Calle joshi

Storia | By Poppo • 10-03-2021

Uno dei momenti più bizzarri della collaborazione tra AJW e FMW

Che cosa accomuna la All Japan Women's Pro-Wrestling e la Frontier Martial Wrestling? La più conosciuta promotion joshi e la più importante sigla indipendente giapponese possono vantare una buona fetta di strada percorsa assieme ad inizio anni novanta dando il via alla tanto decantata era delle grandi sfide incrociate tra le varie realtà, dove Aja Kong e Megumi Kudo potevano affrontarsi in veri e propri dream match tra due mondi paralleli: quello ispirato dalla "vecchia" NWA ed ormai elevatosi ad uno stato accademico dello Zenjo e quello influenzato dai territori del Texas e di Puerto Rico, quello degli explosion match frutto della visione e dell'esperienza vissuta da Atsushi Onita.

Un territorio comune per le parti in causa é stato invece il Messico, terra dalle cui tradizioni entrambe hanno attinto personaggi, storie e tradizioni. Molte di queste hanno dato vita a momenti memorabili rimasti indelebilmente nella loro storia ed altri sicuramente meno riusciti ma che meritano lo stesso di essere ricordati per la loro originalità ed uno di questi é sicuramente quello in cui la divisione Midget della AJW ha abbracciato l'eresia delle esplosioni e del filo spinato.

Mini estrellas

Non é un mistero che Rossy Ogawa sia stato uno dei principali promotori dell'internazionalizzazione dello Zenjo attraverso il suo ruolo alle pubbliche relazioni e dei suoi viaggi all'estero, con particolare predilezione per la terra della lucha libre dalla quale aveva pescato fior di talenti come Lola Gonzales e le sorelle Moreno. Non é un caso se dal momento della nascita di una categoria dedicata alle Mini estrellas, ossia i lottatori sotto al metro e venti di statura, ci fosse sempre lui al commento: per spiegare al pubblico questa novità, era necessario un conoscitore di questa attrazione di estradizione fieristica e pienamente sdoganata dai messicani una ventina d'anni prima, tanto da diventare uno status symbol per i luchadores quello di avere una propria controparte in miniatura, abitudine peraltro che si tramanda ancora oggi.

In fondo anche le fondamenta della futura genitrice del movimento joshi risiedevano nelle fiere di paese sotto forma di attrazioni speciali, pertanto l'idea di introdurre una categoria per lottatori di genere opposto non soprende più di tanto, a maggior ragione se si considera l'influenza di un paese da cui aveva già da pescato altre pratiche come le luchas de apuestas. Così nel 1991 due lottatori giapponesi vengono ingaggiati per provare a far partire il progetto: il primo Little Frankie si esibiva occasionalmente da diversi anni in giro per il paese ed era alto poco più di un metro compensato da una folta parrucca riccioluta che lo rendeva estremamente riconoscibile, fino a quando diventerà la versione in miniatura prima di Akira Hokuto e poi di ZAP, la gimmick adottata da Tomoko Watanabe verso la fine del millennio; il secondo Tomezo Tsunokake era il suo esatto opposto, uno smilzo pelato privo di esperienza che spesso e volentieri esibiva la sua goffaggine cadendo senza ragione, persino durante le entrate. A loro si aggiungerà due anni dopo Mr. Buddah man, il quale - come suggerisce il nome - si distingueva per la proverbiale pancia da santo e per l'assenza di capelli.

Per i primi anni si affronteranno ogni sera all'interno di contese brevi e caratterizzate prevalentemente dal tono comico, in netta contraposizione con l'originale messicano dove questo elemento era si presente, ma in maniera meno marcata e sopperito da un modo di costruire gli incontri adeguato allo standard delle altre contese proposte. Di certo il livello di Manami Toyota e compagnia i 3 non lo vedranno neanche con il binocolo, ma non per questo faranno la fine della categoria per le arti marziali miste (vero e proprio fallimento da parte della federazione), anzi rimarranno al suo capezzale fino a quando giungerà sull'orlo del baratro fnanziario nel 2003 e nel mentre avranno la possiblità di confrontarsi con la controparte messicana.

Nel 1995 infatti vengono invitati nella terra dell'imperatore alcune mini estrellas per un tour promozionale da cui vengono prodotte due VHS promozionali per l'occidente chiamate rispettivamente Midgetmania e Midgetmania II.

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Midgetmania II

Come la maggior parte di questi prodotti consistono in riprese degli incontri alternate da momenti di vita quotidiana, in questo caso si vedono Guerrerito Maya (conosciuto anche come Bracito de Oro), Guerrerito Futuro (le rispettive caricature di Guerrero Maya e José Luis Feliciano da poco diventato Guerrero del Futuro) ed il campione mondiale di categoria del Consejo Mundial de Lucha Libre, Enanito Fili Estrella (letteralmente "il nano stellare"); i tre erano stati ospitati a casa di Little Frankie a cui venne assegnato il compito di ufficiarli alla vita notturna di Tokyo tra discoteche, ristoranti e night club. La loro sarà un'invasione che porterà ad un torneo intercontinentale per l'assegnazione del titolo unificato di categoria (mostrato nella seconda uscita dove a vincere sarà proprio Frankie), ma un punto importante viene rappresentato dalla puntata precedente dove le squadre si erano affrontate in un match tipico della FMW, l'Exploding Barbwire, cioé una lotta su un ring dalle corde ricoperte di filo spinato esplosivo. Coincidenza? Furto di idee? No, un'idea suggertia dallo stesso Onita.

