Calle joshi

SPW (canale Youtube)
Fuori Giappone | By Poppo • 19-05-2020
Image Credits: SPW (canale Youtube)

La nuova frontiera della Satomura è la Singapore Pro Wrestling

In venticinque anni di carriera Meiko Satomura ha girato il mondo calcando i ring di tutti i 5 continenti, pur legando la sua carriera a solo due compagnie: la GAEA (ed in parte alla WCW, grazie alla sinergia tra le due promotion che portò tra le altre cose un titolo apposito ed uno show combinato in Giappone) e le Sendai Girls', la sigla da lei fondata. Il suo valore di performer e la tradizione che ha sempre rappresentato le sono valse uno status di leggenda in grado di travalicare i confini tra le promotion ed è stato spesso usato dalle stesse sia per accrescerne il prestigio che per provare a creare le sue proprie stelle, basti pensare alla sola Stardom che sfruttò le sue comparsate per creare dei dream match come nel caso di Nanae Takahashi, o per elevare le proprie stelle. come Kairi Hojo ed Io Shirai. Negli ultimi anni ha considerevolmente aumentato le sue comparsate all'estero: si è vista molto lottare da sola, sia in singole in realtà emergenti delle scene inglesi ed australiane che in grandi palcoscenici quali la seconda edizione del Mae Young classic; in altri casi invece ha esportato il brand Sendai Girls' per dare visibilità anche alle sue lottatrici e togliendosi più di una soddisfazione come la vittoria dell'edizione 2016 del King of trios o la vittoria del KO-D 6-Man Tag Team. Più che di apparizioni si può quasi sempre parlare di collaborazioni, un esempio rappresentativo è la Fight Club Pro di Trent Seven, organizzazione inglese di cui la Satomura è stata campionessa (titolo massimo intergender si intende) e che si è prestata ad organizzare assieme il primo show del Senjo proprio nel Regno Unito e dove soprattutto ha potuto reclutare Millie Mckenzie, una delle protagoniste della scorsa annata dalle parti di Sendai.

L'ultima comparsata in una promotion asiatica fuori dal Giappone di Meiko era stata a Taiwan nel 2018 per la NTW (New Taiwan Wrestling), una semplice esibizione che non ha avuto grossi risvolti in seguito. Lo scorso febbraio è toccato a Singapore ospitarla per la prima volta.

Singapore Pro Wrestling

La SPW è una giovane promotion fondata nel 2012 ma che ha iniziato a tenere spettacoli solo a partire dall'anno successivo. Essendo nata come scuola uno dei suoi obiettivi è quello di valorizzare i talenti locali, ma non avendo lottatori indigeni di lungo corso si sono spesso visti lottatori dal'estero dare il proprio contributo, anche nomi ormai affermati come CIMA, Pete Dunne e Johnny Gargano. Parallelamente nel corso degli ultimi anni gli show hanno assunto un approccio più vicino alla visione amerciana del Business: storylines più articolate, le riprese dei promo ed il ricorso all'overbooking durante gli incontri (molto spinto a volte) ricorda per certi versi la WCW o la WWE. Anche i nomi degli eventi strizzano l'occhio in questo senso: Suplex City, Boiling Point, Into the Mist; tutti nomi che provano a solleticare l'immaginario comune, probabilmente per andare in contro ad un pubblico giovane ma non del tutto digiuno di conoscenza. Sul versante femminile c'è poco da segnalare invece, poichè per molto tempo l'angolo riservato alle donne è stato appannaggio di Emi Sakura e della sua discepola Riho. Le cose sono iniziate a cambiare proprio a partire dal 2018 con il primo evento al femminile dove oltre alle Gaijin ingaggiate per l'occasione (tra le molte Shazza Mckenzie, Indi Hartwell, Makoto e Reika Saiki) si è iniziato a delinare il roster vero e proprio, formato dalle giovani Alexis Lee e Luna Lunez. Lo scorso anno invece ha fatto il suo debutto una terza lottatrice, probabilmente quella che ha fatto più parlare di sè: The Colonizer.

