Calle joshi

Attualità | By Poppo • 07-04-2021

Dopo soli 4 eventi l'esperienza della Assemble pare giunta al capolinea

Fin da quando abbiamo iniziato ad organizzarne gli eventi, Assemble é stato un progetto temporaneo, destinato a concludersi con la fine della pandemia.

Credo che questo sarà l'ultimo spettacolo, anche se é possibile che le promotion tornino a collabrorare in futuro

Akira Hokuto

Con queste parole pronunciate all'inizio dello spettacolo, Akira Hokuto, vero motore dietro all'iniziativa Women’s Pro-Wrestling Assemble, ha sancito la fine dell'unione delle maggiori sigle joshi.

Un progetto che aveva illuso gli appassionati, specie quelli più navigati che avevano intravisto la volontà di rinverdire gli antichi fasti del wrestling femminile giapponese attraverso l'incrocio dei migliori talenti del paese e delle più importanti menti organizzative del business ai giorni nostri. Tanti propositi bruscamente interrotti dopo 4 eventi: la fine della pandemia ed il successo di vendite ottenuto pochi giorni prima da parte dello show Stardom tenuto alla Nippon Budokan sono stati ritenuti motivi più che sufficienti per ritenere il movimento sano a tal punto da non necessitare di questa "stampella".

Tutto a posto quindi? E soprattutto quanto c'é di vero in queste affermazioni e quanto invece sa di frase di circostanza? Difficile dirlo, specie non lavorando dietro le quinte e in assenza di racconti circostanziati da parte dei protagonisti, tuttavia interrogandosi sui risultati di questa esperienza si possono scorgere alcuni degli aspetti più ricorrenti dell'ambiente, nel bene e nel male.

1) Gli spettacoli hanno attirato il pubblico?

I primi due eventi hanno registrato il tutto esaurito vendendo circa 600 biglietti, la portata massima consentita dal mini teatro di Ueno Park: numeri non clamorosi, eppure da considerare positivamente vista la situazione sanitaria, ancora di più se si considera che le piccole realtà come ad esempio la Wave, la Diana o la Pure-J a malapena superano le 300 unità in occasione dei loro show di punta in tenute rinomate come la Korakuen Hall. Se l'interesse degli spettatori logicamente era rivolto ai nomi di spicco, é anche vero che questa associazione ha rappresentato un traino - seppure minimo - per garantire la loro sopravvivenza, essendo le più penalizzate dalle restrizioni sotto tutti gli aspetti, dallo sbigliettamento alla semplice trasmissione delle proprie attività, rivelandosi uno degli aspetti più positivi, almeno all'inizio. Il quarto volume, l'ultimo presentato si é fermato proprio alla fatidica soglia delle 300 presenze, segno che questa prima ondata non é stata sfruttata a dovere.

2) Le sigle hanno realmente collaborato tra di loro?

Dopo l'annuncio della nascita di Assemble, il dubbio principale riguardava la coabitazione delle 3 compagnie storicamente divise a causa di eventi passati al limite dalla cronaca giudiziaria, ossia la Stardom, La SEAdLINNNG e la Ice Ribbon: quando Nanae Takahashi - transfuga dalla prima di queste e fondatrice della seconda - ha fatto il suo ritorno da Rossy&soci alla fine dello scorso anno, a più di qualcuno é parso un episodio figlio della volontà concreta da parte di unire le forze in campo andando oltre il semplice scambio di talenti; lo scontro tra le due ace Yoshiko e Mayu Iwatani nasceva con tutte le prerogative che si potevano trovare nella faida per eccellenza dell'era interpromozionale, quella tra Shinobu Kandori e la stessa Hokuto, il giusto mix tra rivalità sportiva e personale in grado di generare clamore mediatico tra due personaggi che teoricamente non potrebbero affrontarsi all'interno delle rispettive società di affiliazione e che avrebbe trovato il naturale sbocco in una joint venture di questo tipo.

Come é andata a finire ormai lo sanno tutti, le due si sono affrontate proprio alla Budokan e nemmeno nel main event della serata peraltro, mentre 3 giorni dopo le due società si sono limitate a mettere in scena incontri separati (ed in parte già visti, date le interpreti chiamate in causa). Ognuna delle parti in causa ha fatto la propria parte, ma nessuna di esse non solo non ha interagito con le altre nell'ambito degli show Assemble, ma non ha nemmeno provato ad integrare questa collaborazione all'interno dei propri. Paradossalmente la Stardom ha creato il suo grande evento di anniversario anche puntando sulla partecipazione straordinaria di esterne come le già citate esponenti della SEAdLINNNG, ma anche delle altre storiche Chigusa Nagayo, Kyoko Inoue ed Emi Sakura prendendosi il tempo necessario per annunciarle ed integrarle in vere e proprie dinamiche narrative, la stessa cosa fatta dalla Ice Ribbon tempo prima, con l'aggravante da parte della promotion di Tsukasa Fujimoto di non aver proprio preso parte in nessun modo all'iniziativa, limitandosi a far figurare il proprio logo nei comunicati stampa.

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La mancanza di un lavoro in comune, anche minimo, ha di fatto portato ad allestire incroci tra lottatrici che si sono già affrontate in passato più volte ed in varie combinazioni e che prive di una benché minima storia o motivazione diversa dalla semplice esibizione, ha portato ad una serie di repliche dallo scarso appeal, aggravato peraltro dallo scarso numero di atlete presente in alcuni roster che ha obbligato in alcuni casi ad imbastire contese uguali identiche per tutta la durata del progetto.

