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World Woman Pro-Wrestling Diana
Recensioni | By Poppo • 10-11-2021
Image Credits: World Woman Pro-Wrestling Diana

La festa dei dieci anni della Diana si è conclusa con uno scontro tra "nonne" e "nipotine"

Il mese di Ottobre è passato portando con sé il suo consueto carico di commemorazioni: i sessanta anni della famigerata Dump Matsumoto, i 25 dal debutto di Sakura Hirota ed i 10 anni di vita di quella che più che una promotion é una vera e propria palestra, la Diana, tutti festeggiati con apposito evento celebrativo.

Se la maggior parte di queste sono consistite in celebrazioni dei tempi andati, la compagnia di Kyoko Inoue ha cercato in qualche modo di inserire in questo sguardo nostalgico un minimo di vista sul presente ed il futuro, provando ad inserire le sue allieve nei punti chiave della card dell'evento ed invitando qualche prospetto proveniente dall'esterno, di conseguenza l'incontro di cartello ha visto fronteggiarsi uno schieramento composto dalle vecchie glorie degli anni capitanate dalla padrona di casa e l'altro formato da quelle che ormai sono le loro pronipoti, l'ormai prossima generazione di giovani talenti che si sta facendo le ossa in queste piccole realtà nipponiche.

Inutile dire agli osservatori di lungo corso che il risultato finale é stato quello più ovvio (e quindi più gattopadresco), ma il vero senso di queste contese sta nell'osservare se la metaforica goccia sta scavando la metaforica pietra, se questi allenamenti stanno dando frutto e in questo caso si può dire che un leggerissimo solco si é intravisto.

Queste giovani di oggi

Dopo l'addio di Sareee al suo paese di origine, la domanda spontanea che poteva sorgere riguarda alla Diana era legata al nome che avrebbe preso il posto della ragazza prodigio che aveva dato una parvenza di nobilità al suo dojo diventando uno dei nomi più gettonati del momento fino ad arrivare negli states. Badare bene, per prenderne il posto si intende prettamente la carica di nuova stellina del futuro, visto che gli allori della casa sono quasi sempre stati un affare riservato alle senpai che di solito prestano la propria esperienza alla causa della Inoue grande.

La cattiva notizia é che al momento non c'è un'altra Sareee (o Sarray che dir si voglia), ma al tempo stesso stanno arrivando segnali incoraggianti provenienti dai nuovi talenti in erba, forse meno pronti a far propri i palcoscenici delle sigle più grandi a livello nazionale a livello meramente tecnico, ma che in quanto a personalità sono già molto avanti rispetto ad altre pari grado, trovando in questo contesto un terreno fertile per livellare questo loro gap legato al loro modo di lottare. Un esempio di cui si é già parlato su queste colonne é Madeline, sempre più a suo agio nel creare situazioni al limite tra il comico ed il demenziale, forte delle sue doti attoriali che ancora devono trovare la quadra con il suo passato da lottatrice MMA. Anche dell'altro grande progetto in cantiere si é già scritto molto, quella Tiger Queen che é stata affidata dal leggendario uomo tigre Satoru Sayama all'altrettanto leggendaria Jaguar Yokota, l'altra allenatrice della Diana nonché colei che ha plasmato intere generazioni di joshine, inclusa la fondatrice Kyoko.

Entrambe hanno popolato gli incontri precedenti al main event: a Madeline é toccata una sfida con la granitica Yuu e a dispetto delle premesse ha inscenato una resistenza gagliarda alla forza bruta dell'ex judoka, uscendo comunque a testa alta dalla punizione fisica inflitta; la tigre in gonnella é stata invece usata con il contagocce in una sfida mista che l'ha messa di fronte alla sua maestra, rispettivamente in compagnia degli altri due vecchietti Shiro Koshinaka e Osamu Nishimura, insomma una fugace apparizione il cui scopo era solo quello di accumulare minutaggi sfruttando la curiosità inevitabilmente generata dalla nuova incarnazione di questa mitologica maschera.

A tenere alta la bandiera nel quartetto rappresentante della nuova era dunque, é stata Haruka Umesaki, l'altro gioiellino locale, il meno appariscente in termini di personaggio ed effetto scenico, ma ormai abbastanza matura nell'interagire con le più esperte colleghe, specialmente nell'ambito dei match di coppia o a squadre come questo. Ad accompagnarla in questo scontro un trio piuttosto eterogeneo arrivato "in prestito" da altre realtà, come la Actwres Ami Miura, novizia che da poco ha superato la soglia del primo anno di attività, trovando peraltro nel progetto Action Ring Girl'z una potenziale fonte di crescita, Ayame Sasamura, gregaria che finora ha lavorato nell'ombra in quel di Sendai e nelle compagnie più piccole da provetta studente del business e che nella più esperta Rina Shingaki (nonché compagna di allenamenti presso il K-Dojo) sta trovando una partner collaudata con cui girare per il paese, formando le 3A e detenendo brevemente i titoli di coppia della Diana, prima di perderli proprio a causa di Haruka.