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Il promo introduttivo di Colonizer

Come è facile intuire dal nome, si tratta di una gimmick che trae origine dalla storia coloniale di Singapore e che fa leva su sentimenti antipatriottici ed in qualche caso xenofobi, con un'aggiunta trash data dal suo accompagnatore dal nome esplicito Toy Boy Mike. Ad interpretarla però non è un'inglese, ma una ragazza originaria del posto, la ventisettenne Naomi Clark-Shen al suo debutto assoluto come prowrestler. Delle tre è sembrata finora la performer più talentuosa, soprattutto grazie alle sue doti al microfono che unite al suo personaggio le hanno dato notorietà fornendo spunto anche alla stampa locale. Del resto questo tipo di ruolo di solito riesce facilmente ad entrare nella cultura popolare e in un certo senso racconta bene il recente modus operandi della promotion.

Ad ogni modo anche le sue performance sul ring sono sembrate solide, almeno in relazione alla sua breve carriera. Sono sembrate perchè durante l'ultimo evento chiamato "No Guts No Glory" dello scorso 21 febbraio ha perso un caotico 3 way match (che di fatto è stato più un handicap match a suo sfavore) losers leaves town e di conseguenza dovrebbe aver terminato il suo stint (almeno per ora); nella stessa serata Meiko Satomura ha lottato nel main event

Export

Per l'occasione Meiko si è portata una delle sue allieve di lungo corso, DASH Chisako. Le due hanno lattato assieme e contro tantissime volte nel corso degli anni, si conoscono a memoria, per questo la Chisako è una delle figure più ricorrenti di questi tour, basti pensare alle sue ultime apparizioni in EVE ed in Over the Top Wrestling tutte in concomitanza con gli impegni della sua Boss; DASH inoltre è una delle lottatrici più versatili del Senjo in quanto sa abbinare al lottato tradizionale uno stile da brawler molto vario e frizzante, proprio ciò che serve per una platea molto diversa da quella joshi e del puroresu in generale.

L'incontro infatti è una versione molto diversa da quello che si potrebbe vedere dalle stesse in Giappone e più simile alle versioni viste nel Regno Unito o in America, quindi più semplificato sotto il profilo tecnico (riducendo gli scambi a terra ed accelerando il ritmo degli spot) e degli schemi di conduzione, marcando di più le fasi di false hope e comeback; rispetto però a queste versioni  "export" viene dato maggiore spazio all'azione fuori ring, sia per valorizzare gli spot con le sedie di DASH che per tenere un minimo rimando al vero ambito joshi e non snaturare ulteriormente la resa sfruttando il regolamento più morbido rispetto a quanto si vede in Europe ed America. A condurre è la Satomura, con l'avversaria che subisce per buona parte dell'incontro (ad eccezione delle già citate fasi fuori ring) per venire fuori con il passare dei minuti e rispondendo colpo su colpo nella concitata fase finale; ha svolto insomma il ruolo dell'underdog classico e meiko quello dela leggenda indistruttibile ed è interessante vedere come il pubblico abbia reagito lasciandosi pienamente coinvolgere da una contesa priva del confezionamento tipico della promotion e soprattutto in un contesto dove non erano presenti personaggi dichiaratamente face o heel.

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Il match è stato postato in versione integrale dalla SPW sul proprio canale Youtube

Dopo meno di un quarto d'ora di battaglia, la Satomura prevale con la sua Death Valley Driver, una sola finisher è più che sufficiente per raggiungere il risultato. Nel promo finale (non presente nel video), Meiko dichiara l'intenzione di voler tornare a lottare nella Città-stato in futuro. Se avverrà o meno è presto per dirlo (specie in questo momento), tuttavia i promoter Vadim Koryagin ed Andruew Tang (l'attuale campione) sembrano avere idee chiare ed un progetto a medio-lungo termine da portare avanti. La boss invece è già da tempo oltre il lunghissimo termine ed in questi anni ha sempra saputo muoversi selezionando le realtà più interessanti del panorama per le sue collaborazioni e forse nella SPW ha visto la piattaforma per raggiungere un pubblico molto diverso da quello a cui fa riferimento. Un pubblico che a giudicare da questo incontro potrebbe venire colonizzato facilmente. In senso buono.