Calle joshi

Shintoho production company
Storia | By Poppo • 15-08-2021
Image Credits: Shintoho production company

Le prime testimonianze della nascita del movimento joshi

Quella del recupero del passato della disciplina é un'idea che prima o dopo balena nella mente della maggior parte degli appassionati del joshi: i volti delle ragazze della AJW che hanno dominato le scene tra gli anni ottanta e novanta, sono rimasti impressi nell'immaginario collettivo mondiale e anche nazionale grazie al contributo del nostro Tony Fusaro e il loro eco é ancora oggi in grado di attirare la curiosità delle nuove generazioni.

Eppure proprio la gran quantità di nomi, date ed avvenimenti rappresenta un ostacolo non da poco per questo desiderio, già limitato dalla barriera linguistica e dalla cessata attività da parte delle società protagoniste di quell'epoca a cui si aggiunge la necessaria quantità di tempo per assimilarne i necessari riferimenti storici, tempo che spesso confligge con quello da dedicare alla folta programmazione presente.

Ma a volte alla curiosità basta un semplice spunto per poter scoprire fatti e nomi del passato della disciplina, magari non necessariamente confluiti in un incontro di wrestling, ma che in qualche modo hanno permesso alle stelle di oggi di poter praticare l'attuale professione.

In questo caso lo spunto é rappresentato da alcuni fotogrammi di un film, un piccolo ritratto in grado di svelare i primi nomi autoctoni che si esibirono nella terra del Sol Levante e di rinsaldare il legame tra la il puroresu ed il resto dello spettacolo.

Volevano cambiare il mondo

Il 1954 generalmente viene indicato come il punto di inizio della storia del wrestling femminile giapponese, l'anno in cui l'arrivo nel paese da parte di Mildred Burke e le sue ragazze della WWWA aveva radunato alla Sumo Hall ben 13.000 persone per vedere le atlete locali cercare di strapparle quella che era diventata la principale cintura per quel che concerneva le donne. Arrivare a quell'evento non era stato facile, in primis per Mildred, ritrovatasi a lottare nelle aule di tribunale con Billy Wolfe, ex marito, ma soprattutto il promoter che l'aveva lanciata e sostenuta fino a quando era durata la loro relazione per poi cercare di contrastarla in tutti i modi. A peggiorare le cose ci si era messa anche la National Wrestling Association, la quale non solo cercò di disconoscere la sua attività a causa del divorzio (malvisto dai costumi dell'epoca), ma che in seguito porrà un vero e proprio veto nei confronti del wrestling femminile che durerà fino agli anni settanta.

Una simile presa di posizione era sorta in Giappone per voce del sacro fondatore del puroresu Rikidōzan, il quale si era espresso negativamente nei confronti delle lottatrici, ree di essere indecorose e non adatte al contesto. Malgrado questa presa di posizione, le esibizioni del gentil sesso sul quadrato vengono datate a prima del suo arrivo, seppure purtroppo non risultano testimonianze visive di questi incontri che, stando ai racconti, si svolgevano nell'ambito delle fiere e dei locali negli anni del dopoguerra, a partire dal 1948. Di sicuro però c'era un gruppo di ragazze praticante sparse per il paese che trovò in quelle 5 serate chiamate World Women's Wrestling Grand Match, il primo vero ritrovo collettivo in cui la selezione locale avrebbe sfidato quella delle americane di cui oltre alla Burke, facevano parte Mae Young, Ruth Boatcallie, Gloria Barattini, Beverly Anderson e Rita Martinez.

La parata di ingresso a Tokyo di Mildred Burke, 1954

Nella selezione locale invece spiccava Keiko Endo, colei che in futuro (1965) avrebbe accresciuto il suo potere sposando il futuro fondatore della AJW Takashi Matsunaga, ma prima di tutto si sarebbe aggiudicata il titolo di campionessa delle principali federazioni nazionali un anno dopo quel tour. Il successo dell'iniziativa infatti aveva dato una forte spinta a questo tipo di iniziative e in quel periodo era nata una federazione, la Japan Women's Wrestling Federation, al cui interno erano fiorite ben 5 compagnie: Hiroshima joshi puroresuchīmu (il club di lotta femminile di Hiroshima), la Tōyōjoshi puroresu kyōkai, la All Japan Women's Professional Wrestling Association (precursore della futura promotion dei Matsunaga, dove lottavano appunto Keiko e la sorella minore di Takashi, Reiko), la All Japan Women's Club (che invece non avrà legami con essa) e infine il club della capitale, il Tokyo Universal Women's Professional Wrestling Team. Quest'ultimo non solo otterrà diversi riconoscimenti in questa fase iniziale, ma finirà addirittura sugli schermi del cinematografo, dove faranno il loro debutto i quartetto che aveva rappresentato il club durante l'evento citato.

