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World Wonder Ring Stardom
Show | By Poppo • 05-01-2022
Image Credits: World Wonder Ring Stardom

Alcuni fotogrammi tratti dall'evento Dream Queendom: fotografie dell'anno passato o anticipazioni del prossimo?

Era lì. La sola ed unica materializzazione di un singolo mo,ento che era emerso grazie ad un processo fotochimico, e nulla al mondo poteva sollevare il minimo dubbio che questo oggetto, questa immagine,  fosse una "prova", un'evidenza solida, non solo di quanto accaduto prima, ma della tua stessa esistenza, o meglio ancora, dell'esistenza.

Wim Wenders

Nel suo libro fotografico Polaroid stories, oltre a esporre le sue personali istantanee che ritraggono luoghi, protagonisti ed inaspettati dettagli dei suoi sceneggiati (come le foto fatte scattare a Bruno Ganz nel film Der amerikanische Freund del 1977), il pluripremiato regista tedesco Wim Wenders compie un vero e proprio elogio di questa ormai desueta forma di ritratto, ponendo l'accento sul fatto che la mancanza di controllo sul risultato finale da parte del fotografo fosse la chiave per ottenere delle immagini più sincere della realtà.

La Stardom nell'ultimo biennio ha cambiato produttori, sceneggiatori, registi ed interpreti, il tutto con una velocità inaspettata a queste latitudini e l'inizio di questo anno non sembra fermare questo trend, come dimostrato pochi giorni fa durante lo spettacolo Stardom Awards: svolto nell'inedita location della torre Belle Salle Takadanobaba (quartiere Shinjuku), trasmesso in diretta Youtube (e visualizzato ad oggi da circa 197.000 spettatori) e dove ha esordito una nuova coppia di lottatrici, l'austriaca Thekla e l'ormai ex Tokyo Joshi Pro, Mirai Maiumi.

In un contesto così mutevole, ecco allora che fermarsi a guardare dei singoli scatti - seppure privi del fascino vintage delle Polaroid - tratti dall'evento che ha chiuso il 2021, quel Dream Queendom capace di rompere per la prima volta da anni la barriera delle 3.000 presenze. Immagini di un nuovo momento di gloria di questa gestione targata Bushiroad, ma forse, guardando meglio, anche dei simboli della non semplice transizione tra questo nuovo corso ed il vecchio. Ai frammenti e agli osservatori, l'ardua sentenza.

#1 Futuro

Per rimanere in tema mirai (espressione giapponese che indica il futuro), il primo botto della serata é consistito nello scontro tra i prodotti del vivaio Hanan e Ruaka per il titolo di Future of Stardom, una cintura che nel corso dell'anno é stata alla vita di ragazze di età pari o superiore alla trentina ma che per il solito bizzarro gioco delle età tipico del wrestling femminile nipponico si trovano ad avere circa gli stessi anni di carriera di queste 2 diciassettenni che di fatto hanno riportato questa categoria al suo scopo originale.

Trainee dunque, ma agli antipodi per modo di interpretare la disciplina: da una parte Hanan e la sua solida tecnica amatoriale tipica delle novizie che si possono vedere anche in altre realtà, tanto da risultare per molti versi poco riconoscibile, sia nel modo di lottare che nel modo di interagire con le avversaria quanto a mimica ed espressività; dall'altra la più nerboruta Ruaka, assolutamente carente quanto a basi, al punto tale da non essere quasi mai riuscita a trasmettere quello che dovrebbe essere rappresentare il suo character, ossia l'irruenza dovuta alla sua forza fisica e l'aggressività del suo appartenere al gruppo di ribelli, le Oedo Tai, eppure diventata campionessa per prima grazie al suo altro tratto distintivo, l'uso del trucco e parrucco che l'aveva prima fatta diventare un emule di Hana Kimura e adesso della sua leader, Natsuko Tora.

