Calle joshi

Fuori Giappone | By Poppo • 30-03-2022

Quando Nanae Takahashi ha posto le basi della SUN, il suo sguardo era già rivolto oltreoceano

Ai primi anni del nuovo millennio corrisponde quel periodo della storia joshi comunemente chiamato dark age, tradotto l'epoca oscura del movimento, un'etichetta grado di sintetizzare bene le varie vicissitudini di quel periodo partite dalla stagnazione dell'economia giapponese che hanno portato alla chiusura delle principali realtà del settore in concomitanza con il graduale calo di seguito avvenuto  attorno alla disciplina.

Ciò non vuol dire che i progetti legati ad allora fossero tutti da buttare, o che non ci siano incontri o eventi che non valga la pena di recuperare e lo stesso vale per le interpreti, specie se si considera che alcune in particolare hanno posto le fondamenta per l'attuale piccola rinascita che si sta vivendo attualmente e ovviamente tra queste spicca Nanae Takahashi, la fondatrice della Stardom, l'attuale forza dominante del wrestling femminile giapponese che deve buona parte del suo successo all'internazionalizzazione del suo prodotto ed alla conseguente apertura nei confronti del pubblico oltreoceano.

Tutti concetti che oggi possono sembrare quasi banali da dire, ma nell'ormai lontano 2006, l'anno in cui l'ultima campionessa WWWA aveva lanciato la sua Pro-Wrestling SUN, queste idee assumevano ben altre sfumature e forse anche per questo a riguardare quel primo spettacolo svolto il 10 Ottobre si può scorgere la contraddizione tra la volontà di guardare avanti ed il bisogno di ritornare alle gloriose origini.

Joshi and soda

Con la cessazione delle attività da parte della All Japan Women's Pro-Wrestling e della Gaea, avvenute in rapida successione tra il 2004 ed il 2005, alle lottatrici "esodate" erano rimasti pochi porti sicuri in cui cercare un impiego stabile ed economicamente remunerativo e questi consistevano nelle poche realtà sopravvissute agli anni novanta, la JWP ed in misura minore la compagnia "gemella", le Ladies Legend Pro-Wrestling di Shinobu Kandori, entrambe in possesso di piccoli accordi televisivi in grado di garantire un minimo di introiti aggiuntivi, ma di certo non in grado di investire abbastanza per ampliare la propria portata. Al di fuori di esse stavano emergendo una serie di piccole sigle che cercavano faticosamente di farsi strada aggrappandosi alla storicità delle loro promotrici, come la JDStar fondata dalla rediviva Jaguar Yokota, maestra di puroresu speranzosa di creare una nuova generazione di fenomeni autoctoni, come del resto era riuscita a fare ai tempi dello Zenjo, un'era da cui é esplosa la sua pupilla Kyoko Inoue, fondatrice dell'altro piccolo gruppo chiamato Neo Japan Ladies Pro Wrestling, il quale da par suo aveva cercato di fare notizia puntando inizialmente su una partnership con il territorio NWA del New Jersey, dal quale aveva ottenuto alcune uno scambio di talenti ed i diritti per l'uso della cintura di categoria femminile.

Dopo essersi ritrovata a piede libero, la Takahashi aveva iniziato a guardarsi intorno per tastare il polso della situazione, racimolando diverse comparsate all'interno degli spettacoli organizzati dalle sue conoscenze presenti all'interno di questi circuiti come quello della stessa Inoue o dall'amica Emi Sakura, anche lei diretta verso le vie dell'insegnamento da qualche tempo grazie al progetto Gatokunyan, sfociato giusto nel 2006 nella fondazione di una promotion vera e propria chiamata Ice Ribbon. Al tempo stesso però essa godeva di un'ottima reputazione grazie agli ultimi sprazzi di esposizione della AJW, inoltre proprio grazie alla sua rete di contatti si era resa conto della possibilità di mettere in piedi degli eventi in piena autonomia qualora si fosse presentata l'occasione propizia. La scintilla sarebbe provenuta dall'odierna Zero1, un progetto partito zoppo a causa dei guai finanziari del fondatore Shinya Hashimoto, il quale aveva presto abbandonato il suo socio in affari Shinjiro Otani costringendolo a creare un'entità separata aggiungendo Max all'interno della sigla per consentire il cambio di proprietà.

