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Tokyo Joshi Pro Wrestling
Attualità | By Poppo • 18-08-2021
Image Credits: Tokyo Joshi Pro Wrestling

La Tokyo Princess Cup di quest'anno: tappa importante di una scalata o comoda scorciatoia?

Un lieto fine é ciò che spesso la gente si aspetta al termine di un romanzo, di uno sceneggiato o di un semplice racconto e quando ciò accade vuol dire che il protagonista é stato capace di creare empatia nei confronti di chi segue le sue vicende. Nel puroresu come nel joshi ci sono storie che possono impiegarci anni per arrivare al proprio punto cruciale, perché più che in altre parti mondo ciò che viene narrato si fonde con la crescita personale: i compagni di formazione, i luoghi, i successi e anche i fallimenti; i lottatrici e le lottatrici si portano tutto questo sul ring, sicché ogni evento può essere quello della consacrazione come un'altra tappa di progressione.

Questo però non vuol dire che un grande avvenimento non debba essere preparato nel periodo antecedente ad un incontro, o come nel caso della Tokyo Joshi Pro Wrestling e dell'edizione della Tokyo Princess Cup appena andata agli archivi. Trattandosi di un torneo e di una compagnia che dichiaratamente cerca di ricreare l'approccio di scrittura dei vecchi territori americani, ci si sarebbe aspettato una proposta simile a quella degli scorsi anni, ossia a prosecuzione delle rivalità a breve medio termine attraverso una serie di abbinamenti vòlti a fare interagire tra di loro le protagoniste delle varie trame e sottotrame.

Alla fine delle 7 serate, ad aggiudicarsi la rassegna é stata l'eterna perdente Maki Itoh e idealmente questa dovrebbe essere la sua rivincita dopo anni di delusioni - ultime in ordine quelle rimediate con Miyu Yamashita, prima venendo sconfitta ripetutamente dalla campionessa e poi fallendo assieme a lei l'assalto alle cinture di coppia - scalando l'ipotetica vetta. Eppure, questo traguardo é arrivato all'improvviso, in un momento in cui nessuno se lo sarebbe aspettato e soprattutto usando un percorso non così arduo come ci si potrebbe immaginare, come se avesse utilizzato una scorciatoia.

Sarà la volta buona per la fired idol, oppure si prospetta un altro fallimento all'orizzonte? Difficile dirlo, specie dopo quanto visto nelle ultime settimane.

Attrici non protagoniste

Dopo il già citato inizio di anno, Maki ha gradualmente abbandonato le storie principali per lavorare in sordina con la nuova arrivata Yuki Arai, lasciando gli spazi principali alle più affermate protagoniste della scena quali Yuka Sakazaki e Saki Akai, ma anche a giovani in rampa di lancio come Hikari Noa e Mirai Maiumi. praticamente la stessa sorte toccata a colei che aveva inaugrato l'anno diventando Princess champion, Rika Tatsumi, la cui favola si é interrotta senza tanti complimenti con l'avvicinarsi del primo spettacolo di una certa importanza. Proprio la recente sconfitta sembrava poterne lanciare la candidatura per la vittoria finale e anche il tabellone pareva voler favorire la sua personale redenzione, visto che fin dal primo turno le é stato assegnato un osso duro come la giovane Hikari, per poi trovarsi di fronte a quella Hyper Misao con cui ha condiviso gioie e dolori e con la quale ha messo in scena la principale storia del 2019 proposta dalla TJPW.

