Calle joshi

Shimmer Pro Wrestling
Fuori Giappone | By Poppo • 24-01-2021
Image Credits: Shimmer Pro Wrestling

Gli inizi del futuro volto della Shimmer

Cheerleader Melissa é un nome buono per tutte le stagioni, una vera icona del wrestling indipendente statunitense (specie nelle realtà più consolidate, come la Shimmer e la Rise) ma anche un personaggio che ha saputo ricicliarsi (con alterne fortune) anche nel circuito mainstream in TNA (nel ruolo di manager di Awesome Kong e poi nei panni della future legend Alyssa Flash) e Lucha Underground (nelle vesti di Mariposa, sorella di Marty "The Moth" Martinez).

La fama crescente le ha consentito di girare il mondo ed esibirsi al di fuori dei confini nazionali, arrivando a lottare in Messico, Canada e Regno Unito, ma paradossalmente i suoi primi passi li ha mossi in Giappone e per giunta in un momento dove i riconoscimenti nei suoi confronti scarseggiavano.

Andata

"Non sei all'altezza di frequentare questa classe, puoi tornare a casa", questa é la frase che il futuro asso della Shimmer si é sentita dire dopo un viaggio di 3 ore per raggiungere Santa Ana, città della California dove aveva base la Ultimate Pro Wrestling, promotion per la quale aveva lottato i suoi primi match da prfessionista e dove frequentava il corso di formazione avanzata per lottatori.

Non esattamente l'incoraggiamento sperato da parte di una diciottenne che frequentava i ring della West coast fin da quando veniva portata dal padre Doug Anderson agli spettacoli in cui si esibiva come lottatore e che aveva a tutti gli effetti iniziato la propria carriera addirittura 4 anni prima (seppure solo nel ruolo di valletta).

Una sentenza altrettato dura le viene recapitata un anno dopo (2002) da parte dei responsabili per lo scounting della WWE: dopo aver effettuato un provino per loro viene respinta senza tanti complimenti in quanto la compagnia non cercava wrestler ma divas, niente lottatrici quindi, piuttosto modelle occasionalmente prestate al quadrato.

in conclusione non abbastanza valida per esibirsi nei territori e non abbastanza bella per sfondare nel mondo dello Sport Entertainment in quello che dovrebbe essere il traguardo finale per la maggior parte delle performer americane, o almeno questo era il principale riferimento della ragazza all'epoca.

Una doppietta micidiale in grado di annichilire le ambizioni di tante persone, ma non Melissa, ammaccata dall'esperienza, ma rinfrancata dai complimenti ricevuti al suo ritorno in All Pro Wrestling, la compagnia per la quale aveva lottato il padre e che le aveva garantito un posto per allenarsi ed esibirsi agli ordini dei fratelli Shane e Shannon Ballard, entrambi rimasti sorpresi dalle sua abilità apprese in UPW in un brevissimo lasso di tempo.

Un sostegno fondamentale che la spinge a continuare il suo percorso di formazione a Hayward dove oltre ad incrociare alcuni prossimi top name di livello mondiale come Bryan Danielson e Christopher Daniels, trova un gruppo di ragazze altrettanto talentuoso, soprattutto quella Nikki che diventerà l'altro grande riferimento del movimento femminile, ovvero Sara del Rey.

A guidarle c'era Jessie Bennet, una veterana che aveva trovato il successo nella terra del Sol Levante grazie alle sue apparizioni per la All Japan Women's Pro-Wrestling, la federazione di maggior successo nella storia del movimento giapponese (ed in generale di quello femminile) tanto da garantirle una fama postuma alla progressiva disgregazione dello Zenjo (che cuminerà con il fallimento pochi anni dopo il periodo dei fatti narrati).

Ad approfittare della sua disponibilità una volta decaduto il potere d'ingaggio della AJW, Rossy Ogawa - ex dipendente di quest'ultima - non ci pensò un attimo a metterla sotto contratto per il suo nuovo progetto, la Hyper Visual Fighting Arsion, una sigla che ambiva ad innovare il panorama joshi puntando molto sull'importazione di talenti provenienti dal resto del mondo, in primis sulle lottatrici messicane che lo stesso Ogawa conosceva bene avendo spesso avuto corrispondenza con quel territorio in veste di scout/adetto alle pubbliche relazioni.

Jessie era una delle prime gaijin assunte a partire dalla fondazione della Arsion nel 1997 e l'unica statunitense assieme a un'altra Bennet di nome Reggie (a lungo scambiata per sua sorella, ma in realtà non c'era alcun legame tra di loro, nemmeno nella finzione) e a 4 anni di distanza ricopriva il ruolo di ponte tra i due paesi lottando per la APW e fungendo da occhio per Ogawa.

