Calle joshi

Recensioni | By Poppo • 04-08-2021

Dopo un anno di assenza é tornato il Catch the Wave e Miyuki Takase ne ha approfittato...

Tra le tante defezioni occorse durante lo scorso anno, quella del Catch the Wave é stata una delle più sentite per il panorama indipendente: questa rassegna nel corso delle annate ha avuto il merito di aggregare diverse anime provenienti dalle realtà minori, fornendo al tempo stesso un trampolino di lancio per nomi giovani e di certo avvenire; la sua cancellazione causa pandemia é stato l'ennesimo episodio di ridimensionamento per la Wave, ormai ridotta ad un circolo ristretto di esperte lottatrici che portano avanti il progetto nonostante tutto.

E nonostante tutto, con il solito generoso apporto di freelance, l'aiuto di altre etichette e con un pubblico sempre più ridotto e confinato in spazi ancora più angusti, Yumi Ohka e socie hanno portato a casa un'altra edizione di questo torneo con tenacia, inventiva e anche qualità.

Insomma la Wave é viva e sta rovando a lottare.

Correnti

Come da tradizione si sono presentate 16 partecipanti ripartite in 4 gironi (Potential, Gatling, Compliance e Jealousy) composti da altrettante iscritte che si sono sfidate per un mese abbondante prima di decretare la vincitrice del milioncino di Yen messi in palio. Potendo contare giusto su 3 elementi del proprio roster, gli inviti sono stati estesi a diversi nomi che ormai si vedono in quasi tutti gli altri palcoscenici, a partire dalle ormai onnipresenti ragazzine della Marvelous rappresentate da Mio Momono e Rin Kadokura ed accompagnate dall'anziana Tomoko Watanabe, quest'ultima chiamata assieme a Kaori Yoneyama a garantire prestigio, più che un'esperienza già apportata da diversi nomi stagionati come Hibiscus Mii, Yuki Miyazaki, la stessa Ohka, YAKO,  Nagisa Nozaki ed infine la "regina" Sakura Hirota.

A queste si é aggiunta SAKI, fiera rappresentante del loro brand Color delle Actwres Girl'z ed ultima ad essersi aggiudicata il titolo massimo della promotion, la quale oltre a dare visibilità alla sua compagnia ha inscenato una vivace rivalità con la Nozaki, lasciando intravedere possibili incroci futuri tra le 2. Nel frattempo il colpo l'ha battuto l'ex Regina di Wave, vincitrice nel main event inaugurale dopo aver fatto valere la maggiore incisività dei suoi colpi.

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L'altro nome proveniente dalle Actwres é stato quello di colei che ha ceduto lo scetto a SAKI, ossia quello di Miyuki Takase: per lei un ritorno alle origini dato che era approdata in Wave grazie all'opera di scouting di Natsu Sumire che aveva visto nella giovane rookie e nel gruppo di cui faceva parte agli esordi le modelle ideali per inscenare la sua "battaglia delle camicette bianche", una battle royal in cui le partecipanti dovevano per forza indossare l'abito provocante che Natsu stava promuovendo nei suoi spettacoli.

In 4 anni la Takase é cresciuta in termini di abilità ed esperienza, tuttavia la sua carriera non si é ancora evoluta rispetto alle sue potenzialità, di conseguenza la sua dimensione rimane ancora quella del circuito Actwres-Wave-Diana, accompagnata dalla fidata compagna di tag Haruka Umesaki, anche lei iscritta alla competizione.

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A chiudere il cerchio delle collaborazioni non una partecipante, ma una location, quella del piccolo dojo della Ice Ribbon, divenuta negli ultimi anni la sede fissa delle giornate intermedie del torneo, mentre inizio e fine solitamente si svolgevano alla Korakuen, ma le limitazioni correnti hanno fatto in modo che la promotion si sia dovuta accontentare della più modesta Shinjuku FACE.

Tornando alle iscritte, a tenere banco é stata la trasformazione di Sakura Hirota, l'attuale regnante della Wave convertita da personaggio comico a lottatrice seriosa, o quasi. Per quanto si tratti di un ritorno alle origini del suo personaggio dei tempi della GAEA, stavolta la messa in scenaha ridotto drasticamente il suo lavoro di intrattenimento fuori dal ring attraverso l'uso del microfono e dei siparietti per limitare le sue gag ad alcune sparute movenze tipiche del suo repertorio, come il "bacio della morte" o la caduta accidentale sopra alla propria avversaria. Il risultato é stato estraniante, visto e considerato che sono stati inseriti all'interno di incontri che non si sono distinti per l'aspetto comico e perdipiù non sono stati utilizzati nelle battute iniziali come da prassi, ma in punti sparsi e all'improvviso, come fosse una firma d'autore.

Una citazione però Sakura se l'é concessa nell'incontro inaugurale del torneo, riproponendo - sempre in modo rivisitato - il vecchio trucco dell'incontro perso in una manciata di minuti. A beneficiare di questa occasione, é stata la sorprendente Tomoka Inaba, nuova allieva di TAKA Michinoku e della sua Just Tap Out, la quale sta iniziando a farsi una reputazione sulle orme della più famosa Maika. Sicuramente un nome da tenere d'occhio per il futuro, nel frattempo purtroppo il suo torneo si é fermato dopo quell'incontro a causa di un infortunio, lasciando la Hirota, Mio Momono e la Takase a contendersi le semifinali.

