Calle joshi

Chikara
Fuori Giappone | By Poppo • 12-12-2021
Image Credits: Chikara

La storia del giorno in cui Mike Quackenbush ha lottato fianco a fianco con il suo idolo Manami Toyota

Un aspetto che differenzia la carriera di Manami Toyota rispetto alle altre componenti dell'olimpo joshi, consiste nel suo rapporto con gli Stati Uniti d'America: leggende del calibro di Chigusa Nagayo, Bull Nakano e pure la sua contemporanea Aja Kong, hanno tutte avuto la possibilità di esibirsi sul colorito palcoscenico della WWF di fronte a migliaia di spettatori, mentre l'angelo nero per molti anni ha portato fieramente la bandiera nipponica, anche nel periodo di minore interesse attorno al movimento, quello delle tante piccolo promotion locali, dove Manami ha messo piede nella maggior parte dei casi almeno una volta durante la sua attività.

Proprio in quel frangente temporale, situato alla fine del primo decennio del 2000, finalmente anche gli appassionati states hanno potuto ammirare le sue gesta, anche se in versione ridotta a causa dell'età avanzata e del suo cambiamento fisico e dal palco molto più piccolo dell'odierna WWE, ossia la CHIKARA del suo ammiratore di lunga data Mike Quackenbush.

Fratellanze e gemellaggi

Il Quack ha messo in piedi nel corso degli anni un progetto ambizioso, capace di unire la sua passione per i fumetti ed il cinema con un'idea di wrestling ibrida in grado di includere elementi provenienti dal mondo dei territori americani ed abbinarli ad influenze provenienti dalla lucha libre, dal Giappone e anche dall'Europa, tutto questo attraverso l'ingaggio a gettone di moltissimi lottatori provenienti da tutto il mondo, l'adozione di formule di incontri e regole tipiche messicane e la strutturazione del proprio calendario in stagioni, proprio come le serie televisive.

Alla fine del 2009, l'ottava stagione si stava concludendo dopo una lunga serie di vicende legate alla creazione di una nuova tecnica di sottomissione da parte del proprietario chiamata Chikara special, un'arma da tempo ambita dai suoi rivali, a partire da Chris Hero per arrivare al custode del Temple Ultramantis Black, il villain di quell'annata che aveva portato in scena uno degli elementi più ricorrenti nelle storie, il cosiddetto Occhio di Tyr, un artefatto magico di provenienza scandinava capace di manipolare la mente dei lottatori e soggiogarli. Nella season finale le diverse unit che popolavano la compagnia avevano generato una grossa rissa a seguito di una serie di rivelazioni, come quella della coppia di lottatori mascherati che negli ultimi tempi avevano promesso di portare "la guerra" in CHIKARA a seguito del loro scontento sul modo in cui stava venendo gestitaun duo fronteggiato da Quackenbush e dello svizzero Claudio Castagnoli, quest'ultimo protagonista di un vero e proprio tradimento nei confronti del suo alleato a seguito della scoperta dell'identità di uno dei due antagonisti, quell'Ares suo connazionale e compagno di tag di lungo corso.

Dietro la regia di Tim Donst (allora nascosto dietro alla mascara di Vökoder), autore del furto dell'Occhio di Tyr, quella sera un nuovo gruppo di ispirazione europea si era formato includendo i traditori già citati, il gigantesco Tursas (l'altro lottatore in incognito presentatosi) e 2 lottatrici in piena protesta con Quakenbush e la sua gestione del loro talento ed in generale della componente femminile, Daizee Haze e Sara del Rey. Per sapere il nome di questa nuova scuderia si sarebbe dovuta attendere la stagione successiva: Die Bruderschaft des Kreuzes, tradotto, la fratellanza della croce.

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Nel proseguo degli spettacoli, il gruppo ha continuato ad ingrandirsi per fronteggiare la coalizione di tecnicos capeggiata da Mike, il quale da parte sua aveva preso nel tempo le sue contromisure, anche nei confronti delle due dissidenti: dato che volevano maggiore considerazione, l'avrebbero trovata attraverso il confronto con l'ex ace della All Japan Women's Pro-Wrestling, uno degli idoli del fondatore, come del resto lo erano le lottatrici dello zenjo di metà anni novanta; pur non trattandosi di un modo di espandere la propria proposta in un panorama femminile che stentava a decollare, rimanendo fedele alla sua filosofia inclusiva, l'ingaggio della Toyota era un vero e proprio regalo autoconcesso, poiché dopo un breve debutto vetrina contro la Haze, il cuore di questa sua prima esperienza americana sarebbe stata la successiva sfida di coppie dove l'ospite ed il padrone di casa avrebbero affrontato Castagnoli e la Del Rey, in occasione dell'anniversario dei 25 anni di carriera del Quack.