Per molti versi la storia di Melissa ricorda quella di Debbie Malenko, una giovane ragazza americana alle prime armi proiettata dall'altra parte del mondo attraverso conoscenze comuni e lo stesso mandante.

Bionic J vs Melissa Anderson - All Pro Wrestling

Un anno prima del diniego da parte della WWE, un'altra aspirante diva era stata scartata dalla stessa attraverso un altro metodo di selezione: Taylor Matheny era stata infatti scartata dal programma Tough Enough, un reality show all'interno del quale un gruppo di lottatori veniva sottoposto ad una serie di prove per ottenere un contratto ufficiale con la compagnia di Stamford.

Pur arrivando alle finali, Taylor - del tutto priva di esperienza nella disciplina - alla fine era stata scartata, ma avendo ricevuto buone indicazioni aveva scelto di iniziare una vera e propria carriera nel pro wrestling partendo proprio dalla APW. Era lei che Ogawa voleva mettere sotto contratto, ingolosito dalla sua esposizione e dal potenziale ritorno di pubblico negli U.S.A.

Tuttavia la Bennet (che aveva cambiato il proprio ringname in Bionic-j) riuscì a mettere una buona parola per la Anderson minore, tanto da riuscire a metterla nello stesso aereo della Matheny in direzione Tokyo.

L'impatto con la nuova realtà fu piuttosto difficile in quanto senza l'ausilio di Jessie non era in grado né di comunicare con le nuove colleghe, né di muoversi per la città, anche solo per le attività più semplici come fare la spesa, tanto che ancora oggi Melissa fatica ad avere riferimenti localizzati di quel periodo, salvo ricordare esilaranti aneddoti sulla guida di Ogawa, che dal canto suo si occupava di scarrozzare le gaijin in occasione degli show che avvenivano fuori città.

Di Rossy le resterà un buon ricordo, seppure come molte ne tratteggia ancora oggi i tratti tipici dell'uomo d'affari molto attaccato ai dettagli contrattuali e meno ai rapporti umani, arrivando a paragonarlo con un'altra figura di peso nel mondo del wrestling con la quale ha lavorato: l'ex writer WWE e WCW, Vince Russo.

Ma il vero ostacolo a livello mentale era rappresentato dal passaggio al professionismo: se in patria gli allenamenti e gli spettacoli erano attività distinte e ripartite a seconda dei suoi impegni, in Giappone le viene offerto un vero e proprio contratto a tempo pieno, 8 ore al giorno (ed una di pausa pranzo) in cui doveva dedicarsi esclusivamente agli allenamenti o agli eventi dove non solo lottava, ma come tutti i membri del roster doveva occuparsi di tutte le mansioni legate ad essi, dall'allestimento e pulizia del ring alla fornitura d'acqua a bordo ring per le lottatrici, mansioni rigorosamente descritte nel contratto stipulato.

Il dojo della Arsion era strutturato in tutto e per tutto come quello della AJW, un edificio a più piani dotato di ring e palestra ai piani inferiori e dei dormitori ai piani superiori, un modo per immergere totalmente le iscritte nella vita condivisa all'interno della propria compagnia.

Agli ordini della "donna ragno" Mariko Yoshida, le ragazze svolgevano un allenamento basato prevalentemente sullo sviluppo della resistenza - per mezzo di esercizi di sviluppo cardiovascolare - e del potenziamento muscolare, mentre a sorpresa la parte tecnica veniva relegata a sporadiche sedute, pertanto la maggior parte dell'esperienza in tal senso si accumulava lottando direttamente gli spettacoli, in controtendenza con altre realtà (come la GAEA) che invece esigevano lottatrici pronte e formate al 100% prima di potersi esibire.

Per tutta la durata del suo tour Melissa viene assegnata  assieme alle altre due compagne alla fazione U.S. Invasion, un modo come un altro di presentare il solito cliché delle straniere invasore che ricorre fin dalla nascita del movimento e quindi mettendole quasi sempre in contraposizione alle lottatrici di casa, dandole modo di affrontare la maggior parte del roster a disposizione.

Come per molte altre prima di lei, il pubblico inzialmente riservava un timoroso silenzio, ma se nel caso della Malenko il seguito era nutrito in modo tale da consentire una progressiva popolarità, la Arsion nonostante gli investimenti non era mai riuscita a fare numeri minimamente paragonabili alla concorrenza, pertanto tutto lo stint passerà a lungo sotto lo stesso silenzio.