La nuova cordata avrebbe trovato presto uno spunto per tentare l'espansione grazie alla vigente alleanza con un pilastro del puroresu quale Mitsuharu Misawa, altro "scissionista" in cerca di riscatto attraverso una proposta su scala globale chiamata Global Professional Wrestling Alliance, una vera e propria operazione di sinergia volta a collaborare con società non solo nipponiche, ma in rappresentanza dagli altri continenti, dal Regno Unito al Messico, dal Messico agli Stati Uniti. Una visione che non si limitava al solo ambiente maschile e in cui anche le donne erano contemplate, del resto molti dei soggetti stranieri coinvolti vedevano tra le loro fila delle ragazze e la stessa Zero dal canto suo non aveva certo negato apparizioni alle varie freelance presenti nel territorio, inclusa Nanae, la quale dopo una serie di apparizioni era stata ritenuta il vettore ideale per la creazione di una compagnia satellite tutta al femminile.

Nanae Takahashi cammina nei pressi della baia di Tokyo. Tratto dal video introduttivo dell'evento SUN SUN RISE

Decisa a far fruttare la possibilità di accogliere queste attrazioni esotiche, questo nuovo soggetto aveva iniziato a prendere forma in estate grazie al tour organizzato nel Sol Levante da alcune affiliate come la AWA, o almeno nell'incarnazione "pirata" creata 10 anni prima dall'ex affiliato Dale Gagner, deciso a sfruttare l'antico marchio senza curarsi della proprietà intellettuale, ormai fagocitata, come buona parte dei grandi territori, da parte della WWF dei McMahon. Come in passato le americane si erano presentate nelle vesti di invasóre in possesso di preziose cinture da conquistare, nella maniera in cui erano apparse prima di loro Mildred Burke e la "Fabolous" Moolah.

Durante i primi mesi queste gaijin si erano rese protagoniste di incontri a squadre e di piccoli screzi documentati presso il dojo locale o in sede di conferenza stampa, arrivando ad un primo vero confronto grazie ad un evento autoprodotto da Nanae chiamato Dream Catcher, in onore del gruppo che la stessa aveva formato in HUSTLE assieme a HikaruSaki Maemura, entrambe coinvolte da subito in questa nuova avventura assieme all'amica e compagna di mille battaglie Natsuki Taiyo e alle quali si sarebbero unite di volta in volta vari nomi del circuito indipendente mescolati ad altre reduci dell'esperienza alla corte dei Matsunaga che avevano condiviso con lei il ring.

Un lungo preambolo per arrivare al fatidico 10 Ottobre, il giorno in cui sarebbe sorta la Sun, la nuova creatura che a sua volta ambiva a conquistare il nuovo mondo, come testimoniato dal suo logo recante nientemeno che il simbolo per eccellenza degli Yankee: la statua della libertà.

Amazing Kong minaccia Hikaru e Nanae Takahashi in conferenza stampa dopo essersi sentita presa in giro da una risata di troppo da parte delle interessate...

Ma si' nata Japaniss

I primi stranieri "oppressori" a calcare i ring della neonata promotion sono stati una coppia mista, così da seguire in qualche modo la logica di fondo del progetto GPWA, a partire da Steve Corino, wrestler canadese ex campione ECW nonché nome odiatissimo dalla sua base per via del suo personaggio, il King of Old School creato e sviluppato proprio in antitesi alla nomea di federazione hardcore costruito negli anni dalla compagnia di Philadelphia, estremamente scorretto, ma al tempo stesso riluttante nei confronti dell'uso delle armi e delle stelle principali di quella che fu la terza realtà statunitense in termini di esposizione.

