idea - tra le tante messe in campo per questo periodo di celebrazioni - é stata quella di introdurre nella famiglia dei felini una nuova componente di sesso femminile.

L'ultima volta che una lottatrice aveva provato ad interpretare il suo contraltare in gonnella, non si era trattato di un'operazione voluta e coordinata dallo stesso Sayama ed i risultati non furono certo entusiasmanti, ma il fatto che questa nuova versione abbia debuttato 23 anni dopo sotto l'egida guida della leggenda non é comunque una garanzia di successo: occorrerà sicuramente tutto il suo carisma e la sua influenza per aiutarla, ma servirà molto altro per garantire alla nuova arrivata una carriera quantomeno dignitosa.

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La tana delle tigri

Dopo aver organizzato - grazie all'aiuto del figlio Seito e dal suo pupillo Yamato Hiranuma - una mostra dedicata alla sua iconografia presso il tempio di Kanda (uno dei luoghi di culto della religione Shintoista presenti nella capitale del Giappone) e aver messo in vendita svariati gadget associati a questo anniversario (inclusi dei veri e propri santini, alla faccia della spiritualità), Sayama ha pubblicamente presentato il nuovo personaggio di Tiger Queen con un mese di anticipo rispetto al debutto organizzato in occasione del main event della seconda serata di festeggiamenti messa in scena lo scorso 29 Luglio dalla sua promotion, la Real Japan Pro Wrestling.

In linea con l'aura di mistero che ha contraddistinto la sua figura, riguardo alla nuova interprete non sono state date informazioni specifiche, limitandosi a specificare chi é la sua mentore, ossia l'altra leggenda presente al suo fianco al momento della conferenza stampa, l'eterna Jaguar Yokota, affiancata da Kyoko Inoue, altro grande nome allenato dalla stessa Yokota negli anni in cui il tigrotto era ormai divenuto figura di riferimento per tutto il panorama e oggi anch'essa allenatrice attraverso il suo dojo, la Diana. Una presenza quella della Yokota in grado di spiegare le sue apparizioni per la RJPW avvenute quest'anno e che altrimenti sarebbero sembrate solo l'ennesimo ingaggio di una vecchia gloria in un ritrovo di reduci: malgrado le dichiarazioni di intenti iniziali che proclamavano l'ennesimo tentativo di imitazione del mondo delle arti marziali miste, la compagnia é sempre stata un punto di ritrovo per veterani del puroresu, ex fighter ed amateur, ma anche fautori del cosiddetto lucharesu (la fusione tra la lucha libre messicana ed il puroresu nipponico), altri girovaghi del prodotto indipendente nazionale e ovviamente l'intera famiglia di tigri nelle sue molteplici incarnazioni, dall'originale alla versione malvagia.

Praticamente un calderone pieno di cose molto diverse tra loro e non sempre in grado di amalgamarsi decentemente, dove le donne - in linea con la tradizione di netta separazione dei sessi - non hanno trovato particolare spazio fino a quest'anno e grazie a questa nuova trovata é probabile che altre performer avranno la possibilità di trovare una nuova soluzione lavorativa o almeno fino a Settembre, la data della prossima esibizione. Si parla di ingaggi quindi e non di spazio per allenarsi, non solo per via della collaborazione con le attuali allenatrici della Diana, ma anche perché i metodi di allenamento mostrati (non sempre volontariamente) al pubblico dallo stesso Sayama in passato non sono certo parsi consoni alle ragazze, non tanto dal punto di vista fisico (la cui durezza è connaturata nei regimi adottati nel puroresu come nel joshi), ma piuttosto per i metodi adottati per imporre la disciplina, fatti di calci e durissime bacchettate con appossito bastone.

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Questo video probabilmente é la testimonianza più edulcolorata dei metodi di allenamento di Sayama

Premesse non esattamente ideali per un debutto, specie in un periodo in cui il pubblico nei palazzetti latita a causa di un misto tra limitazioni causate dal virus COVID-19 ed il costante calo di pubblico che la maggior parte delle realtà fa i conti da diversi anni, lo stesso problema che aveva affondato a suo tempo le ambizioni della Arsion ed i relativi sogni di gloria di Candy Okutsu, la predecessora che si faceva chiamare Tiger Dream con la benedizione del primo proprietario della maschera, gli insegnamenti del suo successore e la promozione operata dal suo datore di lavoro, Rossy Ogawa.

