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Hiroshi Ogawa
Storia | By Poppo • 26-06-2021
Image Credits: Hiroshi Ogawa

Un'occhiata alla particolare collezione "messicana" del condottiero della Stardom

Tra le tante iniziative che stanno venendo promosse per celebrare i 40 anni dalla nascita del primo di Tiger Mask interpretato da Satoru Sayama, tra mostre ed eventi di wrestling connessi, ha fatto eco l'annuncio del prossimo debutto di una nuova lottatrice che indosserà la celeberrima maschera della tigre che tanto successo ha riscosso grazie alla controparte maschile.

Di questa futura "tigressa" per ora si sa quasi nulla, in compenso si può dire che non sia la prima in assoluto a potersi fregiare della concessione da parte della leggenda di poter attingere da quello che di fatto é stato un vero e proprio franchise della disciplina, così come le mascaras sono state per molto tempo un elemento caratterizzante per diverse performer, un retaggio ottenuto dallo stretto legame con il Messico e la sua lucha libre, così come é stato per Venezia e le maschere, odierno costume ma che agli albori del secondo millennio erano stati importate grazie al commercio con l'Oriente.

Così mentre le dame veneziane si facevano realizzare da mascareri appositi copricapi da turche e morette, le giapponesi hanno assunto ulteriori identità segrete evolvendo nel tempo fantasie e richiami e grazie ad un collezionista d'eccezione, non solo oggi si può averne una testimonianza più tangibile, ma é stato proprio grazie a costui che parte dei primi scambi culturali tra i due paesi citati ha avuto luogo, una lunga serie di viaggi che hanno portato le assistite di Hiroshi "Rossy" Ogawa ad ampliare i propri orizzonti e lo stesso futuro proprietario della Stardom a collezionarne questi preziosi cimeli ed a conservarne le storie.

La Galactica / Pantera Sureña

Nel 1980, il giovane Hiroshi - fresco di diploma in fotografia conseguito a 21 anni - erano passati 2 anni da quando aveva messo piede per la prima in All Japan Women's Pro-Wrestling, la stessa distanza anagrafica che lo separava da Pantera Sureña, la quale però erà già entrata nel business da ben 9 anni, riuscendo pure in quella stessa annata ad effettuare il suo primo viaggio in Giappone, portando con sè la più giovane Reyna Gallegos, la cui totalità dei fratelli e sorelle erano anch'essi luchadores.

La "pantera del Sud" tornerà nella terra del Sol Levante nel 1983 e lo farà in grande stile vincendo la cintura più importante della AJW sconfiggendo Jaguar Yokota ed ottenendo pure il suo scalpo, ma non con il suo ringname originale, bensì con un nome di scorta usato per via di una lucha de apuesta persa in precedenza in patria, che la costrinse ad utilizzare la maschera usata durante quella sua prima esibizione, dove assieme alla Gallegos erano state presentate come Las Galacticas. In assenza della compare, al suo ritorno decise di togliere il plurale e di prendersi tutti i diritti di utilizzo.

Tutte e 3 le maschere presentate appartenevano alla Galactica, le prime 2 a partire da sinistra furono utilizzate durante le rispettive sfide con la Yokota, ossia il famoso kamikiri e la successiva rivincita.

A tal proposito Ogawa afferma:

Sulla maschera centrale era rimasta una macchia di sangue fuoriuscita sulla bocca e non essendo stata pulita subito é rimasta (pur riducendosi) ancora oggi dopo 25 anni.

Rossy Ogawa

la terza in nero é stata impiegata nella successiva incarnazione della gimmick, adottata verso la fine degli anni novanta nella sua versione aggiornata con i tempi, La Galactica 2000, indossata però da una luchadora più giovante, ovvero Lady Metal. É stato proprio durante questa nuova visita che la messicana ha donato ad Ogawa tutte le sue maschere, aggiornando questa raccolta che, alle soglie del nuovo millennio, era ormai piuttosto nutrita, così come era progredita la sua carriera da promoter.

Taranchela e Crane YU

Il 1983 é stato a tutti gli effetti l'anno delle maschere che a quel punto erano una sorta di marchio di fabbrica delle cattive di turno: le giacche di pelle ed i tatuaggi delle Gokuaku Doumei stavano per fare irruzione sulle scene, nel frattempo per dare un tocco di ribellione questi personaggi, ma anche per usare più volte una lottatrice all'interno degli spettacoli, come nel caso di Wild Kazuki, la quale indossando la maschera diventava Taranchela, acerrima rivale della nostra "farfallina bianca" Mimi Hagiwara (e curiosamente anche questa rivalità sfociò in una contesa con i palio maschera e capelli) ed alleata di Devil Masami.

