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World Wonder Ring Stardom
Recensioni | By Poppo • 25-11-2020
Image Credits: World Wonder Ring Stardom

Mayu Iwatani ha abdicato in favore dell'erede ormai designata da molto tempo

In questa annata da campionessa mondiale della Stardom, Mayu Iwatani è riuscita a mettere in più il suo regno più importante, poiché oltre ad aver elevato ulteriormente la qualità dei suoi incontri, l'Icon è stata il punto focale della compagnia e dei tanti cambiamenti che essa sta attraversando a partire dalla sua acquisizione da parte di Bushiroad, che in un certo senso sono raccontate anche attraverso le sue difese titolate: dall'addio della sua rivale Kagetsu passando per la nuova politica di assunzioni che ha portato in dote una veterana del calibro di Syuri, fino all'invasione della Marvelous da parte della sua compagna di inizi Takumi Iroha.

Un regno a prova di imprevisti insomma, ma Mayu alzava l'asticella mettendo in pratica quanto doveva avvenire 3 anni fa prima dell'infortunio che le costò la doppia reggenza in quello che doveva essere il rilancio dopo la perdita di Kairi Hojo (ed in seguito di Io Shirai), inevitabilmente stava iniziando a circolare la domanda su chi potesse essere in grado di raccoglierne l'eredità in seguito. Chiunque fosse stata in grado di batterla infatti si sarebbe dovuta sobbarcare gli onori dell'alloro ma anche l'onere di mantenere lo stesso standard qualitativo e di continuare a tenere vivo il crescente interesse creatosi attorno alla promotion come ha fatto l'ormai veterana Iwatani.

Un compito non facile e che spesso ha frenato Rossy Ogawa e soci dallo spingere fino in fondo le tantissime giovani stelle lanciate nel corso degli anni: Konami, Jungle Kyona, Momo Watanabe, Tam Nakano, tutte ragazze pazientemente costruite per avere successo ed arenatesi a pochi metri dall'incoronazione definitiva, non stupisce dunque che alla fine la scelta sia caduta su un talento probabilmente più grezzo rispetto ai nomi citati, ma molto più protetto da una gestione particolarmente oculata della sua crescita professionale.

Per Utami Hayashishita la vittoria della Red Belt rappresenta quindi un grosso attestato di stima ma una responasbilità altrettanto grande.

Tsuukai!

Il primo ed unico scontro avvenuto finora tra la giovane Hayashishita e Mayu Iwatani si era svolto due anni fa in un'occassione particolare, ossia la finale del 5 Star Grand Prix, il torneo più importante in casa Stardom e, cosa ancora più particolare, Utami aveva raggiunto questo traguardo dopo appena 3 mesi di praticantato. Del resto la ragazza si era presentata al dojo con ottime referenze: ad appena 20 anni poteva vantare buoni risultati nel campo del judo, ma cosa più importante poteva contare sul numeroso seguito di spettatori che dal 2006 seguiva le sue avventure in televisione.

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Reunion del "cast" di Tsukai! Big Daddy

Per la bellezza di 7 anni Tsuukai! Big Daddy ha raccontato - tra documentario e sceneggiato - le disavventure di Kiyoshi Hayashishita (al secolo Big Daddy) e della sua famiglia allargata composta da 2 figli e ben 7 figlie (di cui Utami è la terza ottenuta dal primo matrimonio) tutti trasferiti sotto lo stesso tetto presso l'isola di Amami Oshima. Pur non essendone il personaggio principale, questa esperienza ha abituato la futura big rookie a vivere sotto i riflettorie a farsi conoscere dal grande pubblico, nel bene per via degli alti ascolti e nel male per le polemiche che spesso hanno accompagnato il padre ed il suo voler rendere pubbliche le vicende legate al suo divorzio ed alle ricorrenti crisi con l'altra coniuge.

Sport e spettacolo sono la base della rapida ascesa di Utami, così rapida da venire promossa al suo esame da pro a pieni voti prima del debutto assoluto condito da un pareggio per time limit contro la più esperta Jungle Kyona, risultato e tempo sul ring solitamente impensabili per una debuttante, così come la successiva iscrizione al 5 Star, basti pensare a quanti anni ci hanno messo altre "apprendiste" come Azumi e Starlight Kid (o la meno giovane Natsuko Tora) a debuttare nella competizione. Quella finale rappresenta ancora oggi una dichiarazione di intenti: una lottatrice alle prime armi dal punto di vista tecnico ma in grado di sfruttare a proprio vantaggio la propria struttura fisica all'interno delle narrazioni, costringendo avversarie anche più esperte a giocare alla pari e dover ricorrere a tutto il parco mosse per poterla sconfiggere, cosa riuscita giusto a Mayu dopo una vera e propria battaglia.

Flashforward, 19 Settembre 2020: in due anni Utami ha vinto quasi tutto ciò che può offrirgli la Stardom in termini di prestigio, le mancano giusto le due cinture principali ed il 5 Star; se l'anno prima le era sfuggito a causa di un infortunio che ha sostanzialmente compromesso i piani immediati, quest'anno tutto è stato allestito al fine di permetterle il grande salto, così partendo da un girone tosto con le sue "protettrici" Momo Watanabe e Jungle Kyona, Utami si è imposta con autorità giungendo per la seconda volta in due edizioni (e mezza) e trovando un'avversaria per molti versi a lei somigliante, quella Himeka neoassunta e così simile a lei per movenze, aspetto fisico ed esperienza, ma soprattutto anche lei in grado di arrivare in fondo al tabellone al suo debutto assoluto.