All'epoca dei fatti era diventato presidente e rappresentante di una sorta di progetto attuato in patria chiamato Pro Wrestling World-1 e al suo fianco avrebbe lottato una giovane esordiente chiamata Panther Crow, arrivata in Agosto in Giappone con appena qualche incontro alle spalle, ma nonostante ciò il duo avrebbe avuto vita facile nello sconfiggere l'improvvisata coppia formata da Yoshihito Sasaki (allievo di "Animal" Hamaguchi, l'allenatore di Nanae) e dalla Maemura, costretta all'umiliazione di farsi schienare proprio dalla novella pantera, con tanto di leccata in omaggio.

Qualche anno dopo quella ragazza avrebbe ottenuto una ribalta maggiore lottando in TNA con il nome di Rhaka Khan, anche se lascerà il segno non tanto per i suoi mediocri incontri quanto per i suoi atteggiamenti fuori dalle scene che le inimicheranno lo spogliatoio causandone la cacciata nel 2009 e per uno strano scherzo del destino, una delle sue più feroci detrattrici sarà colei che aveva in qualche modo guidato quella delegazione, la feroce Amazing Kong.

Panther Crow mentre esegue il pin vincente su Saki Maemura

La Kong nel 2006 era ormai di casa in Giappone, forte dei suoi 4 anni di esperienza in Asia, della conoscenza della lingua, degli usi e delle lottatrici locali, soprattutto con Aja Kong, la donna da cui aveva "ereditato" parte del suo nomignolo creando una strana storia partita come una rivalità e divenuta in seguito una ferrea alleanza. Non a caso era stata lei la protagonista principale degli eventi che avevano preceduto questo evento: era lei ad aver attaccato a più riprese la Takahashi, era lei ad essersi presentata in conferenza stampa lamentando la mancanza di rispetto da parte dei locali nei suoi confronti, ed era sempre lei ad aver "invaso" alcuni allenamenti presentando le sue nuove compagne che avrebbero "umiliato" la tanto decantata scuola di wrestling nipponica.

Minacce per buona parte rispettate anche nel corso del secondo incontro che l'aveva vista difendere la cintura di campionessa della Pro Wrestling World-1 dall'assalto di Hikaru, la lottatrice che era stata più presa di mira da parte sua in precedenza a suon di minacce ed abusi fisici a cui la più minuta nativa di Koshigaya non aveva saputo rispondere. Giunte finalmente una contro l'altra, Hikaru aveva cercato in tutti i modi di contrastare la straripante forza fisica del colosso che aveva di fronte, una sorta di metafora della sua carriera: più di una volta infatti si era trovata a combattere contro difficoltà apparentemente insormontabili, a partire dal primo grave infortunio patito nel primo anno di attività che sembrava aver messo fine prematuramente alla sua carriera; 3 anni dopo aveva deciso di ripresentarsi in AJW, riuscendo persino a vincere lo storico titolo All Pacific e ad ottenere l'attenzione della stampa grazie a questa storia di resurrezione, salvo andare incontro ad un nuovo infortunio ancora più grave causato dalla rottura della caviglia sinistra.

Ma Nanae credendo in lei aveva deciso di aiutarla a rientrare nel giro dopo la lunga riabilitazione e in SUN Hikaru avrebbe trovato la collocazione migliore per proseguire e concludere la sua carriera nel 2009 dopo il matrimonio con Koji Kanemoto, ma per quella sera il suo ruolo era quello di semplice carne da macello. Stesso destino toccato ad un nome più pesante coinvolto all'interno della serata, la pluricampionessa Ayako Hamada, talento più che consolidato dalle molteplici esperienze nelle principali compagnie joshi e alla quale era spettata l'opportunità di lottare per una nuova cintura, quella della promotion austriaca della European Wrestling Association detenuta dall'allieva di casa di origine croata Wesna Busic, vera e propria giramondo del wrestling femminile capace di esibirsi durante la sua lunga carriera nella maggior parte dei palcoscenici mondiali.