Da sinistra a destra 4 ragazze del Tokyo Universal Women's Professional Wrestling Team: Tomoko Kubo, Noriko Oi, Yoshimi Toyota, Sumiko Hirado

Uno è andato con la donna al mare...

La Shintoho era un gruppo di produzione cinematografica nato a metà degli anni quaranta e partito con un discreto seguito iniziale perso molto velocemente a causa di una congiuntura non particolarmente favorevole per via della paura di un rallentamento della ripresa del paese dai postumi della guerra, causata a sua volta da un'altra guerra che stava avvenendo nei dintorni, ossia nella penisola Coreana, dove i blocchi occidentali e sovietico stavano giocando una pericolosa partita nell'ambito degli equilibri geopolitici mondiali. Per questo motivo era stato chiamato a capo della compagnia Mitsugu Okura, il cui mandato era stato affidato con 2 scopi ben precisi: ridurre i costi e produrre pellicole di successo in grado di rimpinguare le casse; il primo obiettivo verrà raggiunto tramite una serie di licenziamenti di massa nel comparto creativo (con una decisa spinta per gli sceneggiatori più creativi), il secondo invece verrà perseguito producendo commedie semplici e fortemente caratterizzate dalla presenza di uomini di spettacolo e belle ragazze.

Con queste premesse, nel Settembre del 1955 esce lo sceneggiato Morishige no demakase shinshi (tradotto l'inganno di Morishige), opera del regista Kunio Watanabe, con protagonisti lo stesso Morishige, in arte Hisaya Morishige - attore comico (e in seguito anche cantante e doppiatore) con un passato di annunciatore presso la rete Nippon Hoso Kyokai - e Junko Ebata, attrice a cui era stato riservato il ruolo di femme fatale della storia, nello specifico la compagna di un boss della yakuza che lo sventurato Morishige cerca di conquistare attirandosi le ire della malavita locale.

Oltre ai proiettili dei gangster, lo sfortunato soggetto della storia incapperà in una serie di disavventure tutte rigorosamente in gonnella e una di queste non solo si é svolta all'interno della palestra dove si svolgevano gli allenamenti della Tokyo Universal, ma ha avuto come protagoniste le 4 atlete di punta del club alle quali era stato assegnato il compito di inscenare alcune sequenze di wrestling assieme allo sprovveduto Morishige.

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Morishige no demakase shinshi, 1955 (regia di Kunio Watanabe)

La prima delle 4 ragazze ad apparire é Noriko Oi, non a caso la più coinvolta nelle sequenze grazie alla sua abilità di sollevatrice di pesi ed al suo fisico più robusto rispetto alle compagne. Noriko faceva spesso coppia con l'omologa Yoshimi Toyota, assieme alla quale avrebbe vinto di lì a poco le cinture di coppia della All Japan Women's Professional Wrestling Association, ma in questa occasione si limita ad esibirsi per conto suo in qualche scambio di riscaldamento al protagonista. Poche informazioni si trovano invece su Sumiko Hirado, così come rimane poco della sua comparsata, limitata essenzialmente a fare numero attorno al ring, mentre la principale lottatrice, Tomoko Kubo, da novello asso concedeva a Morishige l'onore di sembrare un lottatore provetto lasciandosi applicare un'ingarbugliata chiave articolare alle gambe, per poi fare squadra con lui esponendo la povera Noriko al ludibrio delle altre allieve della palestra. Anche Tomoko si coprirà di gloria nel periodo successivo, vincendo la cintura dei pesi leggeri messa in palio sempre dalla All Japan.

Noriko, Yoshimi e Tomoko saranno le protagoniste della seconda edizione del Grand Match (chiamato più semplicemente campionato nazionale di lotta libera) avvenuta nel Gennaio del 1956, dove difenderanno le rispettive cinture negli incontri di cartello dell'evento. I tempi non erano ancora maturi per l'esplosione del movimento, eppure il seguito stava iniziando a crescere, complice anche la crescente influenza della cultura americana che si stava facendo largo nel paese in parallelo con la progressiva espansione operata dai colleghi di parte maschile. Ci vorranno altri 12 anni prima che i Matsunaga entrino prepotentemente in gioco, un periodo di tempo che la Shintoho non riuscirà a raggiungere: la commercializzazione della donna voluta a tutti i costi da Okura si schianterà nel momento in cui il produttore cercherà di girare una scena di nudo completo all'attrice Michiko Maeda, incontrando il rifiuto categorico della ragazza che verrà licenziata generando un eco mediatica talmente negativa al punto tale da allontanare la gente dai botteghini, costringendo la compagnia a chiudere definitivamente i battenti nel 1961.

Il pubblico giapponese - come molti altri - cercava si la bellezza, ma era interessato anche alla forza di queste ragazze e la storia dimostra come in seguito sarebbe stato accontentato.