Calle joshi

Pro wrestling FREEDOMS
Match | By Poppo • 05-02-2022
Image Credits: Pro wrestling FREEDOMS

La sfida lanciata da Rina Yamashita nei confronti di uno dei suoi maestri: Jun Kasai

Nonostante i tanti proclami effettuati nelle ultime settimane da parte del nuovo soggetto chiamato Prominence di voler fondare un ipotetico nuovo polo del wrestling hardcore femminile - decisamente in contrasto con l'apparizione fatta la scorsa settimana a Nagoya nell'ultimo pay per view della Stardom, una promotion molto restia a questo tipo di proposta - Il primo mese del nuovo anno sta confermando che il nuovo riferimento per gli appassionati di death match e compagnia cantante, corrisponde al nome di Rina Yamashita, una freelance che sta vivendo una seconda carriera grazie alle sue gesta in Ice Ribbon, ma ancora prima per un'etichetta al maschile dove é tutt'altro che facile emergere.

Libertà é partecipazione

Il 2020 ha rappresentato un vero cambio di rotta per l'ex promessa della Wave dopo che a metà dell'anno precedente aveva scelto di lavorare in autonomia per allargare il suo giro di partecipazioni verso ambiti ancora poco esplorati, come ad esempio la DDT e sopratutto per smarcarsi da quella patina da lottatrice di coppia che per certi versi  ne aveva limitato la crescita a livello individuale, anche in quel campo delle stipulazioni estreme in cui si era affacciata qualche anno prima sempre in situazioni in cui erano coinvolte più di 2 persone alla volta.

Una strada da percorrere in autonomia, seguendo però le tante influenze date dalle conoscenze effettuate nei precedenti 7 anni di carriera: Aja Kong (spesso coinvolta nelle attività della ZERO1), Mayumi Ozaki e la sua violentissima Oz Academy, GUNSO, il lottatore conosciuto come il "Cristo oscuro" e proprietario della Dove Pro e infine il gruppo della Ice Ribbon di cui fanno parte un'icona del genere come Mio Shirai (oggi arbitro ed allenatrice) e Risa Sera, la specialista di lungo corso divenuta sua rivale per un anno intero che alla fine le ha ceduto lo scettro dopo una serie di scontri ad alta tensione. Risa é arrivata a certi livelli per la sua inventiva, ma anche grazie all'assidua frequentazione del gruppo di lottatori afferente alla Big Japan Wrestling da cui ha appreso i trucchi del mestiere e lo stesso si può dire per Rina, del resto quella che é stata la sua "palestra", la FREEDOMS non arriva da molto più lontano.

La compagnia infatti é stata fondata da Takashi Sasaki, uno dei primi lottatori della DDT, ma che ha presto trovato la sua vocazione proprio in BJW, salvo decidere dopo diversi anni di miltanza di creare la propria etichetta nel 2009, dandogli un nome che é tutto un programma, poiché in questo progetto ogni lottatore sarebbe stato libero di proporre il proprio stile di lotta, senza preclusioni per fighters, luchadores, tecnici, rissaioli e ovviamente per i deathmatcher, tanto da guadagnarsi una nomea piutosto vicina a quella della sua ex casa e che soprattutto ha fruttato una collaborazione oltreoceano con la rinnovata Game Changer Wrestling, un vecchio territorio riconvertito nel 2015 a piccola federazione con basi molto simili alla controparte nipponca e che oggi é uno degli ultimi bastioni di un panorama indipendente nordamericano, in parte perché questo é stato falcidiato dalla pandemia e dagli scandali a sfondo sessuale emersi nell'ultimo biennio, ma anche perché l'idea di creare una sinergia con altre voci, tra cui la stessa FREEDOMS, sta dando vita ad un prodotto fresco e variegato, non diversamente da quanto tentato in passato da altre realtà visionarie come la Chikara.

Rina Yamashita vs Charli Evans - 12 Novembre 2021, GCW Evil Deeds (Knights Of Columbus Hall, Detroit)

Tornando al fatidico 2020, alla ripresa delle attività dopo il primo lockdown imposto nei primi mesi, Rina si é ripresentata in FREEDOMS unendosi ufficialmente alla unit più legata allo stile hardcore, gli Unchain di cui fanno parte gente come Masashi Takeda e le 2 guide scelte da lei per questa sua nuova incarnazione, Minoru Fujita e Jun Kasai, non a caso lottatori che negli ultimi anni si stanno prestando spesso e volentieri a collaborare con le varie realtà joshi fornendo un contributo importante nell'evoluzione degli incontri a sessi misti. Ma se assieme a Minoru - ancora campione in Gatoh Move per restare in tema - lo scorso anno é arrivata la vittoria dei titoli di coppia della compagnia, con Kasai si é creato un vero rapporto tra maestro ed allieva, come dimostrato dal fatto che durante gli incontri che li hanno visti lottare assieme, Rina ha sempre cercato di imitare le mosse e la collaborazione del suo superiore, tanto da chiamarlo esplicitamente senpai e da preferirlo al suo partner ufficiale per partecipare ad altre iniziative esterne, come il bizzarro compleanno di Miyako Matsumoto celebrato con uno dei suoi Gake No Fuchi ed il torneo a coppie miste indetto da Risa Sera, vinto proprio da questo forte sodalizio.