Negli altri blocchi Kaori Yoneyama, libera dalla macchiettistica maschera di Fukigen death indossata in Stardom, si é qualificata alle semifinali per il rotto della cuffia e solo grazie alla resistenza ad oltranza di YAKO nell'ultima giornata nei confronti di Yumi Ohka, bloccandola sul pareggio attirandosi le ire dell'ex JDStar, ancora una volta fermata come avvenuto nell'ultima edizione per mano di una giovane Himeka Arita. Più che un girone un ritrovo per veterane, vista la presenza contemporanea  della Watanabe, ma l'idilio si é rotto bruscamente in semifinale, dove in quasi 3 minuti - seppure molto compressi nell'azione - Rin Kadokura ha vendicato la sconfitta patita dalla rappresentante dell'Oedo Tai nel penultimo pay per view Stardom. Per Rin in fondo, se escluso il debutto con Haruka, il Compliance é stato una passaggiata, specialmente se considerando che nello scontro finale si é ritrovata contro Hibiscus in abiti broghesi perché questa aveva "dimenticato" il costume per lottare, inscenando una piccola commediola fatta di piccoli spezzoni di lottato e tante, tante chiacchiere in mezzo.

Nel Gatling invece Nagisa Nozaki ha svolto il ruolo di asso spodestato venendo bloccata sul pareggio con la forza della disperazione da Itsuki Aoki, ma rifacendosi con violenza nell'ultima giornata contro la forzuta Yuu: la volontà di riprendersi dalla figuraccia fatta con la Hirota mesi fa e di riconquistare questo torneo le hanno fatto domare la judoka non solo sottomettendola, ma costringendo l'arbitro a decretare il KO tecnico, abbracciando in pieno un novello approccio violento e diventando l'avversaria ideale per la futura vincitrice della competizione.

L'onda lunga

Come già descritto nel penultimo articolo, per qualificarsi alle semifinali Miyuki ha dovuto sudare le proverbiali 7 camicie a causa di Mio Momono, affrontata per ben 3 volte nel corso della competizione e da cui sono scaturite 2 sconfitte non proprio nette, ma che in un certo senso l'hanno vista partire sicura dei propri mezzi per uscirne da perfetta Rocky Balboa venendo costretta ad andare oltre i propri limiti per riuscire a spuntarla sul più giovane prodigio, ottenendo peraltro l'unica vittoria anche grazie ai danni provocati da Sakura Hirota nel corso del turno supplementare del girone, causato dall'arrivo delle 3 partecipanti a pari punti (un modo creativo di sostituire la vecchia battle royal di ripescaggio). Proprio la campionessa si è invece rivelata l'anello debole, nonché l'unica avversaria sconfitta agevolmente dalla Takase nel corso del torneo, creando un altro possibile risvolto per il futuro.

Se per battere Mio nell'ultimo spareggio la chiave di volta era consistita nel riuscire a reggerne i ritmi folli, in semifinale contro la Nozaki é servita tutta la resistenza di Miyuki per evitare di cedere alla Chickenwing che aveva abbattuto le precedenti avversarie. Per tutto l'incontro Nagisa ha cercato di togliere il fiato alla rivale, immbobilizzandola e cercando di portarla a terra sia con la tecnica che con la forza bruta. Impossibilitata ad usare le sue tecniche dalla terza corda, la "fenice di Osaka" ha cercato di ribattere applicando a sua volta una serie di sottomissioni alle gambe, ma con il procedere dell'incontro ha abbandonato l'idea per cercare con ostinazione di usare la sua Kamikaze, il suo leg drop dalla corda più alta che tante soddisfazioni le ha regalato in passato e che anche stavolta ha premiato la sua cocciutaggine, lasciando alla numero 2 della Wave l'ennesima delusione di questa annata.

Una semifinale combattuta, ma che non é pesata nel proseguo della serata nell'economia dello scontro finale con la Kadokura, dove ancora una volta la Takase si é dovuta adattare al piano gara della sfidante - in questo caso le manovre aeree  ma stavolta cercando di imporre la propria offensiva non tramite il chain wrestling ma provando ad imporre la maggior irruenza dei propri colpi attraverso il suo lariat basso e le sue proiezioni, sfruttando la "leggerezza" della sua avversaria, più portata nell'eseguire manovre veloci ed acrobatiche, ma di minore impatto. Ne é nato un botta e risposta frenetico, in pieno stile Marvelous, con pochi tempi morti, ma comunque fedele al percorso fatto dalle contendenti per arrivare a questa finale e il cui scopo é stato quello di costruire il momento in cui Miyuki é andata a segno con l'ultima e sudatissima Kamikaze, sconfiggendo l'ultima nemica di prestigio sul suo cammino.

Un risultato che forse da più risalto alla Wave stessa che non alla vincitrice del suo torneo di punta e di questi tempi la fenice é un simbolo che ben si addice al suo stato dell'arte, ma forse grazie al senso di istituzione raggiunto da questa rassegna o magari per l'opportunità di poter scrivere un nuovo capitolo personale della sua carriera che vada oltre un mero discorso di palmarès, a Miyuki conviene cavalcare quest'onda, almeno per qualche tempo ancora.