Oltre a legare con l'allenatrice Yoshida (con la quale é rimasta in contatto ancora oggi, spesso ospitandola nella propria casa in California), un'altra amicizia nata da quell'esperienza é quella con AKINO, colei che più l'aveva impressionata per via della personalità che a suo dire emanava l'altra allieva di Mariko in ogni cosa che faceva durante gli incontri.

Di grande carisma era sicuramente dotata una delle avversarie affrontate in occasione del suo ventesimo compleanno, la leggendaria Lioness Asuka: l'ex Crush Gals era stata messa sotto contratto dalla Arsion dopo aver abbandonato la GAEA e con l'abbandono dalla co-fondatrice Aja Kong aveva ottenuto l'incarico di occuparsi del booking degli eventi e della gestione dei personaggi.

Un passaggio non privo di polemiche, specialmente da parte di Ayako Hamada, la ragazza che era stata scelta per diventare volto della compagnia e che era stata estromessa dalla scena titolata proprio per volontà della stessa Asuka, decisione che la spingerà a lasciare la Arsion.

Dopo un paio di mesi l'esperienza si conclude senza un rinnovo del contratto, in Giappone rimarrà ancora per diverso tempo la Bennet, mentre le due giovani separeranno i propri percorsi: Taylor terminerà di lì a poco la propria carriera, mentre Melissa era decisa a far fruttare quanto appreso facendolo convogliare all'interno di un personaggio incentrato sulla mentalità giapponese.

I Ballard però intanto avevano elaborato per lei una gimmick diametralmente opposta: quella della cheerleader.

Ritorno

Nel 2014, la Cheerleader che rimette piede sul ring della Stardom - sempre gestita da Rossy - é un'altra persona: una veterana pluridecorata, forte dei suoi grandi successi e di altrettante grandi cadute composte per la maggio parte da infortuni e da qualche rimpianto sulla sua gestione in una TNA dove le Knockout si erano ritagliate uno spazio importante.

Ma soprattutto Melissa aveva svolto assieme alla Del Rey il ruolo di ponte con il Giappone nel periodo di forte interscambio tra le freelance giapponesi e le indy americane avvenuto a partire dal 2010 e che aveva portato in Shimmer talenti del calibro di Kana, Hikaru Shida e Hiroyo Matsumoto. Il suo ruolo infatti é quello di attrazione speciale all'interno del 5 Star Grand Prix, il torneo principale della compagnia, a dimostrazione del rispetto acquisito sul campo.

Un asse che stava rinnovando l'interesse degli spettatori americani per le joshine mettendo in mostra la nuova generazione formata nell'era frammetata delle piccole promotion all'interno della quale la Stardom stava iniziando la sua affermazione poggiandosi prima sulla sua fondatrice Nanae Takahashi e successivamente al suo abbandono sulle sue nuove 3 moschettiere: Mayu Iwatani, Kairi Hojo e la ace Io Shirai.

Thunder Rosa & Starfire vs Cheerleader Melissa & Chelsea Green - 7 Aprile 2015, Stardom Yokohama (Credits Stardom)

Al suo ritorno Melissa trova un ambiente molto diverso, un paese più facile da girare grazie alle conoscenze acquisite ed alla diffusione di internet, uno strumento talmente potente da consentire di annullare distanze e - in parte - barriere linguistiche, insomma la terra degli imperatori non era più un luogo misterioso come dodici anni prima.

Anche i metodi di allenamento cambiano: seppure permaneva il sistema dei dojo (pur con strutture più piccole a disposizione, in base alla ridotta disponibilità economica), sotto la guida di Fukka gli allenamenti si concentrano molto sulla parte atletica e sulla ginnastica, con una maggiore attenzione ai movimenti da fare sul quadrato, al limite della coreografia.

Il sodalizio si ripete nel 2015 portando ad un'ulteriore evoluzione del suo ruolo divenuto ormai istituzionale: oltre ad affrontare in casa propria i nuovi volti della Stardom nel primo tour della compagnia oltreoceano, stavolta tocca a lei infatti portare con sé qualche giovane leva da formare in Asia, in particolare Thunder Rosa (la quale verrà subito adottata da Kyoko Kimura e dal suo gruppo di gaijin ribelli) e l'ormai ex lottatrice MMA Shayna Baszler.

Come il cerchio della vita, anche il cerchio delle gaijin si rinnova di anno in anno e di generazione in generazione.