Nonostante le premesse poco incoraggianti - volendo figlie anche della poca fiducia riservata loro dalla compagnia fino allo scorso anno - questo incontro si é rivelato un banco di prova superato piuttosto bene da parte di entrambe, essendo riuscite a raccontare una storia semplice, ma paradossalmente più difficile per loro a causa delle mancanza citate in precedenza, così la sfidante ha mostrato tutta la sua grinta nei momenti di offensiva, ma ben figurando quando si é trattato di subire per portare il pubblico dalla sua parte, mentre la campionessa per la prima volta non ha dovuto lottare sembrando sbugiardando le sue caratteristiche ed il suo personaggio, come invece era successo nelle difese precedenti dove a non saper né leggere né scrivere sembrava essere lei a lottare da sfavorita contro avversarie meno dominanti e dalla sembra più tenera come Mai Sakurai o Lady C.

Un copione mantenuto fino alla proclamazione della nuova detentrice, dopodiché i convenevoli sono stati nuovamente messi da parte per consentire loro di uscire momentaneamente dai personaggi e regalarsi un momento di gioia che forse non dissiperà i dubbi sulla mancanza di volontà da parte della Stardom di formare nuovi talenti "in casa", ma che sicuramente é stato un bel momento da ricordare ed in futuro può rappresentare un primo vero mattoncino su cui costruire la loro carriera "adulta".

#2 e #3 sovraffollamento

I tanti nuovi ingaggi dell'ultimo anno hanno portato ad una maggiore vitalità all'interno della divisione trios, da sempre utilizzata principalmente per fomentare gli scontri tra le unit e che in questo periodo si sta rivelando utile per provare nuove combinazioni tra le varie associate e a testare i nuovi arivi. L'altra faccia della medaglia però consiste nel fatto che questo continuo variare finora non ha mai prodotto veri e propri terzetti affiatati o ben caratterizzati e questo ha fatto si che la maggior parte degli incontri di questo tipo segua lo stesso canovaccio, proponendo degli scontri individuali seguiti da una fase finale dove si crea una leggera confusione sul ring per dare incertezza sul risultato.

Inevitabilmente questa ripetitvità tende ad annacquare le storie e gli intrecci proposti, ma soprattutto in assenza di una certa velocità nell'esecuzione delle mosse tende a far risaltare maggiormente i difetti delle singole componenti e questo é stato il difetto principale dell'incontro che ha visto affrontarsi le Artist champions Himeka, Natsupoi e Maika e la variante delle ex detentrici composta da Unagi Sayaka, Mina Shirakawa e Mai Sakurai. Le sfidanti giocoforza sono state il punto debole della contesa non avendo mostrato particolare chimica ed essendo prive di particolari spunti in grado di coinvolgere il pubblico senza una trama scritta da cima a fondo o qualcuno in grado di sopperire a questi limiti come avvenuto per le prime 2 quando si sono trovate a sfidare la caposquadra Tam Nakano per la sua white belt.

Questo compito é spettato alle più mature del sestetto, in primo luogo a Natsupoi con la sua naturale predisposizione ad incassare i colpi invogliando il pubblico al fatidico hot tag, non senza però rinunciare alla velocità d'esecuzione necessaria e a qualche colpo di genio estemporaneo, come la ruota eseguita utilizzando la terza corda per evitare un colpo di Unagi.

L'altro spot più notevole, il doppio suplex eseguito da Maika contro la stessa Unagi e la Sakurai, paradossalmente rivela l'altro anello debole del gruppo, ossia Himeka: si é trattato di una tecnica di forza che ci si aspetterebbe dalla più forte del gruppo, invece é toccato alla più tecnica (peraltro andando fuori tema, data con vistosa fasciatura al braccio). Big Justice si é limitata ad eseguire le sue classiche trademark come la Torture Rack e la Boston Crab, mosse di sottomissione che hanno semplicemente diluito l'azione ed esattamente come nei suoi altri match sembra più una scelta dettata dall'incapacità di incastonare delle tecniche più centrate sulle sue capacità o sulla narrazione corrente. Una carenza di storytelling emerso anche nelle settimane precedenti, dove gli screzi passati tra Nastupoi e la stessa sono stati raccontati solo alla fine degli incontri, in forma preconfezionata quindi, senza mostrare nulla di proprio.

