Calle joshi

Stardom World
Recensioni | By Poppo • 16-04-2020
Image Credits: Stardom World

La Stardom ha iniziato il 2020 nel migliore dei modi

Il primo grande evento Stardom del 2020 coincide con il nono anniversario della sua fondazione, per questo motivo la location è quelle della grandi occasioni, ossia la Korakuen Hall e la card è stata allestita con una forte costruzione, improntata specialmente sui due match titolati: Quello per la White belt tra Arisa Hoshiki ed Utami Hayashishita e quello che ha visto la campionessa Mayu Iwatani difendere il titolo dall'assalto di Momo Watanabe. Nono solo un doppio scontro tra le fazioni Queen's Quest e STARS, ma soprattuto un'ampia panoramica del passato, presente e futuro della promotion di Rossy Ogawa.

The road to

l'ultimo anno rappresenta un paradosso nell'arco di carriera di Mayu Iwatani: gli infortuni hanno limitato molto le sue apparizioni ed il suo rendimento, per questo motivo  è rimasta spesso a fare numero nella categoria trios o in match molto brevi in singolo di cui rimane pochissimo da ricordare, salvo le esibizioni con l'eterna rivale Kagetsu. Eppure parliamo dello stesso anno in cui ha raccolto un numero considerevole di riconoscimenti, in sequenza ha conquistato il titolo femminile in Ring of Honor (difendendolo anche in Stardom contro Natsuko Tora), ha ricevuto il Puroresu Award dalla rivista Tokyo Sports ed infine ha rivinto la Red belt interrompendo il regno di Bea Priestley. Tutto questo mostrando un'infinitesima parte del suo talento (specie durante l'avilente stint americano), ma è anche veroche la reputazione ed il credito della Stardom Icon è assolutamente meritato e guadagnato sul campo.

Totalmente oposta la parabola di Momo Watanabe che nel 2018 era assurta ai vertici della federzione raccogliendo la pesante eredità di Io Shirai e prendendosi la scena del main event in diverse occasioni grazie ad un regno da campionessa Wonder of Stardom di assoluto livello, spesso mettendo in secondo piano lo stesso titolo mondiale. La fine del suo regno avvenuta lo scorso anno per mano della Hoshiki sembrava presagire l'inizio di uno nuovo da campionessa mondiale, invece la promotion ha virato in maniera netta su altri nomi mettendo il suo push in stand-by relegandola ai titoli per le unit. Eppure le prestazioni sono rimaste di assoluto livello, su tutti lo scontro con l'amica Utami al Madison Square Garden e un 5 Star Grand Prix di ottima fattura e dove ha incrociato per l'ultima volta Mayu e dove ha vinto, guadagandosi questa shot al titolo.

L'incontro

Nell'ultimo precedente alla Korakuen, Mayu non era riuscita a sconfiggere la leader delle QQ, così come era stata sconfitta come già detto qualche mese prima durante il 5 Star. In entrambe le occasioni Momo aveva ricoperto la parte dell'underdog, ossia della contendente svantaggiata che emerge man mano che trascorre l'incontro. Questa volta però il suo ruolo non poteva essere lo stesso: lei è la bestia nera ed il primo ostacolo sul cammino di rilancio della vera Iwatani, la macchina da match a 5 stelle tornata finalmente a pieno regime.

Una storia del genere richiede una certa dose di psicologia nell'azione, per questo motivo i primi minuti dell'incontro si sono focalizzati nelle prese a terra e nei tentativi da parte di entrambe di colpire i rispettivi arti inferiori. Mayu aveva sofferto a lungo l'infortunio al ginocchio, mentre è risaputo che l'arma principale di Momo sono i calci. Questa tattica iniziale a specchio non si rivela però efficace poichè le due ormai si conoscono bene, perciò nessuna delle due riesce a prevalere.

Visto che le gambe hanno superato il primo "test", la Watanabe parte all'attacco sferrando i suoi temibili calci, focalizzandoli sulla spalla e sul collo di Mayu: in questo modo l'avversaria finisce al tappeto e la sfidante può così iniziare condurre le danze tentando di indebolirla per poi passare alle mosse più "pesanti" del suo moveset (come il B-drive ad esempio)

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La campionessa però non è certo rimasta a guardare; subisce certo, ma tenta un paio di reazioni mantenendo lo stesso piano di gioco: il lavoro alle gambe dovrà per forza di cose consentirle maggiori spiragli di manovra. Si avvererà solo in parte, perchè il fighting spirit di Momo è l'altra sua caratteristica principale, quella che le aveva consentito di sconfiggere Io Shirai resistendo a tutte le sue manovre principali e vincere la White. Momo quindi zoppica (vendendo molto bene i colpi subiti), ma allo stesso tempo non rinuncia ad usare le sue leve come principale arma offensiva; non ci sono solo i calci nel suo repertorio, c'è anche Diving Double Knee Strike, la doppia ginocchiata di solito eseguita in corsa, ma visto che stavolta bisogna gettare il cuore oltre l'ostacolo, decide di usarlo in un modo più spettacolare, addirittura lanciandosi fuori ring dalla terza corda!

È il momento peggiore per Mayu, non solo la sua tattica fatica a dare frutto, la sua sfidante sta prevalendo in tutto e per tutto.

Come spesso accade serve ai grandi nomi, arriva l'intuizione, il colpo di genio per cambiare le carte in tavola, e puntualmente arriva, all'interno di una sequenza già vista: Mayu si trova sulla terza corda, Momo la intercetta bloccandola nella presa di preparazione della sua finisher, la Peach Sunrise per eseguirla in versione modificata sollevandola di peso dal turnbuckle. Con la stessa manovra si era aggiudicata l'ultimo scontro, ma questa volta Mayu è preparata e riesce ad anullare la presa e rispondere con una di quelle mosse di grande impatto, di quelle in grado di capovolgere le sorti dell'incontro, la Poison Rana.

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Se il lavoro alle gambe non ha funzionato, tanto vale rispondere a tono puntando direttamente il collo: del resto la Icon ha diverse freccie al suo arco in questo senso, i suoi calci sono altrettanto efficaci, inoltre non le mancano le manovre veloci come il Venus shot. La giovane incassa e rimane in gara, ma è chiaro che la sfida le sta sfuggendo di mano, per questo tenta di connettere con la sua Sunrise, è lei adesso a dover cercare di rovesciare l'andamento della gara.

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Quando Mayu prepara l'avversaria per il Piledriver ormai è chiaro il risultato finale, anche se questa non è la sua finisher è chiaro che Momo non si tenterà un'ulteriore reazione al prossimo Dragon suplex, così finalmente dopo 20 minuti di battaglia la bestia nera (o dark peach in questo caso) viene finalmente domata.

Un ottimo match quindi, uno di quelli in cui ogni colpo ha uno scopo ed un ruolo nello svolgimento della storia, uno di quelli in cui l'estetica delle mosse si unisce alla coerenza e soprattutto uno di quelli in cui si ha la sensazione che entrambe le contendenti hanno mostrato buona parte del loro potenziale. Non c'era modo migliore per dare direzione a questo secondo regno della Iwatani attraverso il workrate, del resto con l'attuale situazione con il ritiro di Kagestu sembra essere il momento in cui dovrà prendersi definitivamente sulle spalle la promotion.

Al tempo stesso continuare a mostrare le grandi doti della Watanabe che in questa occasione ha dimostrato di essere tra le migliori dell'attuale roster e di meritare maggiore considerazione in ottica futura.