Scambi di cortesie internazionali

Se i maschi coinvolti nel gioco si conoscevano bene, quasi altrettanto potevano dirlo Sara e Manami: la californiana infatti, come altre sue colleghe prima di lei, nei suoi primi anni di carriera aveva deciso di fare il grande salto oltreoceano e provare a lavorare per una promotion nipponica, nel suo caso la AtoZ di Yumiko Hotta, amica e collega della Toyota che aveva rilevato la decadente Arsion da Rossy Ogawa per cercare di rilanciarla. I ripetuti viaggi effettuati in Asia in quegli anni saranno determinanti nel proseguo della sua carriera, rendendola una sorta di ponte tra queste differenti visioni della disciplina ed in un certo senso anche nell'importare in patria prima le lottatrici dell'epoca d'oro e poi in seguito di quelle contemporanee, su tutte Kana.

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Mike Quackenbush & Manami Toyota vs Claudio Castagnoli & Sara Del Rey - 19 Settembre 2010, Through Savage Progress Cuts The Jungle Line (New York City)

Nelle fasi iniziali dell'incontro, i 2 sessi non si sono mai incrociati direttamente, quasi lavorando a scomparti chiusi, ma con l'intenzione di centellinare la presenza della grande ospite e di dare maggiore risalto alla lotta tra le fazioni, con un occhio di riguardo al confronto tra il forzuto prossimo Cesaro e l'incredibile rapidità condita da tecnicismi di Quackenbush. Pur non esibendo l'agilità mostrata nei suoi giorni migliori, il carisma e la curiosità suscitata dalla sua apparizione avevano consentito a Manami di portare agevolmente il pubblico dalla sua parte, anche grazie alla trovata di troncare sul nascere le sue principali trademark e lasciando intendere un ipotetico scontro fisico con la controparte maschile.

Una volta preso il controllo delle operazioni, i rudos avevano concentrato i propri sforzi sull'indebolimento di Mike attraverso alcune scorrettezze e l'uso sistematico di combinazioni atte ad impedirgli di ottenere il cambio, almeno fino al Missile dropkick dalla terza corda eseguito da Manami su entrambi i rivali, proprio come ai vecchi tempi. Da quel momento il ritmo della contesa inizia a salire vertiginosamente, dalla vigorosa reazione di Sara a suon di powermoves al soccorso aereo mesoni campo dal festeggiato, fino al fatidico incrocio tra la giapponese e l'elvetico, dove quest'ultimo ha eseguito la mossa che lo avrebbe reso famoso anche in WWE, la Giant swing, ricambiato dall'altrettanto celebre Manami roll: l'attimo in cui l'ultimo equilibrio di genere e provenienza era finalmente caduto.

Nella fase finale anche il limite di 2 persone sul quadrato era del tutto cessato per consentire l'uso di manovre combinate di grande impatto, ma la chiusura é stata dedicata alla causa iniziale delle ostilità la Chikara special, prima tentata dal Quack su Castagnoli, ma poi concessa come onore di casa proprio alla Toyota per mettere la parola fine alla questione e prendersi il meritato tributo del pubblico. Questa collaborazione si evolverà nel giro degli anni successivi, dove Manami tornerà più volte in una CHIKARA in cui le joshine troveranno sempre più spazio (incluso un evento apposito chiamato Joshimania) assieme alle colleghe locali, continuando a lavorare in maniera combinata ed egualitaria con i colleghi fino alla storica edizione del King of trios 2016.

Una crescita che sembrava progressiva e quasi inarrestabile, vista anche l'ondata della Women's revolution cavalcata qualche anno dopo dalla WWE, ma finita nella maniera più beffarda: lo scorso Giugno infatti, sia Quackenbush che Antony Wilson (in arte Kobald) sono stati accusati di molestie sessuali da alcune allieve appartenenti alla scuola di wrestling della compagnia chiamata Wrestle factory, spingendo gran parte del roster - inclusa l'appena rientrata Kimber Lee - ad abbandonare la compagnia in segno di protesta e dissenso, un colpo mortale che ha portato alla chiusura di tutte le attività dopo quasi 20 anni di esistenza.

Una pagina nerissima ed una macchia indelebile per uno dei più importanti performer del panorama indipendente il cui apporto creativo paradossalmente ha consentito ad altra lottatrici di fare esperienza ed esibirsi in contesti che altrimenti sarebbero stati loro preclusi, inclusa la stessa Sara Del Rey, divenuta in seguito allenatrice e punto centrale del progetto di evoluzione ed allenamento dei talenti in WWE, prima a NXT e poi nell'attuale main roster.

Un mondo che Manami, come Sara, non ha mai avuto modo di assaggiare in qualità di lottatrice, ma che allo stesso modo é stata capace di forgiare con le sue gesta nei tempi d'oro e in quelli meno lucenti, ma a ben vedere, altrettanto importanti, in patria come all'estero.