Il mancato coinvolgimento in prima persona di Sayama, sommato forse ad alcuni limiti interpretativi della Okutsu - malgrado partisse da basi più solide avendo a suo tempo una maggiore esperienza sul quadrato ed uno stile di lotta dichiaratamente ispirato al suo idolo giovanile - ma soprattutto ad una mancanza di spinta creativa a sostegno fecero naufragare quell'esperienza facendo persino retrocedere la ragazza nelle gerarchie interne, archiviando il tutto dopo appena un anno, con il paradosso di avere riscosso una quasi maggiore gloria postuma dovuta alla narrazione che da sempre ruota attorno a Satoru, che é ciò che attualmente ha alimentato questo nuovo debutto.

Per usare una metafora in tema, quello della nuova arrivata si può paragonare alla parabola delle navi pontate usate per il trasporto del carbone nel veneziano, convertite durante la prima guerra mondiale in imbarcazioni da battaglia dotandole con un apposito cannone, venendo ribattezzate come tigri. Allo stesso modo la Real Japan sta cercando di combattere la sua battaglia, ossia riconvertendo il materiale a disposizone come fatto in questa prima occasione, abbinando novità e tradizione.

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Dal minuto 4: Rina Yamashita vs Tiger Queen - 29 Luglio 2021, Strong Style 11 - First Tiger Mask 40th Anniversary 2nd (Korakuen Hall)

Tiger Queen W

Per questo battesimo del fuoco é stata scelta Rina Yamashita, freelance che nell'ultimo anno ha rinforzato il suo status di antagonista di ferro grazie alla sua crescente specializzazione nell'ambito dei match violenti, ma che da diverso tempo ricopre il ruolo di comprimaria utile per valorizzare la protagonista di turno avendo ormai raggiunto un certo grado di esperienza e di maturità nel saper gestire le reazioni del pubblico e guidare avversarie meno avvezze al palcoscenico.

Vista l'attenzione mediatica, questo incontro non poteva certo venire svolto come il tradizionale debutto di una nuova leva basato sul solito canovaccio del maltrattamento da parte della veterana di turno nei confronti della suddetta che infine culmina in una breve sequenza di shine spenta sul nascere e infatti tutto questo non é avvenuto. A distinguersi - oltre alla musica di ingresso scelta dalla tigrotta, Don't stop me now dei Queen - in primo luogo é stato il minutaggio superiore ai 10 minuti (quasi 13 in totale), un valore che pare basso, ma che in realtà non é così semplice da "riempire", specie quando si é alle prime armi, a meno di non lasciare la maggior parte dell'offensiva alla propria rivale. Rina si é presa questo mettendo in campo la maggiore forza fisica focalizzandosi sulla durezza dei suoi colpi, rendendosi complementare alle manovre acrobatiche scelte come repertorio dalla giovane sfidante, fatta di salti, capovolte e rimbalzi sulle corde, tutti eseguiti tra una pausa e l'altra prima e dopo l'esecuzione, sia per accentuarne l'importanza che perché é parsa evidente la necessità di metabolizzare tutti i movimenti, come lecito che sia.

Una scelta dettata in parte dalla volontà di associare le qualità fisiche della lottatrice - alta 1 metro e 70 centimetri, un dato come sempre da mettere in relazione all'altezza media delle joshine, leggermente inferiore quindi - ma certamente imposta dal voler ricalcare le gesta dell'innovatore della categoria Junior dell'epoca, dettaglio ulteriormente sottolineato dalla scelta di incorporare due tecniche simbolo di Sayama, la testata volante dalla terza corda (diving headbutt) e ovviamente il Tiger suplex utilizzato per chiudere la contesa dopo aver schivato (grazie all'aiuto delle corde) la Splash Mountain di Rina ed aver piazzato un piledriver, la mossa più impattante tra quele messe in mostra e dall'altrettanto retrogusto retrò.

Per molti versi quindi é stata un'esibizione che ha ricalcato le gesta di Tiger Dream, un modo di calcare la mano sull'eredità del mito e sul tentativo di effettuare un'operazione nostalgia mascherata dalla novità dell'interprete donna, un qualcosa che difficilmente potrà seguire il canonico percorso di formazione intrapreso dalla maggior parte delle giovani colleghe di Tiger Queen, spesso obbligate ad una crescita più lenta e graduale e soprattutto lontana dai riflettori, tutte cose che in questo caso non sono fattibili o attuabili, pena la perdita di attenzione da parte del pubblico in primis e di conseguenza dello stesso sponsor principale.

Il prossimo 5 Settembre alla alla Shin-Kiba andrà in scena la seconda prova della regina, in una sequenza che la vedrà affrontare altre avversarie di varia esperienza e che sarà in grado di dare maggiori indicazioni sulle effettive capacità dell'interprete e sul potenziale sviluppo di questo percorso:  porterà qualcosa di nuovo o scadrà in qualche rimando già visto in passato? Si spera ovviamente nella prima ipotesi.