Per quanto a prima vista possa sembrare che si stia ancora parlando di successi ottenuti in coppia, in realtà questo periodo é stato costellato di riconoscimenti individuali: la già citata vittoria del titolo FantastIce, il debutto americano in GCW, ma anche solo il fatto di essere quasi sempre l'unica lottatrice in FREEDOMS, interpretando il ruolo non come vorrebbe lo stereotipo, ossia da ragazza che deve farsi strada tra gli uomini, ma da interprete parificata, che infligge colpi durissimi e che ne subisce di altrettanto pericolosi, senza quindi far percepire la sua appartenenza di genere nel contesto delle storie raccontate.

Si trattava solo di una questione di tempo prima di trovare la kōhai ed il suo superiore l'una contro l'altro e questo é accaduto nel corso del primo spettacolo del 2022, con in palio la massima cintura, vinta per la quinta volta in carriera da Kasai solo una settimana prima e, per non farsi mancare nulla, utilizzando la stipulazione basta sull'arma che sta facendo le fortune di Rina, i Lighttubes (le lunghe lampade a neon).

Un confine che va allargandosi

Una delle caratteristiche paradossali degli incontri passati tra Jun e le joshine consiste nel fatto che a subire gli spot più pericolosi siano sempre state queste ultime, lasciando al più temuto deathmatcher giusto l'onere di chiudere le contese con il suo celeberrimo Pearl Harbor splash (un tuffo eseguito dalla cima di una scala), condendo il resto con una buona dose di umorismo spesso dettato dalla volontà delle avversarie di imitarlo o di scimmiottarne i tratti caratteristici, come avvenuto durante il suo particolare scontro con Hyper Misao in Tokyo Joshi Pro di qualche anno fa.

Premesse che in parte si sono intraviste durante la sfida in oggetto, ma più nella sostanza che nella forma: Misao, la stessa Risa Sera all'epoca e più recentemente Suzu Suzuki, si sono presentate a lui in veste di capacissime neofite poste di fronte ad una sorta di rito di iniziazione, mentre con Miyako Matsumoto si era creata una sorta di strana coppia basata sul contrasto tra la tenebrosa personalità di lui e la folle giocosità di lei; l'entrata in scena del campione in completo con giacca e cravatta non deve trarre in inganno, perché contrariamente alle altre, Rina si é presentata come sfidante legittimata da un ormai lungo periodo di apprendistato, tanto da non far percepire il suo ruolo di contender in maniera diversa da altri affiliati come Violento Jack o crazy kid Masashi Takeda.

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Jun Kasai vs Rina Yamashita - 3 gennaio 2022, Happy New FREEDOMS 2022 (Shin-Kiba 1st RING)

A dimostrazione di ciò basti pensare che una delle consuetudini legate a questa proposta di match consiste nel cercare di creare una certa tensione legata a quale dei 2 contendenti andrà a scontrarsi per primo contro la fila di luci posizionate ai lati del ring, ma in questo caso dopo appena 3 minuti la polvere dei neon si stava propagando per tutto il perimetro del quadrato in quanto i singoli lighttubes erano già stati usati come arma, avevano già subito una serie di urti e come ormai da prassi sono stati usati da Rina per colpirsi da sola, per dimostrare di non aver alcuna paura di subire alcun danno.

Un'attitudine che Jun Kasai ha cercato di mettere a dura prova utilizzando l'altra arma a disposizione, le basi in vetro su cui ha schiantato velocemente la Yamashita prendendo il controllo delle operazioni per portarla velocemente a sanguinare copiosamente dalla testa, quasi a voler riportare il tutto al suo solito canovaccio, finendo però a sua volta per cadere malamente sopra una delle superfici incriminate con un violento back suplex che ha riportato presto il tutto in una situazione di parità. Da quel momento Rina si é affidata alle sue tecniche basate sulla pura potenza e pur non riuscendo ad arrivare alla sua fidata Splash Mountain, é pur sempre riuscita a schiantare di peso il campione contro le luci collocate in uno dei 4 angoli del ring, senza disdegnare l'uso di altre armi più "convenzionali" come le sedie.

Un'altalena proseguita per il resto della contesa, infatti subito dopo Jun ha usato un'altra delle sue tattiche predilette, ossia quella di applicare dei mikado sul capo dell'avversaria per poi colpire con violenza quel punto, ma quando ha cercato di usare a sua volta la Pearl Harbor, é finito nuovamente scaraventato a terra contro i dannosissimi frammenti di vetro e plastica che ormai stavano ricoprendo la maggior parte del loro palco. A quel punto le tecniche finali sono entrate in scena, prima da parte della sfidante e poi da parte del detentore nella sua prima variante, la Reverse Tiger Driver, per poi tentare la Sudden impact, finendo per ricorrere al suo splash con aggiunta di altri tubi, visto che quelli forniti inizialmente erano ormai quasi esauriti, sempre senza ottenere il fatidico conto di 3.

Si direbbe il culmine della tensione, non fosse che si é trattato di uno scontro quasi fraterno e forse anche per questo Jun a quel punto ha preferito sdrammatizzare cercando di dare un bacetto all'amica finendo per ricevere in cambio una serie di calci, ma non indirizzati alle parti basse come solitamente accade per sottolineare la battaglia tra i sessi in corso, ma come ultima difesa prima di dover capitolare davanti ad una sequenza di driver ripetuta più volte per assicurarsi di mettere a tacere l'agguerritissima rivale dopo un sudatissimo quarto d'ora.

Una sconfitta che si é limitata al solo risultato per la ragazza di Kagoshima, ormai diventata una vera e propria maestra del genere, tanto che ormai le mancherebbe giusto un riconoscimento formale a riguardo, come una cintura o un torneo, oppure un ruolo di primo piano in una delle realtà più grandi. Chi può dire dove potrà arrivare in questo suo spazio che si é ritagliata, così libero, dove i confini man mano si allargano verso altri orizzonti.