La relativa brevità del tutto ha impedito di scadere a livello qualitativo, ciononostante si é visto come permanga una certa difficoltà nel trovare il giusto posizionamento a diverse atlete, anche a causa di un roster in costante crescita e non sempre sullo stesso livello di esperienza e qualità.

#4 Ricordi ed emozioni

Konami e Giulia hanno dato vita alla rappresentazione più strana della serata: doveva essere il ritorno della ragazza di punta del 2020 ed al tempo stesso l'ultima esibizione dell'allieva di Kana, decisa a lavorare come freelance in una fase storica non propriamente propizia, ad essere ottimisti.

Il risultato finale era quanto di più scontato possibile e infatti Giulia ha prevalso in maniera abbastanza agile, sopravvivendo alle varie tecniche di sottomissione che sono una parte importante del repertorio nemico, quello che non era preventivabile é stato il fatto che il fulcro dell'azione alla fine della fiera é stato il duplice tributo a Hana Kimura, prima attraverso la sua presa, la Hydrangea e poi a parte invertite con la Tiger Lilly (in formato ridotto con il semplice Package Piledriver), arrivata dopo un primo tentativo effettuato da Konami. Un tributo inaspettato per via dell'assenza di una ricorrenza vera e propria e forse anche per questo é apparso genuino, specie considerando il legame di amicizia che intercorreva tra Hana e Konami.

Nel caso di quest'ultima, il passare in secondo piano é stato il leitmotiv della sua permanenza in Stardom e non necessariamente deve essere interpretato in chiave negativa: nonostante il suo stile ricordi più il modo di lottare in voga una decina di anni fa, la sua capacità di valorizzare l'offensiva avversaria o quella di mettere in risalto le qualità di incassatrici delle avversarie é stata fondamentale per aiutare le ragazze meno esperte in rampa di lancio, come del resto lo sono state la Kimura e la stessa Giulia dopo aver perso la possibilità di lavorare con la stessa dopo i tragici fatti di quel maledetto 23 Maggio del 2020.

Un abbandono il suo che forse può risultare indolore per via delle già citate assunzioni, ma che proprio in virtù del dislivello di esperienza delle nuove arrivate potrebbe dare qualche problema in più nell'allestimento delle card e nella crescita dei singoli talenti sul lungo termine o almeno per quanto concerne le parti medio-basse della gerarchia, non a caso i recenti ritorni di Hazuki e Koguma suonano come un palliativo per tamponare questa necessità.

Insomma il match ha regalato emozioni molto diverse da quelle preventivate, anche se al termine delle ostilità é stato comunque tributato il giusto congedo nei confronti dalla lottatrice uscente, anche se per entrambe c'erano altri baci ed abbracci riservati a loro nel corso della serata.

#5 Incredulità

Per i 2 match di cartello, 2 foto ravvicinate e legate ad una situazione simile, ma racconata in maniera diametralmente opposta: si tratta di false finish, ossia quando una determinata mossa (una finisher o un colpo scorretto ad esempio) danno l'impressione di chiudere la gara per poi venire smentiti da un salvataggio in extremis; quello avvenuto nella sfida per la cintura di Wonder of Stardom ha visto Tam Nakano scagliare Saya Kamitani con il suo Twilight Dream vicino alle corde anche troppo a dire il vero, tant'é che quando ha cercato immediatamente di schienare la sfidante, era chiaro che questa sarebbe uscita dal conteggio senza alcun problema. Si é trattato di un'azione fredda e meccanica, come lo é stato l'incontro del resto, retto unicamente dal lavoro della Nakano per cercare di costruire le brevi reazioni aeree della Kamitani, uno schema talmente prevedibile - ed in parte già visto nel poco ispirato precedente risalente alla finale del Cinderella Tournament - da togliere epica a quella che doveva essere l'incoronazione del nuovo volto in rampa di lancio della Stardom e la fine di un regno partito con grande enfasi e man mano regredito a mero babysitteraggio di questo nuovo corso di influencers così diverso dal gruppo che a suo tempo precedeva Tam nelle gerarchie.