Sogni di gloria spazzati via da Shoko Nakajima, un altra ex campionessa e componente dello zoccolo duro del gruppo originale, ma che dopo aver perso anche lei la cintura é rimasta in una sorta di limbo, come testimonia la ripetizione in 2 anni del sodalizio con Hyper Misao: nel 2020 aveva costretto l'eroina a rinunciare alla sua maschera ed al suo nome, quest'anno invece é stata lei a venire costretta ad indossare i panni di paladina della giustizia; una serie di vicende sicuramente divertenti da seguire, ma che di fatto l'hanno allontanata dal clima di competizione creatosi attorno alla cintura più pregiata. Il suo approdo alla finale dunque é da ricercarsi non tanto per l'attuale situazione quanto per il suo essere una delle performer più esperte del roster, dote che é stata sfruttata in semifinale per far ben figurare Miu Watanabe, l'unica vera sorpresa di questo torneo. La Up Up Girl infatti ha interpretato ottimamente il suo personaggio - quello della ragazza esile ma dotata di una grande forza fisica - durante tutta la competizione, dando la sensazione attraverso il suo lavoro di beniamina svantaggiata, di poter davvero superare degli ostacoli più grandi di lei.

Pur non riuscendoci e finendo vittima di un improvviso (e molto bello) doppio Northern Light suplex da parte di Shoko, le sue recenti esibizioni stanno mettendo in mostra una serie di miglioramenti che torneranno molto utili alla promotion nel prossimo futuro, specie vorrà riproporre il topos di quest'anno.

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Miu Watanabe vs Yuki Aino - 31 Luglio 2021, TJPW 8th Tokyo Princess Cup - Tag 5 (Shinjuku FACE)

C'è spazio per una sola protagonista

Oltre all'abilità della giovane Watanabe però, questa aura di underdog si é creata anche grazie ad un calendario che le ha messo di fronte in successione la robusta Yuki Aino e la più esperta Nakajima, facendola partire quindi in una posizione di netto svantaggio. Paradossalmente non si può dire lo stesso per Maki: nei 4 incontri disputati sono venute infatti a mancare queste due condizioni; le avversarie dei primi 2 turni sono consistite in due giovani, Raku e Suzume, ancora acerbe ed in fase di definizione sia per quanto concerne il lottato che i rispettivi personaggi e se la prima ancora ancora compensa con l'umorismo e la sua mimica da eterna rilassata, la seconda é ancora un cantiere aperto in tutto e per tutto, ma in ogni caso non si tratta certo di rivali in grado di mettere in difficoltà la idol, nemmeno facendo leva sul suo essere perdente per antonomasia.

L'altro aspetto perplimente della sua impresa é rappresentato dal fatto che la sfida più sentita e combattuta non sia stata la finale quanto la semifinale: affrontare Mizuki, ha significato sfidare colei che l'aveva affiancata fin dal suo debutto ufficiale per la Tokyo Joshi Pro e che l'aveva poi abbandonata 3 anni fa infliggendole una dura sconfitta proprio per dimostrarsi degna di poter lottare per la cintura principale, inoltre rimane pur sempre colei che nell'ultimo biennio ha si é aggiudicata la rassegna. Come se non bastasse ci ha pensato la sorte ad aggiungere il suo carico, visto che poche settimane prima del loro scontro, la rossa ha riportato un infortunio allo zigomo sinistro che le ha permesso di esibirsi solo grazie ad una serie di precauzioni.

Questo handicap é diventato il tema principale dell'incontro, il punto debole che Mizuki ha cercato di sfruttare per imporre il suo ruolo di favorita da battere, contrariamente ai precedenti in cui l'ex partner aveva condotto le danze, anche attraverso l'uso scorretto di oggetti di scena come il microfono (la sua vera arma in tutto e per tutto). Con la solita coriacea resistenza, Maki ha fatto il consueto giochino di incassare colpi alla testa per poi mostrare di non risentirne a metà incontro, ma stavolta in maniera meno teatrale del solito, piazzando solo qualche provocazione dettata dall'adrenalina nei momenti chiave, ma soprattutto cercando di mettere più l'accento sulla sua offensiva orientata per la quasi totalità sulla sottomissione, in modo da ottenere una vittoria chiara e netta.