Quando i midget fanno boom

Quanto a messicanizzazione la FMW stava molti passi avanti alla AJW: fin dagli esordi nel 1989 erano apparsi diversi luchadores, alcuni dei quali sarebbero diventati vere e proprie istituzioni come nel caso di Pirata Morgan - anche se molto controverse vista la sua movimentata biografia a cui si sono aggiunte le recenti accuse di sequestro di persona - e Rey Bucanero;  all'appello non potevano mancare quindi i midget, anche se pure nel suo caso, non si trattava di mini estrellas, bensì di performer provvenienti dal Nord America come Tiger Jackson e Little Devil, tutti e due già famosi per alcune comparsate in WWF (dove Jackson farà ritorno poco tempo dopo).

Anche in Frontier Martial lo stampo degli incontri era prevalentemente comico, tuttavia anche in questo caso la messa in scena era leggermente più equilibrata rispetto alla concorrenza e la maggior esperienza degli interpreti riusciva a catturare l'attenzione più per l'originalità delle maovre che per l'originalità dell'aspetto.

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Onita nel suo primo viaggio in Texas aveva accumulato diversi contatti distribuiti in tutto il paese, compresa la California dove aveva tenuto il primo show internazionale della compagnia nel 1992, per poi varcare il confine per esibirsi a Tijuana assieme a Mil Mascaras e El Hijo del Santo - figlio d'arte della più grande stella della lucha libre mai esistita - portandosi dietro il fido capo trainer Tarzan Goto che in Messico aveva trovato la sua dolce metà in Despina Montagas, colei che lo affiancherà nelle attività di allenatore, anche lottando per nella categoria femminile.

Tornando al 1995, la battaglia esplosiva tra midget e mini estrellas prende origine dopo un'alterco tra le parti avvenuto al termine della prima contesa dall'arriva dei messicani, un tag team match misto dove Tomezo si era scagliato contro Guerrerito Maya rivendicando la superiorità dei lottatori giapponesi, al punto da stringere un'alleanza con il rivale Buddah man. Dato che i due avevano iniziato ad apparire sporadicamente in FMW, la resa dei conti viene fissata per lo spettacolo organizzato in combinata dalle due compagnie fissato per il 6 di Giugno. L'allestimento del ring viene documentato nei minimi dettagli, - inclusa un'intervista ad un'anziana addetta ai lavori impegnata nel posizionamento dei posti a sedere - inoltre vengono proposti i contributi di Aja Kong e Megumi Kudo, i due nomi di punta delle rispettive promotion che solo un'anno prima si erano scontrate diverse volte.

Insomma, l'intenzione stavolta doveva essere quella di fare sul serio, di proporre una guerra in pieno stile FMW, ma purtroppo come si dice "la strada per l'inferno é lastricata di buone intenzioni".

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Midgetmania I

Nonostante l'eccitazione - apparentemente cotenuta nel tono di voce - di Ogawa al commento, uno degli aspetti più importanti da trasmettere in questo tipo di incontri dovrebbe essere la tensione, il rischio di finire contro uno dei pericoli circondanti il ring, arte di cui Megumi Kudo e Combat Toyoda hanno sempre eccelso: ora é difficile dire quanto ci sia di intenzionale in quanto uscito fuori quella sera e quanto invece sia stato frutto di una mancata comprensione della stipulazione, fatto sta che il risultato finale é riassumibile in una violenta comica; infatti dopo i primi scambi iniziali, Tomezo si lancia contro le corde come se nulla fosse attivando l'esplosivo e ripetendo in una manciata di minuti la stessa operazione, alle volte finendo a terra assieme a tutti gli altri lottatori coinvolti, altre rialzandosi come se nulla fosse. Una sorta di slapstick comedy bizzarra, acuita dai replay istantanei riprodotti al rallentatore il cui effetto é tutt'altro che drammatico.

L'azione per la maggior parte é caotica e difficile da seguire per la libera licenza dei protagonisti di entrare sul quadrato a seconda dell'estro del momento cui si sommano le emissioni di fumo provenienti dai turnbuckle presenti ai quattro lati del ring, per perdersi definitivamente nel momento in cui l'azione si sposta all'esterno dove si sprecano lanci contro i posti a sedere e voli fuori dal ring, alcuni spettacolari, altri decisamente meno. La visibilità viene a mancare totalmente al termine con lo schienamento da parte di Enanito nei confronti di Buddah man, il segnale per lo sfiatamento dei fumogeni, talmente forte da spingere tutti a mettersi a terra per non rimanere affumicati.

Tanti, troppi elementi diversi combinati tra di loro e questo é il risultato dell'esperimento: qualcosa di veramente brutto o di talmente brutto da diventare, nel suo piccolo, memorabile.