Utami Hayashishita invece ha eseguito la sua Towerhacker Bomb dopo quasi mezzora di guerra con l'ormai bestia nera Syuri: anche in questo caso l'atterraggio é avvenuto vicino alle corde e visti i loro trascorsi ci si poteva immaginare che al 99% la filippina sarebbe sopravvissuta a questa offensiva, ma la differenza in questo caso l'ha fatta il modo con cui la rossa si é trascinata a forza verso il corpo esanime della nemica; in questo modo Utami ha conservato il pathos della sfida, lasciando intravedere i segni dei tanti colpi ricevuti in una sfida in cui la sua forza straripante non é stata usata come al solito per imporre il proprio gioco, ma come semplice reazione nervosa a causa della prevalente capacità della campionessa SWA di leggere le sue tecniche e di prevenirle fin dalle prime battute. La maggior cura dei dettagli non ha solo reso il match per il titolo mondiale esteticamente più accattivante o incisivo, ma gli ha permesso di ampliare una rivalità portata avanti per un anno intero, di mostrare i costanti progressi messi in campo da colei che ormai é stata detronizzata, al punto tale da non aver avuto bisogno di particolare supporto da parte della veterana di turno, lasciata così più libera anche di poter osare delle trovate diverse dal suo repertorio e lo dimostra il fatto che la tattica du utilizzare l'ambiente fuori ring per rubare il controllo delle operazioni, stavolta sia stata usata da Utami, mentre la nuova campionessa é stata in grado di piazzare alcune powermoves di grande impatto per sfidare la rivale sul suo stesso campo, come la Emerald Flowsion dalla terza corda o il devastante lancio di Utami contro il sostegno del ring.

Da una parte una passeggiata, dall'altra una guerra che in prospettiva sembra tutt'altro che finita, ma che stavolta ha visto vincere di poco l'ex rivale di Kana, divenuta ormai il riferimento principale della compagnia per quanto concerne l'aspetto "lottato", forse anche di più di un'Ace come Mayu Iwatani che sembra sempre più lontana dalle dinamiche principali in corso d'opera.

#6 E adesso?

Ma l'immagine di chiusura non ha riguardato solo Syuri, infatti la sua celebrazione ha coinvolto quelle 2 lottatrici che sembravano aver concluso con il loro tributo precedente, Giulia e Konami. La prima sembra inevitabile che prima o poi colliderà con la sua compare di unit e - anche se ormai quasi nessuno lo ricorda vista la lunga assenza - compagna di tag team e del resto la scelta di affidarle la cintura non sembra solo un riconoscimento individuale o un modo per evitare che la Hayashishita si ritrovi in futuro senza grandi stimoli o storie, ma un modo per aiutare la stessa Giulia a fare un'ulteriore passo avanti dopo il convincente regno da white champ ed il successivo kamikiri con la Nakano riconosciuto come uno dei migliori della scorsa annata, segno che si possono bilanciare abilità sul quadrato e capacità di generare interesse al di fuori di esso, sepecie se le interpreti hanno capacità e voglia di migliorarsi ed un valido riferimento.

A Giulia quindi l'abbraccio del presente e del futuro, a Konami quello di un passato che probabilmente verrà superato da un'era più prosperosa dell'epoca dei piccoli gruppi e degli eventi autoprodotti, ma che alla Stardom converrà tenere a mente se vorrà far si che queste immagini restino ricordate come il proseguimento di un percorso di crescita e non come un picco raggiunto a fatica e poi perso per strada tra i tanti cambiamenti in corso d'opera.