Una descrizione in grado di far sorridere, se confrontata con il palmarès delle loro avversarie: Aja Kong, Shinobu Kandori, Kyoko e Takako Inoue, donne che si sono esibite di fronte a più di decine di migliaia di spettatori, che hanno vinto svariati titoli mondiali e che nonostante in 4 sommino una cifra superiore ai 200 anni di età complessiva non hanno ancora intenzione di appendere gli stivaletti al chiodo.

Ai miei tempi...

Nemmeno una pandemia mondiale é stata in grado di mettere fine alla lunghissima parabola della Kandori, ormai arrivata ad un passo dall'essere la più anziana lottatrice in attività (dietro solo al suo antico bersaglio Dump Matsumoto), tuttavia gli anni passano anche per lei, sicché la sua condizione fisica l'ha obbligata a compiere il minimo indispensabile in questo scontro al meglio dei tre schienamenti, quasi obbligandola a fare ciò che non era solita a fare al culmine delle sue forze, ossia mostrarsi debole e vulnerabile di fronte alle avversarie. Aja Kong invece questi problemi non se li é ancora posti, anche perché il suo physique du rôle le rende molto difficile indossa quel tipo di panni ed al tempo stesso le semplifica la vita spingendola a fare una sola cosa: abbattere chi le si para davanti sul ring; a suo tempo aveva funzionato con Sareee, con la quale era stato portato avanti un programma che l'aveva portata a subire una delle sue rare sconfitte patite in questi anni.

Ma la comparsa più interessante del lotto é consistita in quella di Takako, la vecchia gemella diversa di Kyoko nelle double Inoue, coppia capace di rubare la scena fino alla metà degli anni novanta proprio grazie allla compensazione della forza bruta della più longeva Kyoko all'eleganza di Takako, l'idol dai vestiti sgargianti e dotata di una forte personalità che le consentiva di affrontare a muso duro i grandi nomi dell'epoca senza finirne succube, così come grazie ad essa era riuscita a fondersi con l'altrettanto carismatica compare senza per forza di cose ricorrere al "trucchetto" della coppia disfunzionale apparentemente incompatibile.

Di quel sodalizio però é rimasto poco ai giorni nostri e tralsciando il modo di lottare ormai messo da parte per gli ovvi motivi anagrafici, anche il modo di vestire é stato sostituito dal suo stile total black assunto nella fase avanzata della sua carriera entrando nelle Black Joker di Rumi Kazama.

Il grosso del lavoro di serata é toccato invece alla capo palestra Kyoko, vero fulcro della storia raccontata, a partire dall'inizio aggressivo delle novizie con il loro attacco a sorpresa, bilanciato rapidamente grazie ad una stazza fisica cui forse manca l'incredibile agilità dei suoi momenti di gloria, ma la cui forza rimane ancora intatta e micidiale. Sulla sua superiorità rispetto alle rivali e sui tentativi da parte loro di opporsi al suo strapotere si é giocato per quasi tutto l'incontro e a svettare sono state Ami e Haruka, la prima autrice di un sospirato quanto energico sollevamento di peso ai danni dell'attuale campionessa Diana.

Ma a strappare applausi é stata la prestazione della Umesaki, capace di alzare la velocità dell'azione sul ring in maniera considerevole fin dal suo ingresso nel corso della prima caida, qualcosa di addirittura quasi impensabile viste e considerate le rivali, eppure é stata in grado di far trottare la sua maestra in lungo in largo fino a metà gara, prendendosi si il primo schienamento dopo una sequenza di violentissime powebomb, ma trovando nel secondo round un guizzo tanto bello quanto inaspettato e portandosi a casa il pin del momentaneo pareggio, un primo tassello di valore nella sua personale crescita che un giorno o l'altro passerà per forze di cose per la sua mentore. A darle man forte ci ha pensato Aja Kong, sempre in controllo della situazione ed in grado di comunicare sempre, sia con il pubblico sollecitandone la risposta, sia con le giovani nemiche cercando di provocarle, insomma riepiendo ogni momento passato sul quadrato come sanno fare le grandi della disciplina.

Takako e Shinobu invece hanno solo lasciato respiro alla squadra avversaria, così come fatto rispettivamente dalla Shingaki e dalla Sasamura, tutte impegnate a fare da gregarie, anche nella convulsa fase finale dove tutte hanno avuto il loro momento sul ring cercando di creare scompiglio e dare la sensazione che potesse accadere di tutto, cosa come già detto poco fattibile vista l'attitudine a rispettare le gerarchie quando ci si trova davanti a questo tipo di dislivelli di esperienza. Alla fine Kyoko ha steso la trentaduenne Rina, la più esperta dell'altro angolo ma anche colei che meno si é distinta durante la battaglia.

Una piccola medaglia per una piccola palestra, ma ai giorni nostri le future Kyoko Inoue non possono che passare da questo piccolo viatico, confrontandosi con le glorie del passato, fintanto che queste potranno trasmettere i loro preziosi insegnamenti.