Chi invece si é ritrovata a metà di questa transizione stilistica é stata Masked Yu, anch'essa inizialmente parte delle Devil's Gundam e poi ereditata dalla nuova leader Dump Matsumoto dove gradualmente passerà dalla versione mascherata a quella animalesca chiamata Crane, per poi venire cacciata dal gruppo senza tanti complimenti. Le maschere costituiranno comunque una caratteristica scenica del gruppo, ma il loro uso si limiterà alle entrate sul ring e spesso impiegate come sotterfugi per ingannare le rivali, come avvenuto - ancora una volta! - durante la prima lucha de apuesta tra la Matsumoto e l'odiata rivale Chigusa Nagayo, dove la povera Yu venne impiegata come esca essendo molto simile per fattezze alla Dump.

Rossy a riguardo fornisce anche un dettaglio tecnico interessante:

Le maschere di Masked Yu e Tarantula [n.d.a: la pronuncia alternativa e corretta del ringname] erano state realizzate dalla ditta SHIMA SPORTS, la quale tra le altre aveva realizzato anche quella di Tiger Mask

Rossy Ogawa

Akira Hokuto e Sakie Hasegawa

Con l'arrivo degli anni novanta, Hiroshi inizia finalmente a visitare il Messico, rimanendo affascinato dalla sua cultura "luchistica", specie nel periodo in cui accompagna il gruppetto di ragazze capeggiato da Bull Nakano e di cui faceva parte la prossima star dello Zenjo, Akira Hokuto. Anche lei si lascia conquistare dalla patria degli aztechi, un rapporto che le darà tantissimo, in primis lo spunto per formare la unit che le darà fama e gloria, le cachorras orientales, in secundis la maschera da Reina Jubuki (tradotto "regina delle tempeste neve") e soprattutto il suo primo matrimonio con il luchador Màscara Magica, anche se purtroppo il sodalizio durerà solo qualche anno prima di terminare con un brusco divorzio dove aleggiano voci di violenze domestiche commesse dal coniuge.

Questa relazione la allontanò dalle scene giapponesi quel tanto che basta per toglierle qualche anno al top della AJW - addirittura c'é chi sostiene che avesse quest'idea già a partire dal 1993, il suo anno migliore - ma le frutterà comunque il titolo mondiale femminile del Consejo Mundial de Lucha Libre e la stessa maschera apparirà sugli schermi della WCW in occasione del suo torneo internazionale per decretare la nuova campionessa della sua categoria.

Di questo travestimento ne esistono 2 versioni, la prima originale - ed in possesso di Ogawa - é quella impiegata in Messico, mentre venne ideato un restyling durante il suo approdo in GAEA nel 1996.

Chi invece non ha ricevuto una maschera 100% giapponese é stata Sakie Hasegawa, alla quale nel 1994, in occasione dello storico evento Big Egg Wrestling Universe, venne assegnato il personaggio di Blizzard Yuki, una trasposizione dell'omonimo manga pubblicato dalla storica casa editrice Kadokawa Shoten, con l'idea di renderla uno dei nomi più importanti della compagnia.

Dopo l'iniziale successo del debutto - dove sconfisse la rientrante Mariko Yoshida - le reazioni di pubblico e critica si raffreddarono gradualmente nei suoi confronti, sia a causa della mancata aderenza tra personaggio e lottatrice che per la scarsa penetrazione del fumetto nell'immaginario collettivo.

Blizzard Yuki, con l'idea di emulazione

Chapparita ASARI e le sorelle Esther e Cynthia Moreno

Sempre riin quel periodo Rossy aveva iniziato a rafforzare il suo ruolo di ambasciatore internazionale della federazione, riuscendo ad importare una piccola delegazione di gaijin, sia dagli Stati Uniti come nel caso di Debbie Malenko, che ovviamente dal suo amato Mexico, così dopo la grande Lola Gonzalez era toccato alle sorelle Esther e Cynthia Moreno, impiegate principalmente come parejas da contrapporre alle coppie della divisione regolare ed occasionalmente con la stessa Debbie con la quale si era creata un'amicizia arrivata fino ai giorni nostri.

Oltre a questo venivano utilizzate anche per rimpolpare la categoria junior della compagnia, una zona delle card spesso destinata a talenti giovanissimi che però a volte, non riuscendo a sviluppare il proprio stile di lotta adeguandolo a quello delle lottatrici più abili, oppure non sviluppandosi maggiormente dal punto di vista fisico, finivano per rimanere intrappolate dentro a questa sorta di ghetto, come successo a Chapparita ASARI, flyer di grande a cui la AJW non riuscì mai a dare una collocazione diversa da quella del peso leggero impiegato negli opener.

Proprio durante questi incontri affrontò per un periodo le versioni mascherate delle due sorelle, rispettivamente Chiquita e Pequeña, conosciute come le sorelle Azteca. A loro si sarebbe (dovuta aggiungere Princesa Sugehit, tuttavia il suo viaggio in Giappone quella volta non si riuscì a concretizzare, sicché Rosy si dovette accontentare della sua mascàra come risarcimento (la terza a destra con le ali attorno agli occhi).