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Stardom Recap

Praticamente un rito di iniziazione per dimostrare i numerosi cambiamenti avvenuti nel corso del biennio e dimostrarsi pronta per il grande salto, perché se la forza fisica è rimasta la sua specialità, nel mentre la Hayashishita ha sviluppato in parallelo la capacità di interpretare altri ruoli, anche quelli meno dominanti dove c'è da subire maggiormente l'offensiva nemica, oppure adattando la propria all'avversaria di turno come testimoniato nella fortuna serie di incontri che l'ha vista di fronte a Maika, altra piacevole novità di quest'anno e nei due migliori incontri disputati in carriera contro Momo Watanabe in quel di New York e ad inizio 2020 contro Arisa Hoshiki. Curiosamente in queste due occasioni c'era in palio sempre in palio la cintura Wonder of Stardom ed in entrambi i casi sono arrivate due sconfitte.

La vittoria del torneo da parte sua, ha portato la Stardom in un suggestivo crocevia: concludere il lavoro di un biennio e lasciare rifiatare il proprio asso, oppure mettere da parte l'ennesimo talento in attesa del prossimo esperimento.

Stardom Sendai Cinderella

La Mayu scesa sul ring per l'occasione (sotto gli occhi di Big Daddy, seduto tra il pubblico) è stata la stessa vista nel corso di tutto il suo regno titolato, stesso atteggiamento, stesso game plan: partire con una strategia per poi cambiare le carte in tavola e sorprendere l'avversia al momento giusto. Anche in questo caso la campionessa è partita prendendo di mira uno degli arti della sfidante (in questo caso il braccio), salvo cambiare velocemente obiettivo sfruttando proiezioni e mosse veloci per far cadere l'avversaria di collo; con Momo aveva funzionato, allo stesso modo con Syuri, mentre contro una rivale più strutturata come la Iroha la tattica era stata annullata dalla resistenza oltre misura della sua ex compagna di unit (al punto da costarle un infortunio ai legamenti che la terrà fuori dalle scene fino al prossimo anno), tanto da costringerla ad un ripiego a sorpresa per rovesciare l'ultimo tentativo di finisher.

A differenza di quest'ultimo incontro però la differenza sta nell'approccio: Takumi aveva sfruttato a proprio vantaggio la conoscenza reciproca per evitare alcuni mosse molto chiamate, in particolare la Running Three adottata da Mayu proprio in concomitanza del loro precedente, invece Utami ha dovuto per forza giocare allo stesso gioco non avendo sufficiente confidenza ed agilità per contrastare le varie Poison rana e Venus clutch, tuttavia è riuscita a volgere le situazioni a suo favore adattandosi di volta in volta; ad esempio dopo aver subito i colpi al braccio, ha continuato ad utilizzarlo pur "vendendo" i danni subiti, oppure dopo aver subito un brutale attacco sull'apron, a sua volta ha restituito il colpo con una brutale Avalanche, colpendo la Iwatani al collo, esattamente come stava facendo a lei. Un continuo botta e risposta sul quale si é basato tutto l'incontro, dove ad alternarsi sono state la versione "indistruttibile" da big rookie a quella vulnerabile più confacente a chi ricopre un compito di vertice.

Fallita la seconda strategia di attacco al collo si è giunti alla sostanziale differenza: Mayu ha cercato di portare a casa la vittoria affidandosi ai roll-up ed al suo Dragon Suplex, Utami ha continuato a puntare sulle sue powermoves cercando e riuscendo a far valere la sua forza fisica, ma non sulla sua finisher, l'Argentine Backbreaker (o la versione in forma di sottomissione, la Torture Rack), tant'è che è arrivata allo schienamento decisivo con una nuova tecnica, la Spinning Crucifix Power Bomb, mossa molto simile alla Running Three tanto cara alla sua rivale.

Immagini e simboli che vanno a chiudere (per il momento) il cerchio tracciato per i due dei volti principali dell'ultimo biennio in Stardom, ma se per la Iwatani la missione resta quella di tenere alto il livello degli incontri elevando di tanto in tanto la nuova infornata di talenti assunti nell'ultimo periodo, inclusa quella White champion Giulia che per molti versi sta già intraprendendo un percorso simile a quello che attende la neo campionessa. Due performer che hanno ancora tutto da dimostrare hanno raggiunto la vetta, facendo sembrare sia passata un'eternità - invece che un solo anno - da quando le due originals Hoshiki-Iwatani dominavano le rispettive categorie.

Invece per la ventiduenne di Amami è arrivato il momento della verità: sarà lei a dover alzare l'asticella facendosi valere senza affidarsi al valore delle prossime avversarie, a partire dalla prossima, la sua Senpai Momo Watanabe, la stessa che non ha mai sconfitto e con la quale ha condiviso anche le cinture di coppia e trios, ottima lottatrice messale di fronte con lo scopo di aprire questo regno con un match di livello adeguato allo standard attuale. Con l'ambizione di crearne uno proprio, con il passare del tempo.