Pur non brillando particolarmente di suo in quanto a tecnica, la sua strategia é stata lineare e focalizzata su quanto ha voluto rappresentare, così come Mizuki é sempre parsa in grado di controbattere adeguatamente alla sua tattica mostrandosi sempre un passo avanti, salvo inciampare nella fase finale, quando la sua Cutie Special non solo si é rivelata insufficiente ad inchiodare le spalle dell'avversaria per il conto di 3, ma ha anche avuto l'effetto di prestare il fianco all'ultima sottomissione decisiva per le sorti della gara, la prima in singolo nei confronti della sua amica e nemica. Un condensato di emozioni che avrebbe potuto tranquillamente essere la cartolina finale di questa Princess cup e che proprio per la sua densità ha finito per far sembrare il vero epilogo come un'appendice, anche se la colpa di ciò é da ricercare anche nell'esecuzione di questo ultimo atto.

Mizuki vs Maki Itoh - 14 Agosto 2021, TJPW 8th Tokyo Princess Cup - Tag 6 (Korakuen Hall)

Tutto questo infatti non é stato conservato per lo scontro finale con Shoko, a partire dall'infortunio allo zigomo, magicamente scomparso dopo sole 24 ore, così come il ruolo di sfavorita della gara da parte di Maki non si é affatto percepito durante tutto il match: pur avendo applicato la stessa strategia di tenere a terra l'avversaria per farla cedere con la Itoh Deluxe, stavolta non si é trattao di una contromossa dettata dallo svanaggio causato dell'infortunio, ma del modo di tenere il controllo delle operazioni; uno spartito più lineare avrebbe invertito le parti, facendo dominare la Big Kaijou - più fresca e preparata - e lasciando all'underdog il suo ruolo più congeniale.

Così facendo invece si é ottenuto qualcosa di originale per certi versi, ma molto frammentato e poco chiaro nell'esposizione, come se alla fine della fiera l'unica cosa che doveva contare a tutti gli effetti dovesse essere la premiazione finale, il momento delle lacrime e della giusta ricompensa per la diva del momento, a prescindere dal modo in cui sarebbe accaduto e che di certo ha fatto leva sulla grande empatia scaturita dal personaggio colorito e pittoresco che la stessa Itoh ha faticosamente creato negli ultimi anni.

Un seguito che la TJPW ha ben presente, tenendo in considerazione che può essere un'arma a doppio taglio poiché può portare una visibilità nell'immediato che rischia di non riuscire a capitalizzare qualora la ragazza finisse definitivamente nell'orbita americana della AEW, non diversamente dalla situazione di Yuka Sakazaki, altro character dal quale la compagnia sta cercando di ricavare il più possibile tra un'apparizione in patria ed una negli states, a costo di collocarla all'interno degli spettacoli a prescindere dalle storie in corso (come é effettivamente successo al Cyberfight).

Come Yuka, anche Maki adesso dovrà sottoporsi alla prova decisiva con la Yamashita, in quella che sarà la prova della verità: la sua vittoria rappresenterebbe l'improvvisa fine della sua lunga rincorsa da comprimaria, il lieto fine che i suoi tanti fan aspettano da tempo e forse l'ultima cosa che le resta da fare in Giappone, salvo improvvisi cambi di idea, visto che il suo obiettivo da sempre é quello di andare oltre oceano. Di contro una sconfitta rappresenterebbe solo l'ennesima aggiunta ad una collezione che ha contribuito a cementare il suo legame con il pubblico, molto di più di un paio di vittorie ottenute per sottomissione.

Da questo punto di vista, si tratta di un evento in grado di suscitare forti emozioni e creare interesse e dal quale la TJPW ha solo da guadagnarci, anche perché rispetto Cyberfight, stavolta il terreno per lo scontro é stato preparato in un modo più curato, seppure con qualche scorciatoia. All'Ota Ward tra 3 settimane non ci sarà spazio per l'intuizione degli spettatori: bello o brutto che sia, il finale della storia dovrà essere chiaro e netto.