3) Il progetto ha valorizzato l'attuale generazione?

Subito dopo l'intervento di Akira Hokuto, nell'opener ha fatto il suo esordio ufficiale Ai Hozan, la sedicenne nuova allieva della Marvellous giudicata pronta per il debutto dalla capo allenatrice Nagayo dopo 2 anni preparazione e benedetta dall'anziana Chikayo Nagashima a cui deve il dimunutivo Ai. Nella decina di minuti disputati contro la più giovane (ma più esperta) Mikoto Shindo, la Hozan ha retto bene l'emozione della prima volta facendosi guidare per la maggior parte del tempo nello svolgimento dell'incontro e senza commettere particolari sbavature.

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Proprio la presenza delle giovani ha rappresentato l'altro aspetto positivo del contesto: molte di loro hanno potuto esibirsi ritagliandosi minutaggi sul ring ben più consistenti del solito e come già detto di fronte ad un pubblico più folto del normale, fattore importante se considerata l'età giovanissima di nomi quali Kanon o Riko Kaiju, ma anche per quelle allieve che sono arrivate a poter lottare con le "grandi" dopo un lungo percorso di allenamento come nel caso della cilena Akari o - per restare in ambito locale - nel caso di Honori Hana. Una sorta di estesione di quello che già di per sé è ambiente di formazione estremamente profilico, seppure molto severo e rigido nei propri metodi, tuttavia questa linea verde é finita presto a scontrarsi con il suo contraltare, ossia la ricerca dei fan di vecchia data, il continuo ammiccare alle masse che un tempo hanno reso grande la scena joshi (ma non solo) e che oggi faticano a tornare all'ovile: se nel primo spettacolo le leggende si erano limitate a fugaci apparizioni, la reclame del secondo evento infatti aveva puntato forte sull'istituzione di una Hall of fame apposita, il cui primo membro sarebbe stata Dump Matsumoto, la cattivona per eccellenza degli anni ottanta. Una scelta francamente discutibile, vista anche l'esistenza parallela di un'arca della gloria della AJW dove sono già presenti le principali stelle della storia (inclusa la stessa Matsumoto), come ancora più discutibile é stata la scelta di proporre un vero e proprio incontro che ha coinvolto la stessa, la sua rivale Chigusa, Jaguar Yokota, Kaoru Ito, KAORU e Yumiko Hotta. Uno Star power già sfruttato fino allo sfinimento in passato e che oggi ormai é in grado solo di raccogliere le briciole del suo glorioso passato e che ancora peggio non sembra riuscire ad essere trasmesso alle nuove generazioni, un cane che si morde la coda, non molto diverso da quanto fa ad esempio la WWE con i vari Undertaker, Goldberg, Brock Lesnar (ed in misura minore Edge), ovvero nomi di punta noti al grande pubblico e ancora in grado di smuovere occasionalmente il pubblico televisivo e quello delle arene, realizzando però che quello stesso pubblico negli anni sta subendo una progressiva erosione, diminuendo sempre di più. Un problema che quasi sicuramente non sarebbe stato comunque risolto dalla Assemble, ma che con un approccio più collaborativo avrebbe potuto quantomeno aiutato a creare nomi e progetti nuovi, del resto anche il passato qualche esempio l'ha fornito: La Oz Academy infatti era nata proprio sotto forma di stable che faceva da tramite tra la JWP e la GAEA e da essa sono cresciute stelle di livello assoluto, ultima tra tutte quella Hikaru Shida che oggi é campionessa della AEW negli Stati Uniti.

Individualismo e conflitto generazionale sono due problemi denunciati anni fa da Kana nel suo manifesto: ironico, se considerato che anche lei ad oggi é assurta al ruolo di lottatrice giapponese contemporanea più famosa nel mondo, nonché attuale campionessa femminile del principale brand della WWE, ancora di più se si pensa che l'ultimo match di questo progetto che avrebbe dovuto sviluppare alcuni dei punti proposti da lei, sia stato quello della Wave, sigla per la quale l'attuale Asuka ha lottato spesso facendosi le ossa prima di diventare la freelance più odiata dalle altre joshine.

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Un fatal 4 way che ha incluso le sole 4 appartenenti al roster: Nagisa Nozaki, Yuki Miyazaki, la proprietaria Yumi Ohka e la campionessa cinquantenne Sakura Hirota; con tutto il rispetto possibile per le ragazze coinvolte e malgrado l'impegno profuso e la discreta riuscita dell'incontro, tutto ciò non può che essere recepito come una vera e propria pietra tombale su qualsiasi intenzione futura di portare avanti qualsiasi discorso legato alla Assemble. Se questi sono i presupposti allora forse é meglio lasciar fare ai singoli soggetti come detto dalla Hokuto, seppure non si può non fare presente che rispetto ai proclami iniziali, le sue parole suonano più come la classica metafora della volpe e dell'uva.

Invece un discorso parallelo che sta venendo portato avanti da un anno a questa parte é GAEISM, l'evento che doveva celebrare i 25 anni dalla nascita della GAEA e che negli ultimi mesi ha assunto i connotati di sfida incrociata tra la Marvelous e le Sendai Girls', dato che i due roster stanno battagliando da un paio di mesi per l'acquisizione dei diritti della vecchia cintura AAAW e questo spettacolo rappresenterà la chiusura dei conti tra le due parti. Giovani, tradizione e collaborazione: forse, in più piccolo, c'é ancora la speranza di poter parlare di movimento e non di singoli casi di successo.