Wesna Busic schianta Ayako Hamada contro un tavolo

Per dare maggior enfasi alla contesa, la stipulazione scelta era stata quella del Tables, Lader and Chair, costringendo le contendenti a ritirare l'alloro agganciato al soffitto utilizzando le scale e con la possibilità di sfruttare anche le sedie ed i tavoli. Ne uscirà una rissa senza sosta, dove entrambe si rialzeranno immediatamente dopo essersi scambiate dei colpi estremamente violenti, occorreranno le interferenze di Candido e Panther per aiutare la Wesna a schiantare Ayako contro un tavolo e riuscire a mantenere una cintura che sarebbe passata di mani giapponesi dopo qualche anno, prima a Hikaru e poi all'altra anima della prima Stardom: Fuka.

Non restava dunque che un ultimo incontro per salvare l'onore nazionale e neanche a dirlo sarebbe spettato alla Takahashi difenderlo dall'ultima insidiosa gaijin

Se la NEO Japan era partita dalla cintura NWA, Nanae aveva optato per quella AWA, resuscitata dopo l'oblio sperimentato negli anni novanta dopo che la federazione aveva deciso di non riconoscere l'ultimo passaggio di mano per poi sparire lentamente dai radar. La "rinascita" del marchio aveva spinto la padrona di casa a chiederne l'utilizzo dei diritti per farne la propria replica in piccolo di quella che fu la "sua" red belt e così per questo primo evento si era attribuita l'incarico di lottare per essa contro una rappresentante della nuova AWA, la super muscolosa bodybuilder Africa 55, lottatrice dalla carriera piuttosto breve e priva di particolari acuti, ma che in quel momento era stata presentata in pompa magna dalla stessa Kong e che vantava un record di imbattibilità fin dal suo debutto. Tutte valide ragioni per preparare lo scontro con i dovuti riguardi, registrando perfino una seduta di allenamenti speciale con il suo vecchio maestro Hamaguchi.

Nanae, Natsuki Taiyo e Animal Hamaguchi si allenano

Per spingere al limite questa specie di rivisitazione di Rocky in salsa asiatica, ad affiancare la contender americana c'erano tutte le sue colleghe a bordo ring pronte ad intervenire, aiutate dal fatto che l'arbitro speciale dell'incontro sarebbe stato Steve Corino, non esattamente una garanzia di correttezza ed imparzialità e infatti per la maggior parte della sfida la sua direzione si concentrerà nell'ignorare le infrazioni commesse dalle sue alleate e nell'intimare a Nanae di rimanere fuori dal ring o di lasciarsi sottomettere senza opporre resistenza.

Le interferenze dunque, l'arbitraggio e ad esasperare il tutto non poteva mancare un bel sanguinamento avvenuto dopo pochi minuti di incontro: una vera e propria passione, non diversa dalle prove a cui si sono sottoposti i vari beniamini del pubblico delle epoche passate come Hulk Hogan e Chigusa Nagayo, praticamente un archetipo della disciplina che il più delle volte é stato interpretato da attori abili nel ruolo, ma dotati anche di un certo narcisismo, specie quando queste storie sono state scritte e volute proprio dagli stessi, come effettivamente é accaduto in questo caso.

Nanae Takahashi nella morsa di Africa 55

Malgrado le avversità però, la Takahashi riuscirà a liberarsi dello svantaggio numerico con un piccolo aiuto delle sue Dream Catchers (e anche alla confusione generata da un errato tentativo di interferenza di Amazing Kong), per poi neutralizzare Corino - che finirà umiliato e ricoperto di festoni e lazzi utilizzati durante le introduzioni - sostituendolo con un altro arbitro (anche questa una storia presa dagli anni d'oro) e prendere infine il sopravvento sulla nemica grazie alla sua maggior tenacia, tanto da riuscire a portare a segno le sue tecniche basate sulla potenza, ultima su tutte la decisiva Nana☆Racka. 

Un copione classico ed un primo epilogo classico, come dimostrato dal fatto che al termine delle ostilità si era presentata anche Aja Kong a minacciare future ritorsioni nei confronti delle padrone di casa. Un altro schema visto nella maggior parte delle realtà dell'epoca, ma i semi di quella visione "globale" del prodotto avrebbero dato frutto in futuro, con un'altra sigla ed altri alleati in grado di costruire una realtà leggermente meno autocelebrativa e più orientata verso il futuro.

Nanae Takahashi mentre viene incoronata campionessa AWA