La riscossa delle juniores sarebbe arrivata nel giro di qualche anno e vi avrebbero fatto parte le Moreno, la ASARI ad altre giovani leve...

AKINO, Candy Okutsu

Nel 1997 Ogawa abbandona definitivamente la All Japan Women's per mettersi in proprio: aveva svolto qualsiasi mansione possibile per lo Zenjo, ma la progressiva perdita di interesse verso il puroresu abbinata alla malsana gestione economica operata dalla famiglia Matsunaga lo avevano spinto a tentare la sorte fondando la propria compagnia sfruttando la clamorosa fuoriuscita dell'ex kaiju Aja Kong che lo aveva affiancato nella creazione della Arsion.

L'idea era quella di proporre un prodotto innovativo con uno sguardo rivolto al lucharesu - l'unione di lucha libre e puroresu - proposta dalla IWA Japan dove militava peraltro quel Gran Hamada padre di Ayako, futura stella della nuova etichetta. Oltre alle già citate sorelle (a cui si aggiungerà un'altra coppia familiare composta da Mary e Faby Apache) e ad altre lottatrici latine, il focus delle assunzioni verteva proprio su quelle giovani a cui la AJW non voleva dare una vera opportunità, gente come Rie Tamada, Yumi Fukawa, AKINO e Candy Okutsu che voleva dare una svolta alla propria carriera finché era in tempo.

Così come in passato, l'erasmus si rivela una formula particolarmente apprezzata da Ogawa, stavolta agevolato dal lavoro di Ultimo Dragon in Messico, dove aveva stabilito le basi per la sua Toryumon, una sorta di colonia giapponese dove lottatori e lottatrici potevano cimetarsi nella lucha, spesso costruendosi dei veri e propri alter ego a tema, come successo ad AKINO e Candy, che avevano assunto le fattezze di NOKI-A (la maschera a destra azzurra) e di Red linx.

Finiranno per fare coppia anche al ritorno in patria, riprendendo questi personaggi solo nelle occasioni in cui affrontavano delle luchadoras per inscenare delle esibizioni speciali, come del resto faceva anche la loro collega GAMI, quella che più stabilmente svestiva i panni comuni per interpretare il ruolo di Metal GAMI. Diversamente però dalle consuetudini, alle gaijin di questo tipo non spettava la parte delle cattive, toccava proprio a Okutsu e compagne fare le rudas, al punto da dover formare una fazione apposita, le ReDRAG, dove l'abbreviazione drag si riferiva alla tecnica preferita dalle componenti del trio, il Dragon suplex.

Ma nel caso di Candy quella non era l'unica identità alternativa utilizzata.

Candy Okutsu, di nuovo

Un'altra caratteristica della Arsion erano i tornei, ne venivano infatti proposti diversi nel corso dell'anno, sia singola che di coppia e quasi sempre ad eliminazione diretta, abbandonando la formula a gironi spesso usata dalla AJW ritenuta troppo complicata ed impegnativa a livello di risorse. Il primo di questi é stato l'ARS Tournament, disputato nel 1998 ad un anno dalla fondazione della compagnia e vinto proprio da Candy al termine di una prova da beniamina del pubblico e dopo aver battuto il proverbiale Golia rappresentato dall'americana Reggie Bennet (un'altra ex AJW).

Ogawa aveva grandi piani per lei e sapendo che lei era una fan di Satoru Sayama e della gimmick dell'uomo tigre (che aveva incrociato nel biennio precedente in JWP nella versione interpretata da Yoshihiro Yamazaki), per premiarla riuscì a contattare il Tiger Mask originale per concordare una serie di allenamenti personali per poterle insegnarle alcune delle sue tecniche, cosa che iniziò ad introdurre nei suoi incontri molto velocemente. L'idea del producer era quella di creare un nuovo personaggio nel mondo delle tigri: c'erano l'originale, gli eredi, la versione malvagia, ma quella in gonnella nessuno l'aveva ancora messa in pratica.

Corsi e ricorsi storici, una volta raggiunto l'accordo ed ottenuto il consenso di Sayama, durante il secondo torneo promosso dalla compagnia (lo ZION) debuttò ufficialmente la nuova donna tigre, Tiger Dream. Per tutto il resto dell'annata lotterà con la sua nuova maschera, spesso affiancando Ayako Hamada e rivaleggiando con le due giovani arroganti Rie Tamada e Hiromi Yagi. Malgrado le premesse ed il suo stile aereo e spettacolare, l'operazione non riscuote il successo sperato, venendo messa definitivamente da parte nel 1999, dopo appena un anno, la stessa sorte toccherà alla Arsion nel giro di altri 4 anni.

Ne dovranno passare molti altri per Rossy prima di imbattersi in un'altra ragazza tigre chiamata Fuka, con la quale porrà le fondamenta per la nascita della sua compagnia di maggior successo.

Ma questa è un'altra storia.